Voluntary diclosure bis a luglio
Allo studio la nuova procedura per il rientro dei capitali dall'estero anche per il 2015-2016

Dopo giorni di indiscrezioni è arrivata la notizia che appare più concreta sull’avvio di una "voluntary diclosure bis".E’ allo studio, infatti, la riapertura dei termini per il rientro dei capitali dall’estero.
Lo rende noto l’agenzia Ansa, secondo la quale "il governo sarebbe intenzionato a presentare la ‘voluntary bis’ entro luglio, e comunque prima della fine dell’estate. Il provvedimento è ancora in via di limatura ma il meccanismo dovrebbe ricalcare quello già utilizzato nella prima fase e consentire di ‘coprire’ anche il 2015-2016. Il potenziale incasso sarebbe di 1-2 miliardi".
In attesa di capire cosa prevedrà la nuova iniziativa e quanto sarà riproposta a luglio, è utile ricordare che la "prima" voluntary disclosure offriva la possibilità all’evasore fiscale di regolarizzarsi pagando quanto dovuto in un’unica soluzione o in tre rate al massimo, beneficiando di sanzioni in forma ridotta e dell’esclusione della punibilità per i reati penali di dichiarazione fraudolenta, dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, omesso versamento di ritenute certificate, omesso versamento di Iva, riciclaggio e del neo-reato di autoriciclaggio.
In pratica, grazie alla voluntary disclosure è stato possibile regolarizzare le "violazioni in materia di imposte sui redditi e relative addizionali, di imposte sostitutive, di imposta regionale sulle attività produttive e di imposta sul valore aggiunto, nonché per le eventuali violazioni relative alla dichiarazione dei sostituti d'imposta".
Ciò è stato possibile grazie alla nuova normativa sul cosiddetto "monitoraggio fiscale", entrata in vigore dal 1° gennaio 2015, la cui violazione è stata soggetta appunto a sanzioni ridotte proprio a fronte della voluntary disclosure. Il monitoraggio fiscale avviene tramite un controllo sulla compilazione del quadro RW nella dichiarazione dei redditi che registra gli scambi dei redditi e dei capitali con l’estero.
E’ utile ricordare anche che la voluntary disclosure prevedeva due trattamenti sanzionatori differenti a seconda che il paese estero da cui provengono i capitali sia tra quelli elencati nella Black List (Stati a "fiscalità privilegiata") o nella White List (Stati membri dell'Unione europea o in Stati aderenti all'Accordo sullo Spazio economico europeo).
Lo rende noto l’agenzia Ansa, secondo la quale "il governo sarebbe intenzionato a presentare la ‘voluntary bis’ entro luglio, e comunque prima della fine dell’estate. Il provvedimento è ancora in via di limatura ma il meccanismo dovrebbe ricalcare quello già utilizzato nella prima fase e consentire di ‘coprire’ anche il 2015-2016. Il potenziale incasso sarebbe di 1-2 miliardi".
In attesa di capire cosa prevedrà la nuova iniziativa e quanto sarà riproposta a luglio, è utile ricordare che la "prima" voluntary disclosure offriva la possibilità all’evasore fiscale di regolarizzarsi pagando quanto dovuto in un’unica soluzione o in tre rate al massimo, beneficiando di sanzioni in forma ridotta e dell’esclusione della punibilità per i reati penali di dichiarazione fraudolenta, dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, omesso versamento di ritenute certificate, omesso versamento di Iva, riciclaggio e del neo-reato di autoriciclaggio.
In pratica, grazie alla voluntary disclosure è stato possibile regolarizzare le "violazioni in materia di imposte sui redditi e relative addizionali, di imposte sostitutive, di imposta regionale sulle attività produttive e di imposta sul valore aggiunto, nonché per le eventuali violazioni relative alla dichiarazione dei sostituti d'imposta".
Ciò è stato possibile grazie alla nuova normativa sul cosiddetto "monitoraggio fiscale", entrata in vigore dal 1° gennaio 2015, la cui violazione è stata soggetta appunto a sanzioni ridotte proprio a fronte della voluntary disclosure. Il monitoraggio fiscale avviene tramite un controllo sulla compilazione del quadro RW nella dichiarazione dei redditi che registra gli scambi dei redditi e dei capitali con l’estero.
E’ utile ricordare anche che la voluntary disclosure prevedeva due trattamenti sanzionatori differenti a seconda che il paese estero da cui provengono i capitali sia tra quelli elencati nella Black List (Stati a "fiscalità privilegiata") o nella White List (Stati membri dell'Unione europea o in Stati aderenti all'Accordo sullo Spazio economico europeo).
Articolo del: