Pensioni anticipate pagate dalle banche
Si potrà andare in pensione con tre anni e sette mesi di anticipo ottenendo un prestito dalle banche da restituire in 20 anni

E’ sempre più vicino l’accordo definitivo tra Governo e sindacati sul prepensionamento. Se ne è discusso ancora ieri in un tavolo tecnico e si metteranno a fuoco altri punti nel prossimo incontro che dovrebbe avvenire il 21 settembre.
Ma intanto, la soluzione APE, l’assegno pensionistico, è stata delineata. A partire dal 2017 sarà possibile andare in pensione in maniera anticipata riscuotendo l’assegno in anticipo rispetto alla anzianità di vecchiaia e restituendo solo dopo la maturazione del requisito anagrafico quanto percepito a titolo di anticipo.
Il piano è rivolto agli uomini che sono nati tra gli anni 1951 e 1954, e quindi a chi ha almeno 63 anni di età. Chi rientra in tale età anagrafica potrà andare l’anno prossimo in pensione con 3 anni e 7 mesi di anticipo in base a quanto disposto dalla Legge Fornero, a patto di avere almeno 20 anni di anzianità lavorativa. Un punto da chiarire riguarda invece le donne perché nel 2017 è prevista per loro l’uscita per vecchiaia a 65,7 anni, ma le lavoratrici nate nel 1952 potrebbero già andare in pensione quest’anno a 64 anni senza dover ricorrere all’anticipo.
In pratica, chi smetterà di lavorare entro i 3 anni e 7 mesi prima della maturazione dei requisiti per ottenere l’assegno pensionistico avrà la possibilità di percepire un prestito pensionistico da parte degli istituti di credito che sarà successivamente restituito con rate fino a 20 anni.
L’assegno pensionistico, dunque, sarà anticipato dalle banche e sarà poi restituito dal pensionato a rate: si calcola che l’importo delle quote mensili da restituire agli istituti di credito sia pari a circa 50/60 euro se si va in pensione con un anno di anticipo e di 150 euro circa se si va in pensione prima. Tale sistema prepensionistico prenderà il via l’anno prossimo e sarà sperimentato per due anni.
Intanto si aspetta una sua totale definizione. Sul tavolo delle trattative c’è da trovare un punto di accordo su quanto chiesto dai sindacati: per le categorie disagiate, ovvero per chi è rimasto disoccupato, ha figli con handicap a carico e per chi ha svolto lavori usuranti, l'anticipo dovrebbe essere gratuito; il pensionato, cioè non dovrebbe restituire quanto gli è stato anticipato dalle banche. Questo punto, però, dovrebbe valere soltanto per chi percepisce una pensione fino a 1.200 euro netti mensili.
Ma intanto, la soluzione APE, l’assegno pensionistico, è stata delineata. A partire dal 2017 sarà possibile andare in pensione in maniera anticipata riscuotendo l’assegno in anticipo rispetto alla anzianità di vecchiaia e restituendo solo dopo la maturazione del requisito anagrafico quanto percepito a titolo di anticipo.
Il piano è rivolto agli uomini che sono nati tra gli anni 1951 e 1954, e quindi a chi ha almeno 63 anni di età. Chi rientra in tale età anagrafica potrà andare l’anno prossimo in pensione con 3 anni e 7 mesi di anticipo in base a quanto disposto dalla Legge Fornero, a patto di avere almeno 20 anni di anzianità lavorativa. Un punto da chiarire riguarda invece le donne perché nel 2017 è prevista per loro l’uscita per vecchiaia a 65,7 anni, ma le lavoratrici nate nel 1952 potrebbero già andare in pensione quest’anno a 64 anni senza dover ricorrere all’anticipo.
In pratica, chi smetterà di lavorare entro i 3 anni e 7 mesi prima della maturazione dei requisiti per ottenere l’assegno pensionistico avrà la possibilità di percepire un prestito pensionistico da parte degli istituti di credito che sarà successivamente restituito con rate fino a 20 anni.
L’assegno pensionistico, dunque, sarà anticipato dalle banche e sarà poi restituito dal pensionato a rate: si calcola che l’importo delle quote mensili da restituire agli istituti di credito sia pari a circa 50/60 euro se si va in pensione con un anno di anticipo e di 150 euro circa se si va in pensione prima. Tale sistema prepensionistico prenderà il via l’anno prossimo e sarà sperimentato per due anni.
Intanto si aspetta una sua totale definizione. Sul tavolo delle trattative c’è da trovare un punto di accordo su quanto chiesto dai sindacati: per le categorie disagiate, ovvero per chi è rimasto disoccupato, ha figli con handicap a carico e per chi ha svolto lavori usuranti, l'anticipo dovrebbe essere gratuito; il pensionato, cioè non dovrebbe restituire quanto gli è stato anticipato dalle banche. Questo punto, però, dovrebbe valere soltanto per chi percepisce una pensione fino a 1.200 euro netti mensili.
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