Scuola: precari illegittimi
La Corte di Giustizia europea obbliga ad assumere a ruolo gli insegnanti precari dopo tre anni di servizio
Sembrerà un sogno impossibile per i tanti insegnanti precari italiani che da oggi hanno a loro difesa una sentenza della Corte di Giustizia europea che condanna l’Italia per aver violato la Direttiva 1999/70/CE. I giudici del Lussemburgo hanno dichiarato che "La normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola è contraria al diritto dell'Unione. Il rinnovo illimitato di tali contratti per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali non è giustificato".
La Corte Ue ha, in sostanza, dichiarato illegittimi i contratti a tempo determinato degli insegnanti se questi hanno occupato nella scuola posti vacanti per oltre trentasei mesi, anche non consecutivi. Dunque, dopo tre anni in cattedra come precari, gli insegnanti devono obbligatoriamente essere assunti a tempo indeterminato.
Una vittoria non da poco per i circa 300 mila precari italiani che insegnano da oltre trentasei mesi. E una vittoria che arriva grazie alla richiesta di chiarimenti in merito avanzata dal Tribunale di Napoli alla Corte di Giustizia europea. Nello specifico, il Tribunale partenopeo aveva chiesto "se la normativa italiana sia conforme all'accordo quadro dell'Ue sul lavoro a tempo determinato e, in particolare, se quest'ultimo consenta il rinnovo di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili, in attesa dell'espletamento delle procedure concorsuali per l'assunzione di personale di ruolo delle scuole statali, senza la previsione di tempi certi per l'espletamento dei concorsi ed escludendo qualsiasi risarcimento del danno subito a causa di un siffatto rinnovo".
La risposta della Corte Ue è stata netta. I contratti a tempo determinato oltre i trentasei mesi sono illegali. Nella sentenza, inoltre, si afferma chiaramente che l’ordinamento italiano "non prevede criteri obiettivi e trasparenti al fine di verificare se il rinnovo risponda ad un'esigenza reale, sia idoneo a conseguire l'obiettivo perseguito e sia necessario a tal fine". Inoltre, "non contempla neanche altre misure dirette a prevenire e a sanzionare il ricorso abusivo a tali contratti".
Cosa potrà accadere adesso? La sentenza della Corte Ue è vincolante. Ciò significa che tutti i precari che hanno maturato oltre tre anni di servizio hanno il diritto di essere assunti a tempo indeterminato. L’unica condizione posta per l’assunzione è che siano attualmente inseriti nell’organico scolastico. Tutti i maestri che hanno insegnato per oltre trentasei mesi, ma che attualmente non lavorano più presso una scuola pubblica, avranno soltanto il diritto a un risarcimento. Sempre a proposito di risarcimento: è possibile chiedere anche quanto dovuto a titolo di scatti di anzianità maturati dal 2002 al 2010. La sentenza, inoltre, interessa anche il personale amministrativo (Ata).
L’associazione sindacale degli insegnanti Gilda, intanto, annuncia una immediata diffida al Governo seguita, entro dicembre, da tutta una serie di iniziative giudiziarie. E non la fermerà, probabilmente, neppure la Riforma della scuola annunciata dal ministro dell’istruzione Giannini che, tra le tante novità, prevede nel 2015 l’assunzione di circa 150 mila precari.
La Corte Ue ha, in sostanza, dichiarato illegittimi i contratti a tempo determinato degli insegnanti se questi hanno occupato nella scuola posti vacanti per oltre trentasei mesi, anche non consecutivi. Dunque, dopo tre anni in cattedra come precari, gli insegnanti devono obbligatoriamente essere assunti a tempo indeterminato.
Una vittoria non da poco per i circa 300 mila precari italiani che insegnano da oltre trentasei mesi. E una vittoria che arriva grazie alla richiesta di chiarimenti in merito avanzata dal Tribunale di Napoli alla Corte di Giustizia europea. Nello specifico, il Tribunale partenopeo aveva chiesto "se la normativa italiana sia conforme all'accordo quadro dell'Ue sul lavoro a tempo determinato e, in particolare, se quest'ultimo consenta il rinnovo di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili, in attesa dell'espletamento delle procedure concorsuali per l'assunzione di personale di ruolo delle scuole statali, senza la previsione di tempi certi per l'espletamento dei concorsi ed escludendo qualsiasi risarcimento del danno subito a causa di un siffatto rinnovo".
La risposta della Corte Ue è stata netta. I contratti a tempo determinato oltre i trentasei mesi sono illegali. Nella sentenza, inoltre, si afferma chiaramente che l’ordinamento italiano "non prevede criteri obiettivi e trasparenti al fine di verificare se il rinnovo risponda ad un'esigenza reale, sia idoneo a conseguire l'obiettivo perseguito e sia necessario a tal fine". Inoltre, "non contempla neanche altre misure dirette a prevenire e a sanzionare il ricorso abusivo a tali contratti".
Cosa potrà accadere adesso? La sentenza della Corte Ue è vincolante. Ciò significa che tutti i precari che hanno maturato oltre tre anni di servizio hanno il diritto di essere assunti a tempo indeterminato. L’unica condizione posta per l’assunzione è che siano attualmente inseriti nell’organico scolastico. Tutti i maestri che hanno insegnato per oltre trentasei mesi, ma che attualmente non lavorano più presso una scuola pubblica, avranno soltanto il diritto a un risarcimento. Sempre a proposito di risarcimento: è possibile chiedere anche quanto dovuto a titolo di scatti di anzianità maturati dal 2002 al 2010. La sentenza, inoltre, interessa anche il personale amministrativo (Ata).
L’associazione sindacale degli insegnanti Gilda, intanto, annuncia una immediata diffida al Governo seguita, entro dicembre, da tutta una serie di iniziative giudiziarie. E non la fermerà, probabilmente, neppure la Riforma della scuola annunciata dal ministro dell’istruzione Giannini che, tra le tante novità, prevede nel 2015 l’assunzione di circa 150 mila precari.
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