Adolescenti, come superare la crisi


Adolescenza: ritrovare la fiducia in se stessi e la propria strada in momenti di difficoltà
Adolescenti, come superare la crisi

L’adolescente si trova a risolvere dei compiti di sviluppo per poter diventare grande: rendersi autonomo dalla famiglia, separarsi e costruire una nuova immagine di sé.

Quando qualcosa si inceppa e la fiducia in sé viene meno, fare un percorso di terapia breve può essere la chiave di volta per sbloccare una fase di impasse. Nella mia attività utilizzo l’approccio centrato sulla persona che focalizza l’attenzione sull’esperienza e assegna un ruolo importante all’autorealizzazione.


Cosa succede durante l’adolescenza?

L’adolescenza è una fase di trasformazione in cui è importante inserirsi positivamente in un gruppo di coetanei, sviluppare un’identità sociale, la propria sessualità, considerare la riuscita scolastica come un mezzo per costruire il proprio futuro professionale.

Il corpo cambia, la propria immagine corporea si rielabora e a volte è vissuta come goffa o estranea. Ansia, vergogna o insicurezza sono entro certi limiti fisiologici, oltre possono riflettere un rifiuto verso il proprio corpo.

L’adolescente riflette su di sé, sui propri vissuti, sul proprio pensiero, si pone interrogativi sull’esistenza e cerca nuovi ideali. Costruisce la propria identità per tentativi, oscillando tra una dimensione infantile e una adulta con spinte contraddittorie, incertezze, ambivalenze.

Durante questo processo, integra vari parti di sé, emozioni, relazioni, affetti, sentimenti, pensieri, e trasforma i rapporti familiari. Si distacca dalle certezze dell’infanzia e dall’immagine infantile di sé e dei genitori, che non sono più i detentori assoluti della verità.

Ed ecco che il bisogno di autonomia e dipendenza, libertà e sicurezza, può portare a vivere momenti conflittuali e a un forte senso di isolamento e solitudine. La perdita delle sicurezze del mondo infantile possono generare senso di vuoto, momenti di depressione, opposizione verso i genitori, comportamenti di evitamento verso la sessualità o comportamenti devianti o antisociali.

L’adolescente vive un senso di precarietà, cambiamento, instabilità, confusione: l’autostima può essere minacciata, ma l’adulto che saprà riconoscere questo momento evolutivo e accettarlo favorirà di certo il processo di crescita.


Psicoterapia breve e approccio centrato sulla persona

Il tipo di intervento più utile in adolescenza è il percorso di psicoterapia breve che permette di rimuovere gli ostacoli alla crescita. Il numero di incontri è definito e limitato. Il percorso prevede, inoltre, incontri con i genitori che saranno anch’essi ascoltati nei propri bisogni e aspettative.

Lo sviluppo delle “qualità centrate sulla persona” - empatia, accettazione positiva incondizionata, congruenza, capacità di riconoscere queste qualità - porta, nella maggior parte dei casi, a migliorare l’immagine che si ha di se stessi e favorisce la crescita di una persona in modo pieno.

Secondo l’approccio centrato sulla persona, ciascuno possiede una forza motivante, la tendenza attualizzante, che induce a realizzare se stessi, a procedere secondo una spinta interna, che orienta verso una sempre maggiore socializzazione. La tendenza a progredire, tuttavia, a volte avviene faticosamente, ma la spinta rimane forte.

La persona tende all’autonomia, allo sviluppo delle potenzialità innate.

Attraverso, l’ascolto attivo, il rispecchiamento empatico, la restituzione dell’immagine che ci si è formati, si favorisce il riconoscimento in questa immagine e il processo di individuazione e separazione. L’effetto specchio permette un riconoscimento parziale o globale di sé.


Matteo: la fatica di diventare grande e la terapia come opportunità di crescita

Matteo è un ragazzo di 16 anni, vive un periodo di stress, ansia, perde i capelli e viene in studio dopo una visita dermatologica. Racconta della tanta fatica a concentrarsi, di un’inaspettata bocciatura a scuola, del fallimento con la ragazza tanto desiderata, della preoccupazione per il proprio corpo e per la caduta dei capelli.

Mi racconta le sue emozioni, sentimenti opposti e contraddittori: paura della critica e paura di sbagliare, ansia, rabbia, delusione, vergogna, timidezza. Insieme esploriamo ciò di cui desidera parlare, senza forzature. Inoltre, integro l’approccio centrato sulla persona con tecniche di rilassamento e tecniche espressivo pittoriche.

Poco alla volta, Matteo riferisce di sentirsi più tranquillo e meno ansioso, riesce a concentrarsi. All’inizio si vergognava a venire in terapia, poi scopre che si può parlare di qualsiasi cosa e “svuotare il sacco” dà un senso di liberazione. In terapia, insomma, non vengono solo i matti! Si sente ascoltato, visto e riconosciuto e può parlare di cose di cui non parla con nessuno. Da quando viene a colloquio non usa più né creme né fiale per i capelli e questi ricrescono.

Durante gli incontri, si esprime e si racconta nelle sue opinioni ed emozioni. Col tempo, si sente più fiducioso e meno severo con se stesso, vive i rapporti con ragazze e insegnanti con più serenità, riesce a fare nuove amicizie e si sente più sciolto.

Passa l’ansia data dal timore del giudizio degli altri e dalla paura di sbagliare, il timore di non rispondere alle aspettative, accetta di poter sbagliare e l’idea che lui è ok, va bene così come è, qualsiasi cosa succeda; si accetta di più, vive le emozioni e può trovare le parole per dire ciò che pensa e sente. Gestisce lo stress, ritrova la calma necessaria per affrontare lo studio e ritrova più entusiasmo e soddisfazione per la scuola.

Inoltre, il ragazzo consolida un senso di benessere e autostima, allarga la cerchia di amicizie, se qualcosa non va bene non ne fa più una tragedia. E’ più curioso di conoscere persone e posti nuovi, è più aperto verso agli altri e non ha più paura di non sapere cosa dire. Crede che i problemi si possano risolvere e sul fatto di avere le risorse per affrontarli.

L’accettazione verso se stesso è di certo stato l’elemento di svolta nel suo percorso. Superati gli ostacoli, Matteo riprendere a fluire e a camminare fiducioso sui propri passi.

 

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di Dott.ssa Viviana Sanzone

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