Polizze sulla salute, vietati i test genetici


Il Consiglio d'Europa sigla una raccomandazione anti-discriminazione per migliorare la tutela degli assicurati
Polizze sulla salute, vietati i test genetici

Vietati i test genetici a fini assicurativi e regole più stringenti sulla privacy per tutelare gli assicurati che stipulano con le assicurazioni le polizze volte a coprire i rischi legati alla salute, all'età o alla morte.

E’ quanto è stato scritto nero su bianco nella raccomandazione anti-discriminazioni siglata dal Consiglio d'Europa e destinata ai 47 paesi membri del Consiglio stesso. La finalità del documento è quello di garantire la protezione dei diritti degli assicurati, soprattutto in ambito dei dati sulla loro salute.

Per questo motivo, pur ribadendo la necessità "del legittimo interesse delle compagnie di valutare il livello di rischio presentato dall'assicurato", le compagnie assicurative non potranno utilizzare o richiedere i test genetici del potenziale cliente per decidere se far stipulare o meno una polizza assicurativa, per determinare il premio assicurativo e l'indennizzo.

"La raccomandazione del comitato dei ministri indica la strada migliore per proteggere i diritti delle persone in un mercato assicurativo globale", ha commentato Thorbjorn Jagland, segretario generale del Consiglio d'Europa, che ha sottolineato come "i governi hanno l'obbligo di garantire che nessuno sia discriminato sulla base di questi dati, in particolare sulla base delle proprie caratteristiche genetiche".

D’altra parte, il Consiglio d'Europa è un'organizzazione internazionale che ha come finalità la promozione della democrazia, dei diritti umani e dell'identità culturale europea. E la questione sul trattamento dei dati sensibili sanitari a scopo assicurativo era un capitolo tutt’altro che chiuso.

Infatti, le regole (vincolanti!) sull'utilizzo dei test genetici predittivi a fini medici o di ricerca medica sono illustrate nell’articolo 12 della Convenzione sui diritti dell'uomo e la biomedicina del Consiglio d'Europa (Convenzione di Oviedo). Ma dei 47 Paesi rappresentati nel Consiglio di Europa, solo in 26 hanno ratificato le norme nel proprio Paese mentre altri 6, tra cui l’Italia, le hanno solo firmate.

Per questo, il Consiglio d'Europa ha sentito la necessità di siglare una nuova raccomandazione che, seppur non vincolante, può essere uno strumento di difesa in più per i cittadini che intendono stipulare una polizza contro i rischi legati alla salute.

La raccomandazione, infatti, oltre a proibire l'uso dei test genetici in ambito assicurativo, impone alle compagnie d'assicurazione di ottenere il consenso degli assicurati al trattamento dei loro dati inerenti la salute, vieta l’utilizzo dei dati sulla salute dei familiari degli assicurati, e i dati personali dell'assicurato di dominio pubblico, come ad esempio quelli pubblicati su internet, o quelli raccolti durante ricerche cliniche.

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