Stretta del Senato sul caporalato


Approvato a palazzo Madama il disegno di legge che prevede fino a 6 anni di carcere per chi sfrutta i lavoratori agricoli. Ora il testo passa alla Camera
Stretta del Senato sul caporalato

I voti favorevoli sono stati 190 mentre non ci sono stati voti contrari. Solo 32 senatori si sono astenuti. In sostanza, il disegno di legge che introduce una stretta contro il fenomeno del caporalato nel mondo del lavoro, e in particolare in quello agricolo nel centro e sud Italia, è passato con quasi l’unanimità.

Il fenomeno del caporalato, infatti, è purtroppo diffuso nel nostro Paese e soprattutto nel Meridione, dove i proprietari terrieri sfruttano i lavoratori, in larga maggioranza stranieri (con e senza permesso di soggiorno), impiegati nell’attività stagionale di raccolta dei prodotti agricoli. I lavoratori impiegati e sfruttati dagli imprenditori e dai cosiddetti "caporali" (coloro che controllano e dirigono la manodopera) svolgono le loro mansioni con orari di lavoro estenuanti, vengono sottopagati e pernottano in alloggi di fortuna, spesso ammassati in casolari fatiscenti dalle scarse condizioni igieniche.

E’ un fenomeno che colpisce "più di 400mila lavoratrici e lavoratori, sia italiani che stranieri, e di cui si parla solo in occasione di eventi drammatici", ricorda la vice Presidente del Senato Valeria Fedeli e contro cui, da tempo, si attendevano delle contromisure.

E le contromisure sono arrivate. Il provvedimento passato al Senato prevede fino a 6 anni di carcere per l'intermediario e per il datore di lavoro che sfruttano i lavoratori agricoli approfittando del loro stato di necessità. Se lo sfruttamento viene commesso anche attraverso l’uso della violenza, gli anni di reclusioni aumentano da cinque a otto anni ed è previsto l'arresto in flagranza.

Il provvedimento ha introdotto una semplificazione degli indici che dovrebbero indicare se vi sia o meno lo sfruttamento del lavoratore tra i quali quelli che riguardano l’ammontare delle retribuzioni (che non devono essere difformi dai contratti collettivi, gli orari di lavoro giornalieri, i periodi di riposo, l’applicazione delle norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, la tipologia dei metodi di sorveglianza della manodopera e le condizioni alloggiative dei lavoratori agricoli.

Il provvedimento, inoltre, ridisegna il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, introduce la responsabilità diretta del datore di lavoro e prevede, in caso di violazioni della normativa, il commissariamento dell'azienda.

Il ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina, è soddisfatto del via libera del disegno di legge al Senato parlando di «una legge cruciale per sradicare una piaga inaccettabile, come la mafia» e di «battaglia che non è solo di civiltà, ma di giustizia».

Ora il provvedimento, deve passare alla Camera dei Deputati.

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