Affidarsi a un consulente finanziario per far fruttare il proprio patrimonio

L’Italia è un Paese di risparmiatori, ma anche un Paese caratterizzato da una bassa cultura finanziaria. Un connubio poco favorevole alle tasche degli italiani che, in maniera inconsapevole, vedono erodere il proprio capitale.
Secondo i recenti dati di Bankitalia, su 1.396 miliardi di depositi e risparmio postale, 960 miliardi sono riferibili alle famiglie e una delle ragioni che sta alla base a questo primato tutto italiano è la mancanza di fiducia nel consulente finanziario.
Purtroppo, però, a causa di tale opinione diffusa, a rimetterci sono proprio i risparmiatori che vedono diminuire il proprio capitale lasciato in deposito nei conti correnti a causa del gap tra gli interessi arrivi dovuti dalla banca (praticamente ormai a zero) e i costi e le tasse da versare per tenere i soldi in banca. A ciò si aggiunge, un altro balzello occulto: l’inflazione!
Infatti, la crescita generalizzata dei prezzi al consumo, seppur controllata in base ai trattati di Maastricht, è certamente superiore agli interessi attivi erogati dalle banche. Il risultato è una costante e impercettibile perdita di potere di acquisto che pesa (subdolamente poiché non immediatamente percettibile) sui bilanci delle famiglie italiane.
La soluzione a ciò è cominciare a pianificare la propria strategia patrimoniale.
Per farlo occorre rivolgersi a un consulente finanziario esperto e competente. Come fare per capire chi abbiamo di fronte? Perché bisognerebbe fidarsi?
Innanzitutto, occorre verificare quali siano i titoli in base ai quali svolge la professione, è doveroso chiedere se è iscritto all’albo unico dei consulenti finanziari (OCF). Appurato ciò, va analizzato l’approccio professionale del consulente.
Il consulente finanziario è colui il quale, in base alle proprie competenze e conoscenze, analizza la situazione patrimoniale e reddituale specifica del cliente, registra i suoi obiettivi e le sue esigenze e fornisce una serie di alternative ad hoc per il singolo caso, ma solo dopo un attendo studio. Le soluzioni proposte standardizzate non sono indice di competenza. Il lavoro del consulente finanziario potrebbe essere paragonato a un lavoro di sartoria: un abito adatto per ogni singola persona!
Esistono, infatti, svariati strumenti finanziari, istituti legali e soluzioni finanziarie che, se adeguatamente calibrate, possono fornire una soluzione ottimale per far fruttare il patrimonio.
Per riprendere l’esempio citato, per effettuare un buon lavoro di sartoria, occorre prendere le giuste misure da prendere da riferimento per un abito che calzi a perfezione…
Ugualmente, il consulente finanziario deve reperire tutte le informazioni utili per proporre una soluzione personalizzata ottimale. Deve valutare il reddito percepito dal cliente, le prospettive lavorative, i componenti del nucleo familiare e l’apporto totale finanziario, le esigenze della famiglia, gli obiettivi da raggiungere (nuova casa, istruzione futura dei figli, pensione integrativa, ecc…), propensione al rischio, proprietà possedute, attività svolta, ecc…
Solo attraverso un’analisi approfondita della situazione familiare, reddituale e patrimoniale del cliente è possibile attuare una pianificazione strategica del risparmio mirata agli obiettivi da raggiungere. Il tutto, deve essere inserito in un quadro di fiducia tra consulente e cliente, soprattutto in momenti di volatilità finanziaria. Farsi prendere dall’ansia e da comportamenti errati (i cosiddetti Bias) è facile, soprattutto se ci si affida al fai da te. Ecco che il consulente finanziario deve essere allora IL CONSULENTE, pronto a scegliere di volta in volta le soluzioni migliori, ad
aggiustare il tiro se necessario, sempre all’interno di un rapporto di trasparenza e collaborazione con il cliente.
Il mio studio si offre disponibile per una consulenza personalizzata, mirata ad individuare come valorizzare il vostro risparmio.
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