Paure da Covid-19: quali sono e come superarle

Che il Covid-19 abbia cambiato le nostre vite, il modo di approcciarsi all’altro, le modalità di contatto con le persone care è evidente e sotto gli occhi di tutti.
Il lockdown di marzo, le nuove regole restrittive e le chiusure parziali o totali delle attività hanno avuto e hanno tuttora un impatto notevole da un punto di vita economico. Ma la pandemia da Coronavirus non ha solo innescato effetti negativi reddituali, ma ha scatenato anche pesanti effetti psicologici.
Il rischio contagio da Covid-19, il prolungarsi dell’isolamento forzato nei mesi scorsi (e forse anche nel prossimo domani) e il cambiamento delle regole nelle relazioni sociali potrebbero aver acuito i disagi psicologici provati da molte persone e, in altri casi, potrebbero aver scatenato dei disturbi che erano latenti o che si sono palesati in questo periodo di crisi.
I disturbi psicologici che potrebbero essere scatenati o aggravati a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 sono soprattutto:
• La paura delle malattie;
• La fobia sociale;
• La paura di uscire di casa.
Indice:
La paura delle malattie
La paura delle malattie, meglio nota come ipocondria o patofobia, è la paura di contrarre una malattia che possa essere mortale, oppure di essere già malati.
Quando si è convinti di essere ammalati, chi soffre di tale fobia presta un’attenzione esasperata rispetto ad ogni singolo segnale del corpo che non rientri nella normalità (ad esempio un temporaneo battito cardiaco più accelerato sarebbe il sintomo di una malattia cardiaca).
Quando si ha paura di poter contrarre una qualunque malattia si ha un atteggiamento frenetico nell’accurata pulizia del proprio corpo. In questo periodo di emergenza, la paura di un ipocondriaco potrebbe essere certamente quella di infettarsi con il Coronavirus.
Ma anche la persona che non ha mai sofferto di ipocondria potrebbe sviluppare tale paura.
I bollettini quotidiani su nuovi contagiati, ricoverati e deceduti ci accompagnano ormai da diversi mesi e bombardano costantemente (nel bene e nel male) la nostra mente. Proprio tale martellamento di notizie può creare ansia al pensiero di potersi ammalare.
Di qui, potrebbero scatenarsi comportamenti patologici, come ad esempio scambiare un banale raffreddore di stagione come il preambolo del Coronavirus.
La pandemia attuale potrebbe aver peggiorato le condizioni psicologiche di chi già è ipocondriaco, facendo peggiorare il disturbo, ma anche chi non ne ha mai sofferto potrebbe sviluppare una fobia specifica nei confronti del Coronavirus.
La fobia sociale
La fobia sociale è un disturbo psicologico che esprime i suoi effetti proprio sulle relazioni interpersonali dell’individuo con le persone che lo circondano. Chi soffre di fobia sociale tende ad evitare il confronto con “l’altro”. In genere, chi soffre di fobia sociale ha paura di confrontarsi con il prossimo per il timore di ricevere giudizi negativi su se stessi, è terrorizzato dal dover parlare in pubblico o di dover essere al centro dell’attenzione.
La pandemia da Coronavirus, la cui diffusione deriva proprio dalle relazioni sociali, potrebbe aver acuito tale fobia o potrebbe aver scatenato tale timore anche a chi finora non aveva alcun problema a relazionarsi con il prossimo.
Le nuove regole di distanziamento sociale, il timore che chi ci sta di fronte possa essere contagioso e la paura di potersi ammalare se non si rispettano le distanze di sicurezza potrebbero aver generato una paura del prossimo.
La paura di uscire di casa
Il prolungato isolamento durante il periodo del lockdown e del successivo ritorno a una “quasi normalità” potrebbe aver scatenato in alcune persone la paura di uscire da casa, una paura che viene definita “sindrome della capanna” o “del prigioniero”.
E’ di certo un contraccolpo psicologico possibile dovuto alla chiusura totale che consiste nella paura a ritornare nel mondo esterno dopo aver trascorso gran parte del tempo in casa, considerata la propria zona di comfort.
L’idea di dover lasciare, anche per poco, la propria abitazione, considerata un luogo che fa sentire al sicuro, crea ansia e stress.
E’ bene non sottovalutare tale disturbo poiché più si evita di uscire di casa e più se ne avrà in futuro. Le ragioni che spingono la persona a non varcare l’uscio per andare a fare la spesa, a lavorare o per qualsiasi altro motivo sono la paura di contagiarsi o di contagiare le persone care nel mondo esterno (e in tal senso tale sindrome di accompagna alla paura delle malattie) e la paura di vedere un modo differente da quello di pochi mesi fa.
Come affrontare le paure da Covid-19
Il primo passo per affrontare e curare i disagi psicologici scatenati dalla pandemia da Coronavirus è essere consapevoli di aver bisogno di aiuto e rivolgersi a uno psicologo.
Quest’ultimo, in base alla sindrome di cui si soffre, predisporrà le diverse tecniche utili per superare la fobia specifica accanto a una terapia cognitivo-comportamentale (CBT).
Inoltre, se la paura del Covid-19 ha scatenato una qualsiasi fobia o stati d’ansia, è bene agire tempestivamente poiché a lungo andare tali disturbi potrebbero diventare invalidanti generando stati di insoddisfazione, frustrazione e depressione.
Per questo è consigliabile rivolgersi a uno psicologo esperto. Cercatelo nel nostro sito. Il primo contatto in studio è gratuito!
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