Voucher e servizi per l’infanzia
Sono aperti i termini per presentare la domanda di ottenimento del bonus bebè per il 2015

Anche per quest’anno è prevista l’agevolazione dedicate alle neo mamme che rientrano al lavoro dopo la maternità obbligatoria rinunciando al congedo parentale. Tale agevolazione, prevista dall’art. 4, comma 24, lett. b) della Legge Fornero (Legge 92/2012), ha introdotto in via sperimentale per il triennio 2013/2015 l’erogazione di un bonus bebè del valore di 300 euro mensili sotto forma di voucher per il servizio di baby-sitting o come sconto sulle rette di asili pubblici o privati accreditati. Dunque, a meno che tale iniziativa non venga rinnovata in futuro, quest’anno è anche l’ultimo in cui si potrà godere di tale agevolazione.
Chi ne ha diritto? E come funziona?
Hanno diritto a rientrare nell’agevolazione tutte le dipendenti neo mamme del settore pubblico e privato, tutte le parasubordinate o libere professioniste iscritte alla gestione separata Inps e le lavoratrici incinte la cui data presunta del parto sia compresa entro i quattro mesi successivi alla scadenza del bando per la presentazione della domanda per ottenere il Bonus. Non ne hanno, invece, diritto le libere professioniste iscritte a gestioni particolari (coltivatrici dirette, mezzadre e colone, artigiane, commercianti, imprenditrici agricole a titolo principale, pescatrici autonome della piccola pesca marittima e delle acque interne), le lavoratrici già esentate dal pagamento delle prestazioni dei servizi pubblici per l’infanzia e le lavoratrici che usufruiscono dei benefici coperti dal Fondo per le Politiche relative ai diritti e alle pari opportunità.
Per ottenere il bonus sotto forma di voucher per il servizio di baby-sitting o come sconto sulle rette degli asili è necessario rinunciare a tutto o a una parte del congedo parentale dei sei mesi complessivi. In cambio si avrà diritto al bonus, per un massimo sempre di sei mesi (ridotti a tre nel caso di iscrizione alla gestione separata), ottenibile nell’arco degli undici mesi successivi al termine dell’astensione obbligatoria. La scelta di erogare i 300 euro mensili in forma diversa dai contanti è stata dettata, presumibilmente, dall’esigenza di scongiurare eventuali comportamenti scorretti da parte di chi, avvalendosi ad esempio dell’aiuto dei nonni, avrebbe meno bisogno del contributo per pagare le baby sitter o le rette degli asili.
Per ottenere il Bonus è necessario presentare, in via telematica, una domanda all’Inps, in base al bando pubblicato dall’Ente, il quale poi pubblicherà la graduatoria delle neomamme che potranno ricevere il contributo in base alla copertura finanziaria prevista. Nella domanda vanno indicati i dati dei richiedenti e del datore di lavoro, gli eventuali periodi di congedo parentale già goduti e la scelta del tipo di contributo desiderato tra voucher o pagamento della retta scolastica. Importante è anche la presentazione dell’Isee che certifica la situazione economica equivalente del nucleo familiare.
Chi ne ha diritto? E come funziona?
Hanno diritto a rientrare nell’agevolazione tutte le dipendenti neo mamme del settore pubblico e privato, tutte le parasubordinate o libere professioniste iscritte alla gestione separata Inps e le lavoratrici incinte la cui data presunta del parto sia compresa entro i quattro mesi successivi alla scadenza del bando per la presentazione della domanda per ottenere il Bonus. Non ne hanno, invece, diritto le libere professioniste iscritte a gestioni particolari (coltivatrici dirette, mezzadre e colone, artigiane, commercianti, imprenditrici agricole a titolo principale, pescatrici autonome della piccola pesca marittima e delle acque interne), le lavoratrici già esentate dal pagamento delle prestazioni dei servizi pubblici per l’infanzia e le lavoratrici che usufruiscono dei benefici coperti dal Fondo per le Politiche relative ai diritti e alle pari opportunità.
Per ottenere il bonus sotto forma di voucher per il servizio di baby-sitting o come sconto sulle rette degli asili è necessario rinunciare a tutto o a una parte del congedo parentale dei sei mesi complessivi. In cambio si avrà diritto al bonus, per un massimo sempre di sei mesi (ridotti a tre nel caso di iscrizione alla gestione separata), ottenibile nell’arco degli undici mesi successivi al termine dell’astensione obbligatoria. La scelta di erogare i 300 euro mensili in forma diversa dai contanti è stata dettata, presumibilmente, dall’esigenza di scongiurare eventuali comportamenti scorretti da parte di chi, avvalendosi ad esempio dell’aiuto dei nonni, avrebbe meno bisogno del contributo per pagare le baby sitter o le rette degli asili.
Per ottenere il Bonus è necessario presentare, in via telematica, una domanda all’Inps, in base al bando pubblicato dall’Ente, il quale poi pubblicherà la graduatoria delle neomamme che potranno ricevere il contributo in base alla copertura finanziaria prevista. Nella domanda vanno indicati i dati dei richiedenti e del datore di lavoro, gli eventuali periodi di congedo parentale già goduti e la scelta del tipo di contributo desiderato tra voucher o pagamento della retta scolastica. Importante è anche la presentazione dell’Isee che certifica la situazione economica equivalente del nucleo familiare.
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