Accesso abusivo al profilo facebook del coniuge


Si può accedere al profilo facebook del coniuge se si conoscono le credenziali?
Accesso abusivo al profilo facebook del coniuge

Con la sentenza n. 2905 del 22/01/2019, la Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità penale dell’imputato per aver compiuto un accesso abusivo al profilo Facebook del coniuge.


I giudici hanno infatti ritenuto che la conoscenza, da parte dell’uomo, delle chiavi di accesso al sistema informatico della moglie non escluda il carattere abusivo dell’ingresso.
Vero è che proprio a seguito di detto accesso l’imputato aveva conosciuto il contenuto di conversazioni riservate, intrattenute dalla moglie con altro uomo.
Tali conversazioni erano poi state adoperate dall’uomo nella causa di separazione, contro la volontà del coniuge e a danno della stessa.


Si legge nella citata sentenza: “1.2. Va altresì affrontato un tema che il ricorrente ha posto, vale da dire quello della valenza a discarico dell’avvenuta comunicazione delle credenziali all’imputato da parte della moglie prima del lacerarsi della loro relazione, segnalando peraltro che non risulta chiaramente dalla sentenza impugnata quale sia stato il veicolo di conoscenza (se le credenziali non le avesse comunicate la omissis, evidentemente sarebbe esclusa in radice la possibilità di discutere di un’eventuale autorizzazione, ancorché implicita, all’accesso).


A prescindere da quest’ultima riflessione, giova comunque osservare che, come già affermato da questa sezione in un caso analogo al presente (se. 5, n. 52572 del 06/06/2017, P.F., non massimata), la circostanza che il ricorrente fosse a conoscenza delle chiavi di accesso della moglie al sistema informatico – quand’anche fosse stata quest’ultima a renderle note e a fornire, così, in passato, un’implicita autorizzazione all’accesso – non escluderebbe comunque il carattere abusivo degli accessi sub iudice. Mediante questi ultimi, infatti, si è ottenuto un risultato certamente in contrasto con la volontà della persona offesa ed esorbitante rispetto a qualsiasi possibile ambito autorizzatorio del titolare dello ius escludendi alios, vale a dire la conoscenza di conversazioni riservate e finanche l’estromissione dall’account Facebook della titolare del profilo e l’impossibilità di accedervi”.

 

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di Avv. Gianna Manferto

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