Ritorna la detassazione dei premi di produttività
Con la Legge di Stabilità 2016 si reintroducono novità in materia di detassazione dei premi di produttività e si allargano le tipologie di beneficiari

Dopo la sospensione, per carenza di risorse finanziarie, della detassazione dei premi di produttività per tutto il 2015, adesso, con la Legge di Stabilità 2016, il Governo intende ripristinarla stanziando per l’intervento circa 430 milioni di euro per il 2016 e 589 milioni di euro per gli anni a seguire.
I criteri della detassazione dei premi di produttività sono più o meno rimasti invariati rispetto a quelli degli anni precedenti al 2015, seppur con qualche novità. L’unica meritevole di particolare attenzione è l’innalzamento della soglia di reddito fino a 50 mila euro annui lordi entro la quale si applica l’aliquota sostitutiva del 10%. Ciò significa che, rispetto a quanto è avvenuto fino alla fine del 2014, potranno essere ricompresi, quali beneficiari della nuova detassazione, anche gli impiegati e, soprattutto, i quadri.
Altra novità riguarda l’ammontare massimo di premio detassabile. Rispetto al passato, il limite dell’importo è stato abbassato ed è stato determinato in 2 mila euro lordi, che aumentano a 2.500 euro lordi per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro.
Resta invariata l’aliquota applicata. Sui premi, infatti, grava l’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali del 10%.
Per ciò che concerne la computazione o meno dei premi nel reddito complessivo, la legge di stabilità stabilisce che:
- i fringe benefit e quelli di importo non superiore a 258 euro non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente, anche nell’eventualità in cui gli stessi siano fruiti, per scelta del lavoratore, in sostituzione, in tutto o in parte, delle somme detassate
- i premi di produttività, fino ai limiti massimi citati dei 2 mila e dei 2.500 euro non concorrono alla formazione del reddito ai fini della determinazione della situazione economica equivalente (ISEE)
- i premi sono, invece, computati ai fini dell’accesso alle prestazioni previdenziali e assistenziali
Queste le direttive del Governo. Le modalità attuative saranno oggetto di un prossimo decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali in accordo con il Ministro dell’Economia e delle Finanze.
I criteri della detassazione dei premi di produttività sono più o meno rimasti invariati rispetto a quelli degli anni precedenti al 2015, seppur con qualche novità. L’unica meritevole di particolare attenzione è l’innalzamento della soglia di reddito fino a 50 mila euro annui lordi entro la quale si applica l’aliquota sostitutiva del 10%. Ciò significa che, rispetto a quanto è avvenuto fino alla fine del 2014, potranno essere ricompresi, quali beneficiari della nuova detassazione, anche gli impiegati e, soprattutto, i quadri.
Altra novità riguarda l’ammontare massimo di premio detassabile. Rispetto al passato, il limite dell’importo è stato abbassato ed è stato determinato in 2 mila euro lordi, che aumentano a 2.500 euro lordi per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro.
Resta invariata l’aliquota applicata. Sui premi, infatti, grava l’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali del 10%.
Per ciò che concerne la computazione o meno dei premi nel reddito complessivo, la legge di stabilità stabilisce che:
- i fringe benefit e quelli di importo non superiore a 258 euro non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente, anche nell’eventualità in cui gli stessi siano fruiti, per scelta del lavoratore, in sostituzione, in tutto o in parte, delle somme detassate
- i premi di produttività, fino ai limiti massimi citati dei 2 mila e dei 2.500 euro non concorrono alla formazione del reddito ai fini della determinazione della situazione economica equivalente (ISEE)
- i premi sono, invece, computati ai fini dell’accesso alle prestazioni previdenziali e assistenziali
Queste le direttive del Governo. Le modalità attuative saranno oggetto di un prossimo decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali in accordo con il Ministro dell’Economia e delle Finanze.
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