Tari 2022: come si calcola?
Tari è l’acronimo della Tassa sui rifiuti urbani che i proprietari di casa o gli inquilini (in caso di affitto) sono tenuti a versare annualmente ai Comuni. Gli introiti vengono utilizzati dagli enti locali per coprire i costi legati al servizio della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, escluse le spese legate al trattamento dei rifiuti speciali che sono a carico di chi li produce.
La Tari ha sostituito la Tares e l’importo da corrispondere è composto da due quote: una fissa (che dipende dalla dimensione dell’unità abitativa e dal numero dei componenti del nucleo familiare che vi abita) e una variabile.
Ecco allora come fare per calcolare la tassa sui rifiuti e capire qual è l’importo corretto da pagare.
La Tari è la tassa comunale sui rifiuti che deve essere corrisposta da chiunque detenga o possieda locali o aree scoperte, adibite per qualsiasi uso, purché siano suscettibili di produrre rifiuti. Come detto, la Tari è “destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, a carico dell'utilizzatore” dell’unità abitativa (ex articolo 1, comma 639, della Legge n. 147/2013).
Ogni anno, entro il 31 luglio, i Comuni devono adottare una delibera nella quale specificare la tariffa dovuta per ciascun tipo di utenza e le eventuali agevolazioni e detrazioni concesse al contribuente.
Ma quello che vale per tutti gli enti locali è che la Tari è composta da:
• una quota fissa, che si calcola moltiplicando i metri quadri dell’unità immobile per il numero degli occupanti (le cose cambiano se l’immobile non è la casa di residenza)
• una quota variabile, che varia da Comune a Comune in base alla quantità presunta di rifiuti prodotti e a seconda che si tratti di immobile ad uso domestico (residenziale o non residenziale) o non domestico (ad uso commerciale o industriali)
Se l’immobile non è utilizzato come residenza principale, il numero degli occupanti da considerare sono:
• 1 per gli immobili fino a 45 mq
• 2 per gli immobili fino a 60 mq
• 3 per gli immobili fino a 75 mq
• 4 per gli immobili oltre i 76 mq
In conclusione, per calcolare la Tari occorre conoscere la superficie dell’immobile espressa in metri quadrati, i dati catastali, il periodo di riferimento, il numero degli occupanti, il valore della quota fissa e variabile e l’ammontare della quota provinciale 5%.
Quando si paga la Tari?
Non esiste una scadenza unica che valga per l’intero territorio nazionale come accade per l’IMU.
Infatti, ogni Comune può scegliere proprie tempistiche di riscossione (garantendo comunque almeno due pagamenti semestrali) così come anche le modalità di riscossione.
In genere è il Comune stesso ad inviare alle scadenze decise i bollettini da pagare. Ma se ciò non dovesse accadere sarebbe a carico del contribuente l’onere di informarsi su come adempiere alla tassazione.
La maggior parte dei Comuni, comunque, opta per una riscossione della Tari divisa in tre tranche:
• il 1° acconto va versato entro la fine di aprile
• il 2° acconto va versato entro la fine di luglio
• il saldo va versato entro la fine dell’anno.
Per conoscere quanto pagare e come pagare, nel caso non si ricevessero i bollettini direttamente al proprio domicilio, è consigliabile affidarsi a un consulente fiscale e tributario per evitare di pagare successivamente la tassa maggiorata da sanzioni e interessi.
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