Trasformare un’idea in brevetto
Un’idea brillante da sola non basta. Per trasformarla in qualcosa di concreto è necessario avere conoscenze tecniche e legali
Non basta avere la giusta idea. Occorre saperla mettere in pratica nel modo corretto e, soprattutto tutelarla da copie e imitazioni. Uno dei metodi per concretizzare un’invenzione e raccoglierne i frutti è il brevetto. Per brevetto si intende il titolo giuridico che concede il diritto alla persona che realizza un’invenzione di sfruttarla in maniera esclusiva ed evitare che possa essere utilizzata da altri senza autorizzazione.
Prima di brevettare un’invenzione, però, si deve valutare se i guadagni siano superiori ai costi: bisogna, cioè, stimare se i profitti derivanti dall’immissione dell’invenzione sul mercato potrebbero essere maggiori rispetto ai costi sostenuti per realizzare l’idea e registrarla. E, cosa da non sottovalutare, occorre verificare che una creazione simile o uguale non sia già stata brevettata in precedenza.
Superato lo scoglio della ricerca su invenzioni simili, è necessario conoscere la giurisdizione dove il brevetto è valido. I brevetti, infatti, concedono i diritti allo sfruttamento esclusivo dell’invenzione limitatamente nel territorio nazionale del Paese che ha rilasciato il brevetto. Ad esempio, un brevetto concesso in Italia non è efficace in altri Paesi stranieri. Potrebbe essere utile, quindi, un’analisi preventiva dei brevetti che hanno efficacia all’interno delle nazioni dove si vorrebbe lanciare la creazione.
Una volta constatata la possibilità di registrazione dell’invenzione e dopo aver scelto i Paesi in cui brevettarla, è importante redigere il brevetto rispettando tutte le formalità legali necessarie affinché sia valido. Da un punto di vista strettamente formale, il documento deve rispettare dei requisiti specifici che riguardano il formato, i margini da adottare, le spaziature, la numerazione delle pagine, la modalità di scrittura, eventuali modifiche o cancellazioni, la scelta delle unità di misura o la presentazione di allegati.
Da un punto di vista contenutistico, il brevetto deve essere composto da tre parti: la descrizione dell’invenzione, il disegno e le rivendicazioni. La prima parte, quella della descrizione, è anche la parte più tecnica in cui deve essere descritta in maniera esaustiva e precisa la tecnica di realizzazione e produzione dell’invenzione. Occorre specificare, inoltre, il campo di applicazione della creazione, lo stato degli sviluppi tecnologici correnti al momento della registrazione del brevetto e il progresso che si intende attuare con l’invenzione. I disegni sono, appunto, le rappresentazioni figurative della creazione mentre le rivendicazioni sono gli elementi creativi che si vogliono tutelare da copie e contraffazioni.
La parte delle rivendicazioni è quella più strettamente legale, indispensabile per la tutela giuridica dell’inventore e della suo opera. Quindi, è anche la sezione più cruciale da redigere. Per cautelarsi da errori o per evitare che un brevetto lacunoso possa rivelarsi poco capace di tutelare l’inventore contro rivendicazioni altrui, è consigliabile farsi assistere da un esperto in materia nell’arco di tutte le fasi, dall’idea alla sua commercializzazione.
Prima di brevettare un’invenzione, però, si deve valutare se i guadagni siano superiori ai costi: bisogna, cioè, stimare se i profitti derivanti dall’immissione dell’invenzione sul mercato potrebbero essere maggiori rispetto ai costi sostenuti per realizzare l’idea e registrarla. E, cosa da non sottovalutare, occorre verificare che una creazione simile o uguale non sia già stata brevettata in precedenza.
Superato lo scoglio della ricerca su invenzioni simili, è necessario conoscere la giurisdizione dove il brevetto è valido. I brevetti, infatti, concedono i diritti allo sfruttamento esclusivo dell’invenzione limitatamente nel territorio nazionale del Paese che ha rilasciato il brevetto. Ad esempio, un brevetto concesso in Italia non è efficace in altri Paesi stranieri. Potrebbe essere utile, quindi, un’analisi preventiva dei brevetti che hanno efficacia all’interno delle nazioni dove si vorrebbe lanciare la creazione.
Una volta constatata la possibilità di registrazione dell’invenzione e dopo aver scelto i Paesi in cui brevettarla, è importante redigere il brevetto rispettando tutte le formalità legali necessarie affinché sia valido. Da un punto di vista strettamente formale, il documento deve rispettare dei requisiti specifici che riguardano il formato, i margini da adottare, le spaziature, la numerazione delle pagine, la modalità di scrittura, eventuali modifiche o cancellazioni, la scelta delle unità di misura o la presentazione di allegati.
Da un punto di vista contenutistico, il brevetto deve essere composto da tre parti: la descrizione dell’invenzione, il disegno e le rivendicazioni. La prima parte, quella della descrizione, è anche la parte più tecnica in cui deve essere descritta in maniera esaustiva e precisa la tecnica di realizzazione e produzione dell’invenzione. Occorre specificare, inoltre, il campo di applicazione della creazione, lo stato degli sviluppi tecnologici correnti al momento della registrazione del brevetto e il progresso che si intende attuare con l’invenzione. I disegni sono, appunto, le rappresentazioni figurative della creazione mentre le rivendicazioni sono gli elementi creativi che si vogliono tutelare da copie e contraffazioni.
La parte delle rivendicazioni è quella più strettamente legale, indispensabile per la tutela giuridica dell’inventore e della suo opera. Quindi, è anche la sezione più cruciale da redigere. Per cautelarsi da errori o per evitare che un brevetto lacunoso possa rivelarsi poco capace di tutelare l’inventore contro rivendicazioni altrui, è consigliabile farsi assistere da un esperto in materia nell’arco di tutte le fasi, dall’idea alla sua commercializzazione.
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