Tasi: in alcuni Comuni slitta a settembre
Il Ministero dell’Economia annuncia la proroga della tassa per i Comuni che entro il 23 maggio non avranno deliberato le aliquote

Dopo le tante polemiche e dubbi sulla tanto famigerata Tasi, la "tassa sui servizi indivisibili", arriva una prima certezza: i Comuni che entro la scadenza del prossimo 23 maggio non avranno deliberato l’aliquota di applicazione, potranno far slittare la tassa da giugno a settembre. Per tutti gli altri Comuni che, invece, hanno già definito l’aliquota, la scadenza della prima rata resta fissata al 16 giugno prossimo.
Lo ha deciso il Ministero dell’Economia che lo ha annunciato tramite una nota dopo aver incontrato l’Anci (l’Associazione dei Comuni italiani). Le ragioni dello slittamento avanzate da Via XX Settembre sono state, da una parte, legate all’esigenza di garantire ai contribuenti una maggiore certezza sugli adempimenti fiscali a loro carico e, dall’altra, legate alle esigenze determinate dal rinnovo dei consigli comunali.
Sono, infatti, più di quattro mila i Comuni interessati dalle campagne elettorali per i prossimi rinnovi dei consigli cittadini e che non sarebbero riusciti ad approvare in tempo le aliquote da applicare, se non altro anche per ragioni, presumibilmente, elettorali. Mentre, sono soltanto 832 i Comuni, su un totale di 8092, che hanno giù deliberato la quantificazione della Tasi: una cifra irrisoria, pari a circa il 10% del totale. Per i cittadini, proprietari di prime e seconde case negli 832 Comuni più "diligenti", la prima rata della Tasi scadrà, appunto, il 16 giugno e la seconda rata il 16 dicembre, come era previsto inizialmente per tutti.
Indipendentemente da "quando", la stangata arriverà: secondo i calcoli effettuali dalla UIL, nel 37% circa dei casi, la Tasi sarà più cara dell’Imu. Si sa già, ad esempio, che sui 32 capoluoghi di provincia che hanno già deliberato le aliquote, 12 hanno vinto il famigerato primato di aver applicato un’imposta più onerosa dell’Imu. Le città in questione sono: Bergamo, Ferrara, Genova, La Spezia, Macerata, Mantova, Milano, Palermo, Pistoia, Sassari, Savona, Siracusa.
Ma cos’è la Tasi? Quali le aliquote applicabili? E, infine, come si paga? La Tasi è la Tassa sui servizi indivisibile del Comune, un’imposta che viene utilizzata dall’ente locale per sostenere tutte le spese legate alla somministrazione dei servizi alla collettività, come l’anagrafe, il rifacimento e arredo urbano e l’illuminazione pubblica. La dovranno pagare tutti i cittadini proprietari di fabbricati, siano abitazioni principali o secondarie. E’ applicata anche sui fabbricati industriali e sulle aree edificabili. Sono esclusi dal pagamento le aree scoperte e i terreni agricoli.
Il calcolo della Tasi è simile a quello dell’Imu: occorre aumentare la rendita catastale dell’immobile del 5%, moltiplicare il risultato per 160 e, infine, applicare al nuovo prodotto l’aliquota decisa dal Comune di residenza. L’aliquota base è del 2,5 per mille, ma ogni Comune potrà applicare un’ulteriore addizionale dello 0,8 per mille arrivando così a un prelievo massimo del 3,3 per mille. In quest'ultimo caso, il Comune dovrà, però, prevedere una detrazione per i redditi più bassi. L’aliquota massima applicabile sulle seconde case è dell’11,4 per mille. Infine, gli enti locali devono stabilire la quota della Tasi a carico degli inquilini: quest’ultima è compresa tra il 10% e il 30%.
Per conoscere quali siano le delibere comunali sulla Tasi si deve consultare il sito del Ministero delle Finanze, ma per un calcolo esatto della tassa e, soprattutto, per sapere se si ha diritto a qualche detrazione è meglio rivolgersi a un esperto. Infine, come pagare la Tasi? Si può pagare sia tramite il modello F24, sia tramite un bollettino di conto corrente postale.
Lo ha deciso il Ministero dell’Economia che lo ha annunciato tramite una nota dopo aver incontrato l’Anci (l’Associazione dei Comuni italiani). Le ragioni dello slittamento avanzate da Via XX Settembre sono state, da una parte, legate all’esigenza di garantire ai contribuenti una maggiore certezza sugli adempimenti fiscali a loro carico e, dall’altra, legate alle esigenze determinate dal rinnovo dei consigli comunali.
Sono, infatti, più di quattro mila i Comuni interessati dalle campagne elettorali per i prossimi rinnovi dei consigli cittadini e che non sarebbero riusciti ad approvare in tempo le aliquote da applicare, se non altro anche per ragioni, presumibilmente, elettorali. Mentre, sono soltanto 832 i Comuni, su un totale di 8092, che hanno giù deliberato la quantificazione della Tasi: una cifra irrisoria, pari a circa il 10% del totale. Per i cittadini, proprietari di prime e seconde case negli 832 Comuni più "diligenti", la prima rata della Tasi scadrà, appunto, il 16 giugno e la seconda rata il 16 dicembre, come era previsto inizialmente per tutti.
Indipendentemente da "quando", la stangata arriverà: secondo i calcoli effettuali dalla UIL, nel 37% circa dei casi, la Tasi sarà più cara dell’Imu. Si sa già, ad esempio, che sui 32 capoluoghi di provincia che hanno già deliberato le aliquote, 12 hanno vinto il famigerato primato di aver applicato un’imposta più onerosa dell’Imu. Le città in questione sono: Bergamo, Ferrara, Genova, La Spezia, Macerata, Mantova, Milano, Palermo, Pistoia, Sassari, Savona, Siracusa.
Ma cos’è la Tasi? Quali le aliquote applicabili? E, infine, come si paga? La Tasi è la Tassa sui servizi indivisibile del Comune, un’imposta che viene utilizzata dall’ente locale per sostenere tutte le spese legate alla somministrazione dei servizi alla collettività, come l’anagrafe, il rifacimento e arredo urbano e l’illuminazione pubblica. La dovranno pagare tutti i cittadini proprietari di fabbricati, siano abitazioni principali o secondarie. E’ applicata anche sui fabbricati industriali e sulle aree edificabili. Sono esclusi dal pagamento le aree scoperte e i terreni agricoli.
Il calcolo della Tasi è simile a quello dell’Imu: occorre aumentare la rendita catastale dell’immobile del 5%, moltiplicare il risultato per 160 e, infine, applicare al nuovo prodotto l’aliquota decisa dal Comune di residenza. L’aliquota base è del 2,5 per mille, ma ogni Comune potrà applicare un’ulteriore addizionale dello 0,8 per mille arrivando così a un prelievo massimo del 3,3 per mille. In quest'ultimo caso, il Comune dovrà, però, prevedere una detrazione per i redditi più bassi. L’aliquota massima applicabile sulle seconde case è dell’11,4 per mille. Infine, gli enti locali devono stabilire la quota della Tasi a carico degli inquilini: quest’ultima è compresa tra il 10% e il 30%.
Per conoscere quali siano le delibere comunali sulla Tasi si deve consultare il sito del Ministero delle Finanze, ma per un calcolo esatto della tassa e, soprattutto, per sapere se si ha diritto a qualche detrazione è meglio rivolgersi a un esperto. Infine, come pagare la Tasi? Si può pagare sia tramite il modello F24, sia tramite un bollettino di conto corrente postale.
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