Si alla bozza di disegno di Legge di Bilancio 2019
Pace fiscale, pensioni, reddito di cittadinanza e flat tax. Tutte misure che sono contenute nella bozza di disegno di Legge di Bilancio 2019 e nel decreto fiscale collegato e che erano contenute nel contratto firmato dal governo gialloverde. Un accordo sulla bozza arrivato ieri sera dopo giorni di gelo e dichiarazioni contrastanti all’interno dei partiti della maggioranza che dovevano rispettare le promesse fatte al proprio elettorato durante la campagna elettorale.
Critiche arrivano dalle opposizioni, mentre si attendono le reazioni dell’Unione europea dopo che avrà vagliato il documento mandato a Bruxelles. In attesa del giudizio della Commissione europea, nei prossimi giorni la manovra sarà dibattituta in Parlamento.
Ma ecco quali sono i punti principali dei 24 totali della bozza della manovra che dovrebbe costare 36,4 miliardi di euro, finanziata per la maggior parte da nuovo debito (circa 21 miliardi), da nuovi tagli e risparmi (circa 7 miliardi) e da aumenti di entrate attraverso nuove tasse – pare a banche e assicurazioni (circa 8 miliardi).
Pace fiscale
Nel decreto fiscale collegato alla Legge di bilancio 2019 saranno inserite un insieme di norme finalizzate a ridurre il contenzioso con il Fisco e l’abbattimento dei debiti dei contribuenti attraverso tre sanatorie (o condoni):
- cancellazione totale dei debiti inferiori a mille euro (multe comprese) relativi al periodo 2000-2010
- chi ha già presentato una dichiarazione dei redditi può pagare un’aliquota forfettaria del 20 per cento per pagare i debiti, senza sanzioni e interessi e potrà godere della stessa aliquota anche dichiarando redditi in nero attraverso una dichiarazione integrativa che non può essere superiore al 30 per cento di quanto già dichiarato e comunque non superiore ai 100 mila euro.
- è la cosiddetta “terza rottamazione” – per ridurre il contenzioso, si potranno inoltre sanare le liti con il fisco pagando senza sanzioni o interessi
Reddito di cittadinanza e pensioni di cittadinanza
Il reddito di cittadinanza è un sostegno al reddito per i disoccupati che può arrivare fino a 780 euro al mese. L’erogazione è subordinata all’iscrizione ai centri per l’impiego e allo svolgimento di otto ore lavorative alla settimana socialmente utili alla comunità. Il disoccupato non potrà rifiutare più di tre offerte lavorative, escluse quelle che arrivano da regioni differenti rispetto a quella di residenza. Il reddito di cittadinanza dovrebbe essere erogato a partire dalla prossima primavera e per il 2019 dovrebbe costare circa 9 miliardi.
La pensione di cittadinanza è, invece, un aumento delle pensioni minime che passeranno dalle attuali 500 euro circa a 780 euro. Ci sarà, però, una differenziazione tra chi è proprietario di un immobile e chi non lo è, ma non si conosce ancora come verrà attuata.
Flat tax per partite Iva e piccole imprese
In realtà, la flat tax così come promossa in campagna elettorale dal centro destra non c’è. Quella che è uscita dal derby tra M5s di Di Maio e Lega di Salvini è un ampliamento dei benefici fiscali già previsti per alcune partite Iva e piccole imprese. Aumenta, infatti, da 30 mila euro a 65 mila euro la soglia entro la quale si paga il 15% di IRPEF in sede di dichiarazione fiscale. Il costo della misura è di 600 milioni di euro per il 2019 e di 1,7 miliardi a partire dal 2020.
Pensioni
Viene superata la Legge Fornero attraverso l’introduzione del meccanismo cosiddetto “quota 100”: in pratica si potrà andare in pensione se sommando gli anni di età e gli anni di contribuzione lavorativa di raggiunge il numero 100. Si parte a febbraio/marzo in cui potranno andare in pensione le persone di 62 anni che hanno versato almeno 38 anni di contributi. Discorso diverso per le donne, per le quali è prevista l’“Opzione Donna”, che permette alle lavoratrici con 58 anni, se dipendenti, o 59 anni, se autonome, e 35 anni di contributi, di andare in pensione. La misura dovrebbe costare circa 7 miliardi di euro.
Riduzione delle pensioni d’oro
Previsto un taglio delle pensioni oltre i 4.500 euro netti mensili, attraverso un ricalcolo contributivo, ma al momento sono solo indiscrezioni e non è chiaro quale sarà il meccanismo.
Investimenti pubblici e piano di assunzioni straordinario
La bozza prevede una spesa di circa 5 miliardi di euro l’anno per il prossimo triennio per realizzare investimenti «nell’ambito infrastrutturale, dell’adeguamento antisismico, dell’efficientamento energetico, dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie».
Previste anche spese per circa 500 milioni di euro per assumere agenti di polizia, magistrati e personale amministrativo impegnati nelle forze dell’ordine e nella giustizia.
Stop al finanziamento pubblico all’editoria
Già sensibilmente ridotto negli anni passati, il sostegno pubblico all’editoria sarà definitivamente eliminato, ma non è ancora specificato con quali modalità e con quale tempistica.
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