Scadenze IMU e TASI
La scadenza dell’IMU è fissata al 16 giugno prossimo, mentre per molti la TASI è slittata a ottobre e a dicembre. Critiche le Associazioni di imprese

Per quanto riguarda l’IMU, tutto è rimasto invariato. La scadenza per pagare l’acconto dell’imposta municipale è il 16 giugno prossimo. L’acconto della Tasi, invece, sarà pagato esclusivamente da quei cittadini residenti nei Comuni più virtuosi che hanno già definito aliquote e detrazioni. Per tutti gli altri, la tassa sui servizi indivisibili è slittata al 16 ottobre e 16 dicembre.
Se per l’Anci la soluzione dello slittamento dalla TASI è stata ragionevole, molte altre associazioni imprenditoriali e dei consumatori sono sul piede di guerra. Casartigiani, Cna, Confatigianato, Confcommercio, Confesercenti e, non ultimo il Codacons hanno chiesto che il procrastinamento del pagamento valesse indistintamente per tutti i cittadini. Il Codacons, inoltre, ha avanzato l’ipotesi di una violazione dello Statuto del Contribuente e della Costituzione proprio a causa della discriminazione fiscale tra gli italiani.
Intanto uno studio della CGIA, l’Associazione Artigiani e Piccole imprese di Mestre, ha rilevato che a pagare subito la TASI, il 16 giugno prossimo, saranno sette milioni di cittadini su diciotto milioni, pari al 40% del totale dei contribuenti. I Comuni già in regola, rappresentano il 27% del totale e sono concentrati soprattutto nelle Regioni del nord Italia. La più "virtuosa" è - sempre secondo tale studio - la Valle D’Aosta, con il 92% dei Comuni in regola, seguita da Emilia Romagna (con il 64%), Trentino Alto Adige (con il 4%) e Veneto (con il 41%). Da fanalino di coda, troviamo la Puglia e la Calabria (con il 9% dei Comuni in regola), la Sicilia (con il 7%) e la Basilicata (con il suo 5%). Lombardia e Lazio sono, comunque, nella parte alta della classifica, rispettivamente con il 31% e il 19% dei Comuni che hanno già stabilito aliquote e detrazioni, anche se per Milano e Roma, la TASI slitta ad ottobre.
Scadenze a parte, ciò che, però, preoccupa la CGIA, è che, in base alle loro indagini, la TASI andrà a colpire soprattutto le abitazioni principali più modeste, che sono anche le più diffuse, ovvero le categorie catastali A3 (tipologia economica) e A4 (tipologia popolare). Queste ultime, da sole, rappresentano il 53% del patrimonio abitativo totale costituito da circa 33 milioni di immobili.
Nello specifico, si prevede che per le abitazioni popolari, la tassa sui servizi indivisibili possa essere più cara dell’IMU pagata nel 2012 sulla prima casa. E che, in generale, la nuova tassa potrebbe penalizzare soprattutto i proprietari di immobili che beneficiavano di maggiori detrazioni base e per figli a carico in sede IMU.
Data l’incidenza di IMU e TASI sul bilancio familiare, è importante rivolgersi a un esperto in modo da farsi bene i conti tra aliquote, ma soprattutto detrazioni.
Se per l’Anci la soluzione dello slittamento dalla TASI è stata ragionevole, molte altre associazioni imprenditoriali e dei consumatori sono sul piede di guerra. Casartigiani, Cna, Confatigianato, Confcommercio, Confesercenti e, non ultimo il Codacons hanno chiesto che il procrastinamento del pagamento valesse indistintamente per tutti i cittadini. Il Codacons, inoltre, ha avanzato l’ipotesi di una violazione dello Statuto del Contribuente e della Costituzione proprio a causa della discriminazione fiscale tra gli italiani.
Intanto uno studio della CGIA, l’Associazione Artigiani e Piccole imprese di Mestre, ha rilevato che a pagare subito la TASI, il 16 giugno prossimo, saranno sette milioni di cittadini su diciotto milioni, pari al 40% del totale dei contribuenti. I Comuni già in regola, rappresentano il 27% del totale e sono concentrati soprattutto nelle Regioni del nord Italia. La più "virtuosa" è - sempre secondo tale studio - la Valle D’Aosta, con il 92% dei Comuni in regola, seguita da Emilia Romagna (con il 64%), Trentino Alto Adige (con il 4%) e Veneto (con il 41%). Da fanalino di coda, troviamo la Puglia e la Calabria (con il 9% dei Comuni in regola), la Sicilia (con il 7%) e la Basilicata (con il suo 5%). Lombardia e Lazio sono, comunque, nella parte alta della classifica, rispettivamente con il 31% e il 19% dei Comuni che hanno già stabilito aliquote e detrazioni, anche se per Milano e Roma, la TASI slitta ad ottobre.
Scadenze a parte, ciò che, però, preoccupa la CGIA, è che, in base alle loro indagini, la TASI andrà a colpire soprattutto le abitazioni principali più modeste, che sono anche le più diffuse, ovvero le categorie catastali A3 (tipologia economica) e A4 (tipologia popolare). Queste ultime, da sole, rappresentano il 53% del patrimonio abitativo totale costituito da circa 33 milioni di immobili.
Nello specifico, si prevede che per le abitazioni popolari, la tassa sui servizi indivisibili possa essere più cara dell’IMU pagata nel 2012 sulla prima casa. E che, in generale, la nuova tassa potrebbe penalizzare soprattutto i proprietari di immobili che beneficiavano di maggiori detrazioni base e per figli a carico in sede IMU.
Data l’incidenza di IMU e TASI sul bilancio familiare, è importante rivolgersi a un esperto in modo da farsi bene i conti tra aliquote, ma soprattutto detrazioni.
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