Web tax a partire dal 2019
A partire dal 1° gennaio 2019 sarà applicata un’imposta del 6% sulle transazioni online. Ma non per tutti

Una delle misure che saranno introdotte con la nuova Legge Finanziaria 2018 è la Web Tax, da tempo annunciata, ma che a breve sarà legge. E precisamente dal 1° gennaio 2019. La web tax è un’aliquota pari al 6% che sarà applicata sulle prestazioni di servizi effettuati con mezzi elettronici, ovvero su tutti i servizi di e-commerce.
Lo scopo è quello di far pagare le tasse ai colossi stranieri del mercato digitale, come Google, Facebook, Amazon che, pur generando profitti aziendali, non versano tasse nel nostro Paese.
Il funzionamento del prelievo della web tax prevede che le imprese italiane che usufruisco dei servizi dei colossi del web dovranno trattenere dalle fatture da pagare il 6% dell’importo che dovrà poi essere versato all’Erario. Però, a fare da sostituti di imposta saranno gli intermediari finanziari (Poste italiane, banche, istituti di credito, ecc...) che dovranno comunicare all'Agenzia delle Entrate tutte le transazioni avvenute tra le aziende italiane e i giganti del web.
La comunicazione da parte degli istituti finanziari è essenziale poiché, superate le 1.500 operazioni per un giro di affari di almeno 1,5 milioni di euro nell'arco di 6 mesi, scatta il controllo. Infatti, se:
- l’azienda opera in Italia con una stabile organizzazione, pur non essendo residente, l’impresa deve redige un bilancio in cui emerge il reddito d'impresa
- l’azienda opera in Italia ma senza una stabile organizzazione e senza essere residente, l’impresa deve versare una tassa del 6%.
La web tax graverà sulle transazioni digitali tra le imprese italiane e i colossi del web, ma per evitare che la nuova tassazione gravi sulle aziende italiane, è stato contestualmente previsto un tax credit pari al 6% sul fatturato delle imprese italiane.
Ma la web tax non colpirà tutti. Sono stati esclusi:
- i contribuenti nel regime forfettario
- i contribuenti nel regime dei minimi
- le imprese agricole
- gli scambi di valore inferiore ai 30 euro
- le aziende non residenti, ma con una stabile organizzazione in Italia
- le persone persone fisiche non imprenditori
Per ottenere maggiori informazioni al riguardo è consigliabile affidarsi a un commercialista esperto. Cercatelo nel nostro sito. Il primo contatto in studio è gratuito!
Lo scopo è quello di far pagare le tasse ai colossi stranieri del mercato digitale, come Google, Facebook, Amazon che, pur generando profitti aziendali, non versano tasse nel nostro Paese.
Il funzionamento del prelievo della web tax prevede che le imprese italiane che usufruisco dei servizi dei colossi del web dovranno trattenere dalle fatture da pagare il 6% dell’importo che dovrà poi essere versato all’Erario. Però, a fare da sostituti di imposta saranno gli intermediari finanziari (Poste italiane, banche, istituti di credito, ecc...) che dovranno comunicare all'Agenzia delle Entrate tutte le transazioni avvenute tra le aziende italiane e i giganti del web.
La comunicazione da parte degli istituti finanziari è essenziale poiché, superate le 1.500 operazioni per un giro di affari di almeno 1,5 milioni di euro nell'arco di 6 mesi, scatta il controllo. Infatti, se:
- l’azienda opera in Italia con una stabile organizzazione, pur non essendo residente, l’impresa deve redige un bilancio in cui emerge il reddito d'impresa
- l’azienda opera in Italia ma senza una stabile organizzazione e senza essere residente, l’impresa deve versare una tassa del 6%.
La web tax graverà sulle transazioni digitali tra le imprese italiane e i colossi del web, ma per evitare che la nuova tassazione gravi sulle aziende italiane, è stato contestualmente previsto un tax credit pari al 6% sul fatturato delle imprese italiane.
Ma la web tax non colpirà tutti. Sono stati esclusi:
- i contribuenti nel regime forfettario
- i contribuenti nel regime dei minimi
- le imprese agricole
- gli scambi di valore inferiore ai 30 euro
- le aziende non residenti, ma con una stabile organizzazione in Italia
- le persone persone fisiche non imprenditori
Per ottenere maggiori informazioni al riguardo è consigliabile affidarsi a un commercialista esperto. Cercatelo nel nostro sito. Il primo contatto in studio è gratuito!
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