Operativi i nuovi PIR, un nuovo slancio alle PMI
A fronte del successo dei PIR (piani individuali di risparmio), la Legge di Bilancio 2019 ha introdotto alcune novità allo strumento finanziario in modo da potenziare ulteriormente il tessuto delle PMI italiane.
E recentemente è stato firmato il decreto che apporta le modifiche dal Ministro dello Sviluppo economico di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze (MEF).
Prima di illustrare le novità introdotte ai PIR, vediamo quali sono le caratteristiche dello strumento finanziario.
Cosa sono i PIR
I Pir (Piani individuali di risparmio) sono un nuovo strumento di investimento introdotto con la Legge di Bilancio 2017, importando in Italia una pratica finanziaria già diffusa in molti paesi esteri.
Lo scopo è quello di favorire lo sviluppo delle PMI italiane, offrendo loro un nuovo modo per avere accesso al credito e liquidità. Contemporaneamente, vengono offerti ai risparmiatori notevoli vantaggi fiscali.
I Pir, infatti, sono destinati esclusivamente alle persone fisiche, ovvero ai risparmiatori, che hanno la residenza fiscale in Italia e i vantaggi fiscali per chi investe sono sostanzialmente due:
- l’esenzione dall’imposta sul capital gain (cioè il guadagno) che grava, al contrario su altre tipologie di strumenti (per gli investimenti su azioni e obbligazioni, ad esempio, l’imposta è pari al 26%, mentre per i Titoli di Stato è pari al 12,50%)
- l’esenzione dell’imposta di successione.
Ma per poter sottoscrivere i Pir, occorre rispettare alcuni vincoli di investimento, di durata e di importo.
Vincolo di investimenti
• Il Pir deve essere composto per il 70% da strumenti finanziari emessi da imprese italiane o estere con stabile organizzazione in Italia, con esclusione delle società del settore immobiliare
• Il 30% del 70% citato (ovvero il 21% del totale) deve essere costituito da strumenti finanziari emessi da PMI non comprese nell’indice borsistico FTSE MIB o indici equivalenti di altri mercati regolamentati
• Allo scopo di minimizzare i rischi, in uno stesso Pir non può esserci una quota superiore al 10% di strumenti finanziari emessi da uno stesso emittente.
Vincolo di durata
Il Pir deve essere mantenuto per almeno 5 anni. In caso di rimborso anticipato del Pir, le plusvalenze verrebbero gravate dall’ordinaria imposta sul capital gain e si perderebbe anche il vantaggio dell’esclusione dall’imposta di successione. In altre parole, occorre mantenere il Pir per 5 anni, pena la decadenza dei vantaggi fiscali.
Vincolo di importo
E’ possibile investire in Pir al massimo 30 mila euro all’anno per un massimo di 5 anni. Dunque, ogni persona fisica può investire al massimo 150 mila euro complessivi in 5 anni.
Le novità sui PIR della Legge di Bilancio 2019
Oltre ai vincoli di investimento, di durata e di importo sopra esposti, con la Legge di Bilancio sono state introdotte alcune novità per favorire ancor di più lo sviluppo delle PMI.
In particolare, sono stati introdotti i seguenti ulteriori vincoli di investimento:
• da quest’anno i PIR dovranno investire almeno il 5% del 70% (quindi il 3,5%) del piano in fondi di venture capital (FVC), definiti come OICR italiani o con sede UE che destinano almeno il 70% dei capitali raccolti in favore di PMI ammissibili
• i Pir dovranno investire un altro 5% del 70% in strumenti finanziari ammessi alla negoziazione in sistemi multilaterali di negoziazione emessi da PMI ammissibili.
Per ottenere ulteriori informazioni è consigliabile affidarsi a un consulente finanziario che possa indicare le alternative migliori in base alle proprie esigenze. Cercalo nel nostro sito. Il primo contatto in studio è gratuito!
Articolo del: