Periti industriali: la laurea è legge


Dopo il Senato, anche la Camera dei Deputati ha dato il via libera all’obbligo di una laurea triennale per chi si iscriverà all’albo dei Periti
Periti industriali: la laurea è legge

Dopo l’approvazione da parte del Senato, anche la Camera dei Deputati ha dato il via libera al Disegno sulla funzionalità del sistema scolastico e della ricerca (di conversione del DL 42/2016) che prevede l’obbligo di una laurea triennale per chi si iscriverà all’albo dei Periti industriali.

A Montecitorio è stato approvato senza modifiche il provvedimento con 268 sì, 121 no e 9 astenuti. Dunque, ai periti industriali non basterà più il solo diploma per iscriversi all’albo. Dal 2021 sarà necessaria una laurea triennale. E’ stato previsto, però, un periodo transitorio di cinque anni proprio per permettere ai diplomati del vecchio e del nuovo ordinamento di iscriversi all’ordine.

Come già si era modo di dire in un precedente articolo, lo scopo della novità normativa è quella di adeguare la disciplina italiana a quella europea. Sul sito del Consiglio Nazionale dei Periti industriali e dei Periti Industriali laureati era stata già espressa la soddisfazione per il passo compiuto dal Senato. "Finalmente - è stato pubblicato sul sito del CNPI dopo il via libera di Palazzo Madama - possiamo affermare che il Parlamento ha reso coerente il nostro ordine professionale al quadro europeo delle qualifiche, assecondando anche quanto stabilito dal "Primo rapporto italiano di referenziazione delle qualificazioni al Quadro europeo Eqf", approvato in Conferenza Stato/Regioni il 20/12/12", che prevede per l’esercizio di una professione "il possesso di un titolo accademico", corrispondente, norme alla mano, al VI livello (lettera D direttiva 35/05).

Solo con una laurea triennale quindi il professionista italiano non sarà discriminato rispetto a quello europeo e solo così potrà mantenere quell’autonomia e quella capacità di progettare, cuore della professione intellettuale. Tutto facendo salve naturalmente tutte le competenze degli attuali iscritti.

Ora, dopo il via definitivo della Camera dei Deputati, il CNPI guarda alla formazione. "E così - si legge sul sito del CNPI - il Consiglio nazionale, nel prendere atto della volontà espressa dalla base, ha messo in atto senza sosta una serie di iniziative finalizzate ad attuare la riforma dell’ordinamento professionale e a portare la Categoria Oltre quel ponte. E’ quindi partita un’azione capillare di comunicazione con gli atenei che ha portato nel corso degli ultimi mesi ad una serie di accordi, finalizzati da un lato a sostenere l’innalzamento del titolo di studio per gli attuali iscritti che lo vorranno, dall’altro a costruire un percorso di laurea professionalizzante".

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