Alternative voucher
Ecco le alternative proponibili dopo l`eliminazione dei buoni lavoro

In seguito alla recente scelta del Governo di procedere con l’eliminazione dei voucher, torna utile effettuare un excursus sulla disciplina dei buoni lavoro e sul lavoro accessorio, cominciando col ricordare che con esso si è da sempre voluto regolamentare quelle prestazioni lavorative non riconducibili alle tipologie contrattuali tipiche del lavoro subordinato o del lavoro autonomo e che prevedevano come forma di pagamento quella dei voucher.
Pertanto, finché vi sarà tale vuoto normativo o comunque fino a che non sarà prevista eventualmente una nuova tipologia contrattuale, sarà utile ricorrere in maniera saggia a quelle tipologie contrattuali già esistenti che si rivelino più vantaggiose sia per il datore di lavoro che per il lavoratore.
Tra le alternative proponibili, certamente si deve fare riferimento a quelle forme contrattuali più flessibili, tra le quali senza dubbio si può annoverare il contratto di lavoro a chiamata.
Pertanto si può certamente asserire che le alternative ai voucher esistono eccome, ma comportano un costo aggiuntivo all’azienda che dovrebbe oscillare dal 25% al 60% in più.
Con riferimento alle tipologie contrattuali alternative, infatti, si parla non più di buoni lavoro, ma di veri e propri contratti subordinati o anche parasubordinati che prevedono di conseguenza contributi previdenziali più elevati, nonché il riconoscimento di diritti come le ferie, la malattia, la tredicesima, la maternità e la disoccupazione, da sempre esclusi ai percettori di voucher.
Pertanto, finché vi sarà tale vuoto normativo o comunque fino a che non sarà prevista eventualmente una nuova tipologia contrattuale, sarà utile ricorrere in maniera saggia a quelle tipologie contrattuali già esistenti che si rivelino più vantaggiose sia per il datore di lavoro che per il lavoratore.
Tra le alternative proponibili, certamente si deve fare riferimento a quelle forme contrattuali più flessibili, tra le quali senza dubbio si può annoverare il contratto di lavoro a chiamata.
Pertanto si può certamente asserire che le alternative ai voucher esistono eccome, ma comportano un costo aggiuntivo all’azienda che dovrebbe oscillare dal 25% al 60% in più.
Con riferimento alle tipologie contrattuali alternative, infatti, si parla non più di buoni lavoro, ma di veri e propri contratti subordinati o anche parasubordinati che prevedono di conseguenza contributi previdenziali più elevati, nonché il riconoscimento di diritti come le ferie, la malattia, la tredicesima, la maternità e la disoccupazione, da sempre esclusi ai percettori di voucher.
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