Mobilità in deroga


E’ uno dei diversi ammortizzatori sociali previsti per fornire un sostegno ai lavoratori che hanno perso il posto di lavoro a causa della crisi
Mobilità in deroga



La mobilità in deroga è uno dei diversi ammortizzatori sociali previsti per fornire un sostegno al reddito dei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro a causa della crisi economica. A livello generale, è possibile affermare che la mobilità in deroga è un introito finanziario sostitutivo dello stipendio finanziato dallo Stato e dalle Regioni sula base di accordi regionali e che varia in base all’età e alla territorio di appartenenza del lavoratore.

La mobilità in deroga, così come la mobilità ordinaria, sono ammortizzatori sociali che, a fronte delle nuove riforme in materia di Lavoro - "Riforma del mercato del lavoro" (L. 92/2012), "Misure urgenti per la crescita del paese" (L. 134/2012) e Legge di stabilità (L.228/2012) - saranno sostituite, a partire dal 2017, dalle nuove prestazioni economiche ASpI (Assicurazione Sociale per L’impiego).

Ad oggi, però, in fase transitoria, la mobilità in deroga è ancora in vigore ed è rivolta a tutti i lavoratori subordinati, compresi gli apprendisti e i lavoratori con contratto di somministrazione, che sono stati licenziati da aziende non destinatarie della normativa sulla mobilità, oppure che hanno già usufruito della mobilità ordinaria e che possono ulteriormente godere della mobilità in deroga in base a una proroga del trattamento sancita da un accordo regionale.

Per ottenere la mobilità in deroga è, però, necessario rispettare alcune condizioni. Infatti, il lavoratore:
- deve aver maturato sei mesi di effettivo lavoro (comprese ferie, festività e infortunio) negli ultimi dodici mesi di anzianità aziendale
- deve aver dichiarato di essere immediatamente disponibile ad accettare un nuovo lavoro o a frequentare un corso di riqualificazione professionale
- deve aver sottoscritto il patto di servizio (cioè un rapporto con il Centro per l’Impiego)

L’ammontare dell’indennità è pari all’80% della retribuzione teorica lorda, da cui occorre decurtare l’aliquota contributiva del 5,84%. In ogni caso l‘indennità non può superare i massimali stabiliti annualmente per legge. Quelli fissati per il 2014, così come precisato dalla Circolare Inps n. 12 del 29/01/2014, sono di 969,77 euro lordi per le retribuzioni fino a 2.098,04 euro e di 1.1165,58 euro lordi per retribuzioni superiori.

In base al nuovo decreto sugli ammortizzatori sociali previsti per il triennio 2014-2016, la durata della mobilità in deroga per il 2014 è pari a:
- 5 mesi (8 mesi per il Sud Italia) per i lavoratori da oltre 3 anni in mobilità in deroga
- 7 mesi (10 per il Sud) per i lavoratori con meno di 3 anni di mobilità, purché non si superi la durata totale concessa di fruizione della mobilità in deroga che è di 3 anni e 5 mesi (3 anni e 8 mesi per i lavoratori del Sud Italia).

Per i successivi due anni, il 2015 e il 2016, non è prevista alcuna proroga per i lavoratori con oltre 3 anni di mobilità in deroga, mentre per quelli che hanno usufruito della mobilità per meno di tre anni è prevista una deroga massima di sei mesi (8 per il Sud), purché non si superino i tre anni e 4 mesi totali.

Il lavoratore iscritto alle Liste di mobilità deve presentare la domanda di mobilità in deroga all’Inps per via telematica rivolgendosi a un Caf, a un commercialista o a un Patronato autorizzato. Una volta accettata la domanda, l’Inps provvederà a versare l’indennità mensilmente tramite bonifico bancario o postale oppure in un’unica soluzione nel caso in cui il lavoratore licenziato voglia intraprendere un’attività autonoma o associarsi a una cooperativa.

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