Ansia e attacchi di panico
L'ansia e l'attacco di panico, una sorta di "concentrazione" dell'ansia, possono essere occasioni importanti per avanzare nella vita

Oggi si sente molto parlare di ansia e attacchi di panico: si tratta di manifestazioni sempre più diffuse ma non nuove. L’ansia è una manifestazione frequente che può accompagnare determinati momenti della vita e, in qualche caso, diventare diffusa e segnalare una difficoltà che concerne un problema di fondo che richiede di essere affrontato.
L’attacco di panico, nome moderno dell’angoscia, che può essere più o meno intensa, ed accompagnata da varie manifestazioni somatiche, cioè del corpo, è, per così dire, una manifestazione concentrata dell’ansia, ad un livello tale da spaventare e condurre alla richiesta di un aiuto di tipo medico. Ci sono a tale scopo molti farmaci che possono essere impiegati per calmare l’ansia e ridurre gli attacchi di panico.
Tuttavia il modo migliore per affrontare queste manifestazioni è quello di interrogarsi sul perché della loro comparsa. Si tratta infatti di campanelli d’allarme che segnalano che qualcosa è cambiato o sta cambiando nel modo di vedere e affrontare i compiti a cui la vita mette di fronte: ogni compito a cui si è confrontati nella vita chiama in causa più aspetti della nostra personalità, soprattutto le nostre convinzioni e i nostri punti di riferimento. Ci sono momenti della vita in cui i "punti di riferimento" vengono meno e si aprono domande su più fronti: chi siamo? Possiamo contare sull’aiuto di qualcuno? Dove vogliamo andare? Qual è il nostro interesse e desiderio più profondo? E’ la stessa prova della vita e del misurarsi con il nostro desiderio che ci pone di fronte a questi momenti di incertezza e alla constatazione che ci possiamo trovare soli a dover scegliere e a non sapere quale direzione prendere.
E’ proprio perché sintomi come l’ansia e l’attacco di panico segnalano difficoltà di questo tipo che può essere utile interrogarli, anziché metterli a tacere, ad esempio con l'uso di un farmaco: interrogarli, aprire sulla "questione" soggettiva che li ha generati, porta a fare chiarezza su di sé e a procedere sulla via del proprio desiderio, trovando dei riferimenti che, appunto perché chiariti, possano fare da sostegno alla nostra azione. Questi sintomi quindi, benché sgradevoli e, in una certa misura "temibili" proprio perché ci portano a una condizione di "stallo", se non di vera e propria immobilità, possono costituire un’occasione per avviare un lavoro su di sé, e quindi un’opportunità per un avanzamento e una crescita, anziché una pietra di inciampo su cui fermarsi.
E’ il lavoro che è possibile fare consultando uno psicoanalista ed è per questo che Jacques Lacan chiama il sintomo, quale può essere un attacco di panico, "maschera del desiderio", cioè qualcosa dietro cui si nasconde un desiderio che da soli non riusciamo ad abbracciare, ma che rivela qualcosa di importante e di profondo che vale la pena di essere preso in considerazione, cogliendo la dimensione di verità che rivela e permettendoci così di avanzare effettivamente sulla via della nostra realizzazione personale.
L’attacco di panico, nome moderno dell’angoscia, che può essere più o meno intensa, ed accompagnata da varie manifestazioni somatiche, cioè del corpo, è, per così dire, una manifestazione concentrata dell’ansia, ad un livello tale da spaventare e condurre alla richiesta di un aiuto di tipo medico. Ci sono a tale scopo molti farmaci che possono essere impiegati per calmare l’ansia e ridurre gli attacchi di panico.
Tuttavia il modo migliore per affrontare queste manifestazioni è quello di interrogarsi sul perché della loro comparsa. Si tratta infatti di campanelli d’allarme che segnalano che qualcosa è cambiato o sta cambiando nel modo di vedere e affrontare i compiti a cui la vita mette di fronte: ogni compito a cui si è confrontati nella vita chiama in causa più aspetti della nostra personalità, soprattutto le nostre convinzioni e i nostri punti di riferimento. Ci sono momenti della vita in cui i "punti di riferimento" vengono meno e si aprono domande su più fronti: chi siamo? Possiamo contare sull’aiuto di qualcuno? Dove vogliamo andare? Qual è il nostro interesse e desiderio più profondo? E’ la stessa prova della vita e del misurarsi con il nostro desiderio che ci pone di fronte a questi momenti di incertezza e alla constatazione che ci possiamo trovare soli a dover scegliere e a non sapere quale direzione prendere.
E’ proprio perché sintomi come l’ansia e l’attacco di panico segnalano difficoltà di questo tipo che può essere utile interrogarli, anziché metterli a tacere, ad esempio con l'uso di un farmaco: interrogarli, aprire sulla "questione" soggettiva che li ha generati, porta a fare chiarezza su di sé e a procedere sulla via del proprio desiderio, trovando dei riferimenti che, appunto perché chiariti, possano fare da sostegno alla nostra azione. Questi sintomi quindi, benché sgradevoli e, in una certa misura "temibili" proprio perché ci portano a una condizione di "stallo", se non di vera e propria immobilità, possono costituire un’occasione per avviare un lavoro su di sé, e quindi un’opportunità per un avanzamento e una crescita, anziché una pietra di inciampo su cui fermarsi.
E’ il lavoro che è possibile fare consultando uno psicoanalista ed è per questo che Jacques Lacan chiama il sintomo, quale può essere un attacco di panico, "maschera del desiderio", cioè qualcosa dietro cui si nasconde un desiderio che da soli non riusciamo ad abbracciare, ma che rivela qualcosa di importante e di profondo che vale la pena di essere preso in considerazione, cogliendo la dimensione di verità che rivela e permettendoci così di avanzare effettivamente sulla via della nostra realizzazione personale.
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