UE: sì al piano italiano per la banda ad alta velocità


Stanziati 4 miliardi di euro. Obiettivo: raggiungere una copertura dell’85% della popolazione e di tutti gli edifici pubblici
UE: sì al piano italiano per la banda ad alta velocità

La Commissione europea ha dato il via libera al piano nazionale italiano per la banda larga ad alta velocità. Un piano del valore di circa 4 miliardi di euro in vigore fino al 31 dicembre 2022.

L’ok da parte dell’Ue non era così scontato, dato che la commissione doveva appurare che il progetto fosse in linea con quanto stabilito in materia di aiuti Stato. Il piano, cioè, non doveva avere come scopo quello di agevolare e favorire alcune aziende italiane a discapito delle concorrenti degli Stati Membri.

La Ue, quindi, ha affermato che il piano nazionale è in linea con gli obiettivi del mercato unico digitale e "aiuterà il paese a dotarsi delle infrastrutture necessarie", così come ha affermato la responsabile dell'antitrust europeo, Margrethe Vestager.

Grazie al piano italiano per la banda larga ad alta velocità sarà possibile ottenere l'accesso a internet anche nelle aree a fallimento di mercato e si otterrà una copertura dell'85% della popolazione e di tutti gli edifici pubblici (in particolare a scuole e ospedali) con una connettività di almeno 100 Mbps.

Come ben spiegato nel comunicato stampa della Commissione europea, la strategia dell'Italia:

· comporterà la spesa di denaro pubblico per aree poco servite senza escludere gli investimenti privati. Sarà previsto un sostegno solo per le aree in cui attualmente non esiste alcun accesso alle reti di nuova generazione, vale a dire le reti che possono garantire velocità superiori a 30 Mbps, o in cui non ne è prevista la realizzazione nei prossimi tre anni (le cosiddette "aree bianche"). Per individuare queste aree, l'Italia ha effettuato una mappatura dettagliata e una consultazione pubblica;

· promuoverà l'utilizzo delle infrastrutture esistenti creando una base di dati con le informazioni pertinenti che non si limiterà alle infrastrutture della comunicazione e, incoraggiando gli offerenti a utilizzare le reti esistenti il più possibile, minimizzerà l'uso di fondi statali;

· stimolerà la concorrenza tra operatori e al livello del mercato al dettaglio. L'obiettivo è garantire che la nuova infrastruttura sia aperta a tutti gli operatori interessati, a vantaggio della concorrenza e dei consumatori. L'Italia ha espresso il proprio accordo a creare punti di interconnessione neutrali invece che collegare semplicemente le nuove reti di accesso alle infrastrutture già esistenti degli operatori storici. In questo modo, tutti gli operatori dovrebbero poter raggiungere le nuove infrastrutture di accesso in condizioni di parità;

· comporterà la concessione di aiuti di Stato mediante gare di appalto aperte conformi alla normativa italiana e dell'Unione in materia di appalti pubblici e rispettose del principio della neutralità tecnologica. In altre parole, l'aiuto non sarà assegnato ad una particolare tecnologia, ma le gare d'appalto stabiliranno i criteri qualitativi in considerazione delle caratteristiche del progetto. E’ in definitiva un piano che si svilupperà tra gli anni 2016-2022 e che comporterà sicuramente un aumento di competitività e informatizzazione del nostro Paese.

Articolo del: