Nuovi edifici broadband-ready
Il sottosegretario Giacomelli preannuncia l’obbligo di predisposizione della banda larga per i nuovi edifici in costruzione
A breve, anche in l’Italia dovrebbe essere introdotto l’obbligo di costruire i nuovi edifici dotandoli di un collegamento alla banda larga, così come viene comunemente fatto per l’allaccio alla rete elettrica e il gas.
Lo ha annunciato il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, durante un convegno presso l’Agcom, proprio sul tema delle telecomunicazioni. L’obbligo alla costruzione di edifici "broadband-ready" potrebbe arrivare addirittura entro la fine di luglio tramite l’inserimento di una norma apposita nel provvedimento "Sblocca Italia" del Governo, in agenda prima dello stop estivo. Lo scopo è l’abbattimento dei costi di realizzazione dei nuovi collegamenti delle Reti in fibra.
Ad ogni modo, il futuro obbligo preannunciato dal sottosegretario Giacomelli risponde all’esigenza di adeguarsi con quanto avviene oltralpe. Lo scorso 15 aprile, infatti, il Parlamento europeo, in sessione plenaria, ha approvato la Direttiva Ue in materia di tagli dei costi di realizzazione della banda larga: nello specifico, l’Ue prevede di ridurre le spese per il roll out delle nuove reti di circa 40-60 miliardi di euro a fronte di investimenti stimati in 200 miliardi di euro. Quattro i punti cardine della Direttiva: migliore utilizzo delle reti esistenti, miglior coordinamento delle future costruzioni civili; razionalizzazione delle procedure di autorizzazione e l’obbligo di nuove costruzioni, appunto, broadband-ready.
D’altra parte, c’è già chi in Europa volontariamente costruisce i nuovi edifici in base a tali standard. Francia, Germania e Svezia, infatti, hanno già adottato la procedura della realizzazione delle opere civili collegate alla banda larga.
Lo ha annunciato il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, durante un convegno presso l’Agcom, proprio sul tema delle telecomunicazioni. L’obbligo alla costruzione di edifici "broadband-ready" potrebbe arrivare addirittura entro la fine di luglio tramite l’inserimento di una norma apposita nel provvedimento "Sblocca Italia" del Governo, in agenda prima dello stop estivo. Lo scopo è l’abbattimento dei costi di realizzazione dei nuovi collegamenti delle Reti in fibra.
Ad ogni modo, il futuro obbligo preannunciato dal sottosegretario Giacomelli risponde all’esigenza di adeguarsi con quanto avviene oltralpe. Lo scorso 15 aprile, infatti, il Parlamento europeo, in sessione plenaria, ha approvato la Direttiva Ue in materia di tagli dei costi di realizzazione della banda larga: nello specifico, l’Ue prevede di ridurre le spese per il roll out delle nuove reti di circa 40-60 miliardi di euro a fronte di investimenti stimati in 200 miliardi di euro. Quattro i punti cardine della Direttiva: migliore utilizzo delle reti esistenti, miglior coordinamento delle future costruzioni civili; razionalizzazione delle procedure di autorizzazione e l’obbligo di nuove costruzioni, appunto, broadband-ready.
D’altra parte, c’è già chi in Europa volontariamente costruisce i nuovi edifici in base a tali standard. Francia, Germania e Svezia, infatti, hanno già adottato la procedura della realizzazione delle opere civili collegate alla banda larga.
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