Via libera all’Italicum. Ora è legge


La nuova legge elettorale è stata approvata con 334 sì, 61 no e 4 astenuti. Ecco come si voterà in futuro
Via libera all’Italicum. Ora è legge

L’italicum alla fine diventa legge. Dopo mesi di scontri e polemiche, la nuova legge elettorale è stata approvata anche alla Camera con 334 sì, 61 no e 4 astenuti. "Impegno mantenuto, promessa rispettata. L'Italia ha bisogno di chi non dice sempre no. Avanti, con umiltà e coraggio. È #lavoltabuona" twitta Renzi. Fanno eco i commenti entusiasti del Ministro Maria Elena Boschi ("Ci hanno detto ‘non ce la farete mai’. Si erano sbagliati, ce l'abbiamo fatta! Coraggio Italia, è #lavoltabuona") e di Alfano ('Una buona legge') a cui fanno da contraltare le critiche delle opposizioni e della stessa minoranza Pd. Roberto Calderoli, Vice Presidente del Senato e padre del Porcellum si spinge oltre ribattezzando subito la nuova legge Porcellissimum.

Ad ogni modo, nonostante lo scontro interno al Pd e l’uscita dall’Aula delle opposizioni (Forza Italia, Lega, Fdi e M5S) l’Italicum ora è legge. Ecco i punti della nuove legge elettorale.

Innanzitutto entrerà in vigore dal 1° luglio 2016 e riguarderà esclusivamente l’elezione della Camera dei Deputati dato che il Senato, entro tale data, dovrà essere oggetto di riforma con elezione non elettiva dei suoi componenti.

E’ una legge proporzionale che, però, garantisce la governabilità attraverso un premio di maggioranza attribuito alla lista che supera il 40% dei voti. Per la prima volta il premio di maggioranza è attribuito alla lista di un partito e non alla coalizione, sancendo così la fine dell’era delle coalizioni tra partiti. Chi otterrà il premio di maggioranza avrà la maggioranza assoluta dei seggi, 340 sui 630 totali.Nel caso in cui nessun partito dovesse superare la soglia del 40% al primo turno, si procederebbe con il secondo turno che prevede il ballottaggio tra i due partiti più votati. Tra il primo e il secondo turbo non sono possibili alleanze come è, al contrario, previsto nell’elezione dei sindaci.

E’ previsto uno sbarramento al 3% per poter essere eletti ed entrare in Parlamento.

Infine i collegi: l’Italia è stata divisa in 100 collegi plurinominali in ciascuno dei quali sarà possibile presentare un capolista bloccato e scelto dal partito. Solo se si è capolista, ci si può presentare in altri collegi, al massimo 10. Dopo il capolista, gli altri candidati potranno essere eletti tramite preferenze all’interno di miniliste. Potranno essere apposte al massimo due preferenze (un uomo e una donna) tra i candidati presenti appunto nelle miniliste composte da un minimo di tre candidati a un massimo di nove, in base all’ampiezza del collegio e sempre divisi tra uomini e donne.

Articolo del:

I professionisti più vicini a te in Diritto costituzionale