Ultimatum Tasi


Entro oggi il 35% circa dei Comuni che mancano all’appello dovranno trasmettere le aliquote al Ministero dell’Economia
Ultimatum Tasi

Accantonata la pausa estiva, è ora di farsi due conti in tasca in vista delle scadenze fiscali, tra Imu, Tasi e Tari. A generare, in alcuni casi, ancora un po` di incertezza è la Tasi, per la quale, in molti Comuni, non è stata fissata l’aliquota da applicare. Sono, infatti, poco più di 2.800 i consigli comunali che entro oggi dovranno trasmettere la delibera con le aliquote fissate della Tassa sui sevizi indivisibili al Portale del federalismo fiscale gestito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Se ciò avverrà, entro il prossimo 18 settembre le delibere saranno pubblicate sul sito del dipartimento delle Finanze e i cittadini saranno in grado di capire quanto dovranno versare all’Erario entro il 16 ottobre prossimo a titolo di acconto.

Al contrario, i Comuni che entro oggi non trasmetteranno le delibere sulla Tasi, dovranno applicare necessariamente un’aliquota dell’1‰ senza la possibilità di applicare alcuna detrazione. Il cittadino, inoltre, dovrà pagare la Tassa in un’unica rata entro il 16 dicembre prossimo.

C’è da dire, però, che sono circa 5.250 i Comuni (il 65% circa del totale) ormai in regola, tra quelli più virtuosi (pari a 2.178) che avevano deliberato le aliquote già entro fine maggio - e i cui cittadini residenti avevano pagato l’acconto entro il 16 giugno - e i Comuni che hanno quantificato la Tasi per tempo in modo da far pagare l’acconto ai contribuenti entro il prossimo 16 ottobre. Tra questi ultimi, troviamo le città di Roma, Milano, Firenze, Bari, Catania e Verona.

Tempi a parte, ciò che interessa di più al cittadino, è la cifra che dovrà essere sborsata, dato che, in base agli studi della Cgia di Mestre (l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese) e le simulazioni della Uil, la Tasi si preannuncia una "batosta" peggiore dell’Imu sulla prima casa e andrà a colpire soprattutto le famiglie con reddito medio-basso e proprietari di appartamenti con rendite catastali più economiche e popolari (le categorie catastali A/3 e A/4).

La "batosta" dipenderà dalle aliquote applicate dal Comune: l’aliquota massima di base è pari al 2,5‰, ma potrà essere aumentata dello 0,8‰, fino a raggiungere, quindi, l’aliquota massima totale del 3,3‰ se il Comune intende applicare un’ulteriore addizionale per finanziare le detrazioni a supporto dei redditi più bassi. L’aliquota massima applicabile, invece, sulle seconde case è dell’11,4‰. Tasi anche per gli inquilini in affitto: ogni Comune ha stabilito o dovrà stabilire quale sia la quota della Tassa, se prevista, che sarà a carico dei locatari. Tale quota può essere compresa tra il 10% e il 30% della Tasi.

Sono 21 i capoluoghi di provincia che hanno applicato l’aliquota base massima del 2,5‰, tra cui Roma, Milano (tra le altre troviamo Alessandria, Asti, Belluno, Macerata, Forlì, Frosinone, Caserta, Pistoia, Lucca, Brescia e Vicenza). Ben 24, invece, sono i capoluoghi di provincia che hanno applicato l’aliquota massima totale del 3,3‰, considerando anche l’addizionale dello 0,8‰. Tra questi troviamo Bologna, Firenze, Genova, Ancona, Napoli e Venezia. Più che virtuosi, sono le città di Olbia, Ragusa e Trento che hanno deliberato, con gran pace dei loro cittadini residenti, una Tasi nulla. I Comuni interessati, dunque, sono 8.092 divisi tra quelli che hanno deliberato entro fine maggio, chi entro oggi e chi non rispetterà neppure la scadenza di oggi: le aliquote e le detrazioni applicabili sono tante e variano da Comune a Comune. Per questo, per conoscere quanto effettivamente occorre versare, sarebbe consigliabile affidarsi a un esperto.

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