Rc vita pignorabile all’evasore
La Corte di Cassazione ha stabilito che l’assicurazione sulla vita può essere sequestrata in caso di responsabilità penale

E’ sicuramente una sentenza che non ha precedenti quella della Corte di Cassazione, terza sezione penale, n. 18736 depositata il 6 maggio scorso. Il caso che si è trovata a giudicare era quello di un contribuente indagato per il delitto di dichiarazione fraudolenta al Fisco e che, vistosi sequestrare tre polizze vita che aveva sottoscritto, aveva fatto ricorso in Tribunale e in Appello. Ma sia il Gip che il competente tribunale del riesame gli avevano dato torto, negandogli il dissequestro delle polizze vita.
La Corte di Cassazione ha poi confermato la decisione sia del Gip sia quella del Tribunale del riesame. La sentenza della Suprema Corte è importante in quanto sancisce un principio chiaro: si possono sequestrare le polizze vita in caso di responsabilità penali a carico del beneficiario.
E’ una decisione non da poco se si pensa che le polizze vita sono sempre state considerate come uno "scudo" impignorabile del patrimonio di una persona. Tant’è che in base all’articolo 1932 del Codice Civile è prevista l’esclusione delle somme accantonate nelle polizze vita da qualsiasi misura esecutiva e cautelare.
E, infatti, il contribuente in questione, aveva basato la sua difesa proprio su tale principio sancito dal Codice Civile. La novità della sentenza della Corte di Cassazione sta tutta qui: le polizze vita fungono da garanzia al patrimonio personale soltanto a fronte della responsabilità civile del beneficiario, ma non a fronte di una responsabilità penale.
In questo caso, infatti, il contribuente, dovendo rispondere del reato di evasione fiscale fraudolenta, aveva compiuto un reato penale che, dunque, annullava la garanzia posta dal Codice Civile. Inoltre, un’altra razio della sentenza è quella di evitare che un contribuente intenzionato a frodare il Fisco o altri soggetti, possa tutelare il proprio patrimonio stipulando polizze vita ai danni dei creditori.
Ora, grazie alla sentenza n. 18736 della Corte di Cassazione, chi cerca di fare il "furbo" ha un’arma in meno mentre i suoi creditori hanno un’arma in più.
La Corte di Cassazione ha poi confermato la decisione sia del Gip sia quella del Tribunale del riesame. La sentenza della Suprema Corte è importante in quanto sancisce un principio chiaro: si possono sequestrare le polizze vita in caso di responsabilità penali a carico del beneficiario.
E’ una decisione non da poco se si pensa che le polizze vita sono sempre state considerate come uno "scudo" impignorabile del patrimonio di una persona. Tant’è che in base all’articolo 1932 del Codice Civile è prevista l’esclusione delle somme accantonate nelle polizze vita da qualsiasi misura esecutiva e cautelare.
E, infatti, il contribuente in questione, aveva basato la sua difesa proprio su tale principio sancito dal Codice Civile. La novità della sentenza della Corte di Cassazione sta tutta qui: le polizze vita fungono da garanzia al patrimonio personale soltanto a fronte della responsabilità civile del beneficiario, ma non a fronte di una responsabilità penale.
In questo caso, infatti, il contribuente, dovendo rispondere del reato di evasione fiscale fraudolenta, aveva compiuto un reato penale che, dunque, annullava la garanzia posta dal Codice Civile. Inoltre, un’altra razio della sentenza è quella di evitare che un contribuente intenzionato a frodare il Fisco o altri soggetti, possa tutelare il proprio patrimonio stipulando polizze vita ai danni dei creditori.
Ora, grazie alla sentenza n. 18736 della Corte di Cassazione, chi cerca di fare il "furbo" ha un’arma in meno mentre i suoi creditori hanno un’arma in più.
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