Senato: via libera al Codice Appalti
Molte le novità anticorruzione: stop al criterio del costo minimo, agli affidamenti in house, alle varianti n corso d’opera e più poteri all’Autorità
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Il Senato ha approvato a larga maggioranza la nuova Riforma degli appalti che, adesso, dovrà superare l’esame della Camera dei Deputati. Diverse le novità contenute nel disegno di legge delega che recepisce le nuove direttive europee in materia (Direttiva 2014/23/UE sui contratti di concessione e la Direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici. Il nuovo Codice ha l’obiettivo di garantire maggior legalità, trasparenza e semplificazione in un settore, quello degli appalti, che è stato più volte al centro di scandali, casi di corruzione lungaggini eccessive.
Una delle principali novità è sicuramente quella che riguarda il maggior potere conferito all’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone. Sia perché gli atti emessi dall’Autorità saranno vincolanti e sia perché, in caso di presunte irregolarità, potrà interrompere le gare d’appalto in corso e quelle già concluse.
Altro punto cardine è lo stop degli affidamenti in house: da oggi in poi, gli appalti saranno aggiudicati con le normali procedure tramite bandi pubblici e non più con l’uso e l’abuso di deroghe e affidamenti in house. Per le concessioni già in essere, ci sarà un periodo transitorio di 12 mesi di adeguamento. Inoltre, è stato previsto un arresto delle varianti in corso d’opera, responsabili dell’aumento di costi dopo l’aggiudicazione degli appalti e dei rallentamenti delle tempistiche di realizzazione delle opere edili.
Altra novità rilevante è che l’abolizione del criterio unico del prezzo e del costo minore per aggiudicarsi la gara d’appalto. La scelta sarà fatta, invece, basandosi sull’offerta economicamente più vantaggiosa, che tenga conto cioè del costo rapportato alla qualità del servizio, dell’opera edile o della prestazione proposta. Ciò sposta il baricentro da un parametro strettamente quantitativo a uno bilanciato con la qualità del progetto. Grazie a questo nuovo criterio di selezione si valorizzano la fase e la qualità progettuale di architetti e ingegneri.
E ancora: avranno maggiori possibilità di aggiudicarsi l’appalto quelle imprese che avranno dimostrato di essere più meritevoli, non solo da un punto di vista contabile (fatturato, numero di addetti), ma anche in base alla reputazione aziendale costruita negli appalti precedenti (rispetto dei tempi di consegna, contenzioni con committenti, puntualità nei pagamenti...).
Il disegno di legge delega, per arrivare alla sua versione definitiva, deve passare attraverso il vaglio della Camera. Una volta ottenuto l’ok definitivo, il Governo dovrà emanare entro sei mesi i decreti legislativi in base a quanto dettato dalla legge delega. Tutto può ancora accadere ed essere modificato, ma è pacifico dire che le linee principali della riforma degli appalti siano ormai ben inquadrate.
Una delle principali novità è sicuramente quella che riguarda il maggior potere conferito all’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone. Sia perché gli atti emessi dall’Autorità saranno vincolanti e sia perché, in caso di presunte irregolarità, potrà interrompere le gare d’appalto in corso e quelle già concluse.
Altro punto cardine è lo stop degli affidamenti in house: da oggi in poi, gli appalti saranno aggiudicati con le normali procedure tramite bandi pubblici e non più con l’uso e l’abuso di deroghe e affidamenti in house. Per le concessioni già in essere, ci sarà un periodo transitorio di 12 mesi di adeguamento. Inoltre, è stato previsto un arresto delle varianti in corso d’opera, responsabili dell’aumento di costi dopo l’aggiudicazione degli appalti e dei rallentamenti delle tempistiche di realizzazione delle opere edili.
Altra novità rilevante è che l’abolizione del criterio unico del prezzo e del costo minore per aggiudicarsi la gara d’appalto. La scelta sarà fatta, invece, basandosi sull’offerta economicamente più vantaggiosa, che tenga conto cioè del costo rapportato alla qualità del servizio, dell’opera edile o della prestazione proposta. Ciò sposta il baricentro da un parametro strettamente quantitativo a uno bilanciato con la qualità del progetto. Grazie a questo nuovo criterio di selezione si valorizzano la fase e la qualità progettuale di architetti e ingegneri.
E ancora: avranno maggiori possibilità di aggiudicarsi l’appalto quelle imprese che avranno dimostrato di essere più meritevoli, non solo da un punto di vista contabile (fatturato, numero di addetti), ma anche in base alla reputazione aziendale costruita negli appalti precedenti (rispetto dei tempi di consegna, contenzioni con committenti, puntualità nei pagamenti...).
Il disegno di legge delega, per arrivare alla sua versione definitiva, deve passare attraverso il vaglio della Camera. Una volta ottenuto l’ok definitivo, il Governo dovrà emanare entro sei mesi i decreti legislativi in base a quanto dettato dalla legge delega. Tutto può ancora accadere ed essere modificato, ma è pacifico dire che le linee principali della riforma degli appalti siano ormai ben inquadrate.
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