Ristrutturare casa: architetture al risparmio
La prima cosa da fare è quella di individuare un oggetto, una casa, uno spazio giusto e adatto per chi lo compera.
Le cose belle, già finite e ristrutturate costano. Ci deve guadagnare il proprietario, l’impresa, il venditore etc. e per questo costano.
Le cose intonse, l’appartamento anni ’70 in un condominio, la villetta da geometra costano sicuramente meno, ma sono terribili.
Difficilmente un non addetto ai lavori ha la fantasia e la lungimiranza di comperare una cosa brutta intravedendo la possibilità, con pochi gesti, di trasformarla in una cosa bella, giusta e appropriata alle esigenze del vivere futuro.
E’ una cosa da architetti, che si sa pensano in tre dimensioni; quindi, quando andate a vedere una casa o un appartamento, andate con un architetto, quello giusto, però.
Solo lui può intravedere il futuro assetto di una casa brutta e le sue possibilità trasformative.
Per cui, il mio consiglio è quello di prendere un appartamento brutto, tanto brutto, talmente brutto da essere sottocosto di mercato.
Alcuni architetti hanno questo “dono” di scovare del buono anche in una materia prima molto compromessa, di saper leggere le potenzialità spaziali, di lavorare sulla materia prima con pochi ed eleganti gesti.
E poi vediamo anche le cose positive, un appartamento condominiale datato ha vaste superfici, delle stanze generose, ampie per gli standard attuali fatti di stanze e stanzette, spazi che “consentono” contro quelli che “non consentono”.
Ora che con l’aiuto di un bravo architetto e con una trattativa serrata col venditore abbiamo finalmente comperato la casa o l’alloggio brutti che più brutti non si può, ma potenzialmente belli, come si procede?
Ci sono ovviamente anche delle cose negative nell’appartamento che avete comperato, ve ne elenco alcune più eclatanti.
I corridoi sono un esempio di come si distribuivano gli spazi negli anni ’70, e anche l’ingresso separato perché era impensabile entrare direttamente in un soggiorno, cosa ormai usuale e comune. Corridoi e ingresso vanno eliminati, punto.
Mi sono sempre chiesto il perché i corridoi abbiano lo stesso valore commerciale di un soggiorno; dovrebbero costare di meno e, invece, la valutazione è uguale, dunque, a maggior ragione i corridoi vanno eliminati.
Altra cosa negativa sono i materiali e le finiture datati e ormai non accettabili ai giorni nostri. Usati un tempo e ora non buoni neanche per chi accetta il vintage.
Quindi, anche quelli vanno cambiati; ma ci sono materiali attuali preziosi e anche quelli meno nobili e meno costosi.
Se accetto di posare sopra ai pavimenti linoleum a teli (materiale per altro antico) con 40-50 euro me la cavo con poco e non devo demolire piastrelle e sottofondi, tagliare le porte, portare in casa malte e cementi, giusto per fare un esempio.
Ci sono due locali in questi appartamenti che mostrano più di altri la loro datazione originaria e sono la cucina ed il bagno. Spazi che si sono “evoluti” molto di più di soggiorni, pranzi, camere.
Via le piastrelline rosa o azzurre dei bagni, le mensoline in legno laccato nelle cucine, i sanitari antichi, le vasche da bagno anacronistiche, il mobile a gas a quattro fuochi di cui funzionano due…
Le oscillazioni di prezzo di questi settori, bagno e cucina sono enormi.
Un sanitario può costare 700 euro oppure 100 euro, una cucina può costare una cifra tale da farci pensare di poter andare a vita al ristorante con lo stesso prezzo.
I vetri e le porte di chiusura delle docce hanno costi spropositati molto di più del loro valore effettivo, nelle cucine “componibili” di firma si paga la firma e poco importa se la signora di casa è o non è una brava cuoca.
La parola d’ordine è semplicità, sempre e solo quella!
Perché non pensiamo a una doccia senza porte in vetro, a una cucina con un piano e due gas incassati (sono sufficienti, anche perché quelli a quattro i due dietro non si usano), un grande lavello, un frigo non da incasso e una “credenza”, oppure a un bagno spartano, senza vasche idromassaggio (che alla fine non si usano mai) e una buona organizzazione degli spazi e materiali “normali” nobilitati nell’uso?
Continuando con il tema del nostro ipotetico appartamento anni ’70 in condominio non possiamo esimerci dal parlare dei materiali che usiamo per cambiare un po' le cose.
Si è anche già accennato come un uso nobile dei materiali di base povera possa essere una soluzione se dietro c’è una sapienza, una grazia, e un minimo di poesia che la accompagna. Tutti vorrebbero per un pavimento in legno dei listoni di legno larghi e lunghi di costo, però, elevato che devono anche fare i conti con le dimensioni degli spazi.
Più questi sono piccoli più il listone stride come proporzione e volontà non commisurate, va bene un listoncino piccolo più proporzionato alle misure a disposizione, di costo minore ovviamente.
Oppure possiamo usare un pavimento in legno industriale ricavato dagli scavi dell’albero, massiccio, ecologico e di prezzo contenuto.
Oppure “giocare” con la disposizione del parquet piccolo formato usando la spina di pesce classica, quella all’ungherese, il sistema a fascia e bindello, invece della solita composizione a seguire o a correre.
Il battiscopa fa parte del pavimento o del muro (per me esclusivamente del muro), quindi possiamo comperarne uno di forma semplice e poco dispendioso, tanto poi lo dipingiamo come il muro.
Il colore di pareti e soffitti delle stanze è fondamentale per poter cambiare uno spazio con poco, basta non usarlo per le sole pareti (con risultato bidimensionale), ma in tutta la stanza, soffitti compresi, con la trasformazione conseguente di una stanza in un volume.
Gli armadi sono carissimi rispetto a quello che sono; una scatola con delle ante, e io non vorrei mai vederli come panorama dal mio letto, che avvilimento!
La cabina armadio costa sicuramente meno di un armadio.
Faccio sempre questa domanda ai miei clienti. Questa è una piastrella che costa 10 euro/mq quest’altra 60 euro/mq. Quale usiamo noi?
I miei clienti che cominciano a conoscermi dicono sicuramente “quella da 10 euro”.
Sbagliato, io non uso piastrelle!
Quella cosa che vi hanno detto sull’impianto elettrico che mentre si fanno i lavori mettere una presa in più non costa niente, non è vero.
Perché dopo si devono tirare i fili, le mostrine già che ci siamo mettiamo quelle belle e care, e il quadro elettrico è grande quanto quello del Quirinale, non fatevi ingannare.
Impianti complicati, domotici, evoluti costano per lo meno tre volte rispetto a un impianto semplice con sistema on/off e quest’ultimo è più facile da imparare da parte di un comune mortale.
Diffidate fortemente da panacee materiche che vi vengono proposte, quali resine, da 70/ 150 euro/mq, cose che durano in eterno che non possono interessare la vostra limitata esistenza, i materiali alla moda, perché le mode cambiano, l’ideologia di molte cose ecologiche ed ecofurbe e per questo care; le cose naturali non possono costare di più di quelle artificiali.
Usare la testa su tutto e anche quel buon senso che abbiamo spesso dimenticato e trascurato.
Grazie dell’attenzione.
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