Napoli, al via l’anagrafe unica anche nelle città
Dopo alcuni mesi di stallo, riprende il progetto che semplifica la burocrazia e la vita ai cittadini

Napoli sarà la prima città a sperimentare la nuova Anagrafe nazionale che prevede, nel prossimo futuro, un solo archivio centrale che varrà per tutti i cittadini residenti in Italia al posto delle 8 mila anagrafi dislocate sugli altrettanti Comuni sparsi nel nostro territorio. Il capoluogo campano ha fatto sapere che i primi test sulla prima municipalità che conta 100mila persone cominceranno entro la fine di questa estate. Mentre la successiva fase di "presubentro" avverrà entro la fine del 2017.
L’anagrafe unica era stata introdotta da un Decreto ministeriale che voleva renderla operativa già dal 2014, data che è stata poi procrastinata al 2016 fino a non farne più nulla finora con la sola eccezione a far da prova del Comune di Bagnacavallo, in provincia di Ravenna che conta circa 17mila residenti.
Ora si prevede, e si spera, un’accelerata. I Comuni attivi sono solo 10 per un totale di 230 mila abitanti circa, ma già altri 720 sono in fase di "presubentro". Ma si tratta comunque di Comuni di modesta grandezza. Napoli sarà la prima città ad effettuare il passaggio, seguita da due capoluoghi di Regione come Venezia e Firenze. Si prevede, insomma, che entro la fine del 2017 saranno circa 100 i Comuni aderenti all’Anagrafe unica, mentre saranno 3 mila entro la fine del 2018. Una cifra ancora lontana dagli 8 mila Comuni totali, ma significativa e che trascinerà anche gli altri enti locali in seguito alla "Trasformazione digitale" voluta dall’Esecutivo. Il problema si pone per quei Comuni che registrano meno di 5 mila residenti, forse più restii a modificare le procedure.
Si tratta di una semplificazione non da poco considerando i tempi e le lungaggini che vivono i cittadini al momento di dover, ad esempio, cambiare residenza. E ciò è dovuto ai tempi di comunicazione tra un Comune e l’altro in casi simili.
Infatti, ad oggi, quando un cittadino deve cambiare residenza perché si è trasferito in un altro Comune (ad esempio da Milano a Roma), il Comune della nuova destinazione (Roma) deve inviare una pratica al Comune di provenienza (Milano) in modo che il cittadino venga cancellato dall’archivio. Solo a fronte della cancellazione avvenuta nel Comune di provenienza (Milano) e comunicata al Comune di destinazione (Roma), quest’ultimo invia il cambio al Ministero.
Con l’Anagrafe unica, invece, nel momento in cui un cittadino richiede un cambio di residenza (seguendo l’esempio precedente a Roma), il Comune di destinazione (Roma) lo registra mentre il Comune di provenienza (Milano) lo cancella in tempo reale.
Non solo vantaggi diretti per il cittadino che vede accorciarsi i tempi delle pratiche, ma anche indiretti poiché contemporaneamente anche tutti gli altri enti dello Stato (Agenzia delle Entrate, Inps, motorizzazione, ecc.) potranno conoscere il nuovo indirizzo esatto del contribuente.
L’anagrafe unica era stata introdotta da un Decreto ministeriale che voleva renderla operativa già dal 2014, data che è stata poi procrastinata al 2016 fino a non farne più nulla finora con la sola eccezione a far da prova del Comune di Bagnacavallo, in provincia di Ravenna che conta circa 17mila residenti.
Ora si prevede, e si spera, un’accelerata. I Comuni attivi sono solo 10 per un totale di 230 mila abitanti circa, ma già altri 720 sono in fase di "presubentro". Ma si tratta comunque di Comuni di modesta grandezza. Napoli sarà la prima città ad effettuare il passaggio, seguita da due capoluoghi di Regione come Venezia e Firenze. Si prevede, insomma, che entro la fine del 2017 saranno circa 100 i Comuni aderenti all’Anagrafe unica, mentre saranno 3 mila entro la fine del 2018. Una cifra ancora lontana dagli 8 mila Comuni totali, ma significativa e che trascinerà anche gli altri enti locali in seguito alla "Trasformazione digitale" voluta dall’Esecutivo. Il problema si pone per quei Comuni che registrano meno di 5 mila residenti, forse più restii a modificare le procedure.
Si tratta di una semplificazione non da poco considerando i tempi e le lungaggini che vivono i cittadini al momento di dover, ad esempio, cambiare residenza. E ciò è dovuto ai tempi di comunicazione tra un Comune e l’altro in casi simili.
Infatti, ad oggi, quando un cittadino deve cambiare residenza perché si è trasferito in un altro Comune (ad esempio da Milano a Roma), il Comune della nuova destinazione (Roma) deve inviare una pratica al Comune di provenienza (Milano) in modo che il cittadino venga cancellato dall’archivio. Solo a fronte della cancellazione avvenuta nel Comune di provenienza (Milano) e comunicata al Comune di destinazione (Roma), quest’ultimo invia il cambio al Ministero.
Con l’Anagrafe unica, invece, nel momento in cui un cittadino richiede un cambio di residenza (seguendo l’esempio precedente a Roma), il Comune di destinazione (Roma) lo registra mentre il Comune di provenienza (Milano) lo cancella in tempo reale.
Non solo vantaggi diretti per il cittadino che vede accorciarsi i tempi delle pratiche, ma anche indiretti poiché contemporaneamente anche tutti gli altri enti dello Stato (Agenzia delle Entrate, Inps, motorizzazione, ecc.) potranno conoscere il nuovo indirizzo esatto del contribuente.
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