Adozione di bambini da parte di coppie gay


Ma è vero che la Corte di Strasburgo apre all'adozione per le coppie gay?
Adozione di bambini da parte di coppie gay
Certo la recente sentenza della Corte di Cassazione in materia di cosiddetta filiazione gay desta molto stupore, specie se la si presenta con toni meramente giornalistici. Tuttavia non sono d'accordo sul fatto che tale sentenza rappresenti la breccia di Porta Pia in favore delle istanze della comunità omosessuale in tema di genitorialità. Nel caso preso in esame dalla Corte si analizzava la fattispecie di un figlio di genitori separati il quale, una volta affidato alla madre, è andato con questa a convivere con la nuova compagna della stessa. Quindi il bambino aveva vissuto in un contesto familiare rappresentato da un genitore di sesso maschile e da un genitore di sesso femminile, salvo poi condividere lo spazio domestico con una nuova figura femminile, che, però, non poteva e non può assurgere al rango di genitore; quel bambino avrà sempre e comunque due genitori, uno di sesso maschile, uno di sesso femminile, ancorché separati legalmente. Si potrà discutere quanto la scelta di convivenza della madre possa incidere sulla psiche del figlio che, come qualsiasi altro bambino al centro della separazione dei genitori, è un bambino spezzato. Già le nuove relazioni sentimentali dei genitori separati causano sofferenza ai figli, specie se accompagnate da una troppo tempestiva convivenza; immaginarsi se la relazione e la convivenza vengono vissute con una persona del medesimo sesso del genitore. Allora, però, si potrebbe e si dovrebbe discutere sulle capacità genitoriali di questa madre, non già sulla opportunità e meno dell'adozione di figli da parte di coppie gay, perché pregiudizievole è anche la madre che convive con un pregiudicato o il padre che convive con una compagna che ostacola il rapporto padre-figlio: il discorso interessa piani concettuali e giuridici assolutamente diversi.

A voler avere la pazienza e la grazia di leggere i lavori preparatori che hanno portato l'Assemblea Costituente a regalarci una delle migliori Carte Costituzionali, si nota la difficoltà sorta intorno al negoziato concettuale sull'idea giuridica di matrimonio. Certo, era il dopoguerra, vigeva la minaccia sovietica e le forze cattoliche erano ben schierate per far valere le proprie ragioni storiche. Questo solo per far capire quanto sarà tortuoso un ulteriore negoziato concettuale in merito ai matrimoni gay. Tuttavia, all'appassionato del Diritto Minorile, una domanda la coscienza etica la pone: se i trattati internazionali, a partire dalla meravigliosa Convenzione di New York del 1989, affermano che in ogni decisione delle Autorità Giudiziarie che investono, anche in maniera indiretta, i fanciulli, bisogna avere riguardo per il preminente interesse del loro equilibrio psico-fisico, perché quando parliamo della genitorialità in favore di coppie gay, anziché partire con un approccio adultocentrico, non iniziamo a guardare la cosa con gli occhi dei bambini? Certamente potrebbero ricevere lo stesso amore da una coppia genitoriale omosessuale, ma la vera domanda è un'altra: come il bambino, la sua psiche, la sua anima, la sua personalità, le sue relazioni sociali ne verrebbero influenzate?

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di avv. Massimiliano Arena

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