Assegno divorzile: sentenza rivoluzionaria


Parametro di riferimento non più basato sul tenore di vita goduto in matrimonio ma sull'indipendenza economica dell'ex coniuge che lo richiede
Assegno divorzile: sentenza rivoluzionaria
A seguito della Sentenza n. 11504/2017 della Cassazione, gli italiani che potrebbero invocare una revisione dell’assegno periodico pagato all’ex coniuge, stando ai dati ISTAT, sono quasi 137 mila.

In linea di principio, la modifica delle condizioni di divorzio può essere richiesta solo se si verificano i cosiddetti «fatti sopravvenuti», sui quali potrebbe riaccendersi la discussione in tribunale alla luce del nuovo orientamento giurisprudenziale.

I giudici dovranno valutare esclusivamente la mancanza di mezzi adeguati e l’impossibilità di procurarseli basandosi su elementi che vanno dalla presenza di altri redditi alla capacità lavorativa. E solo se il diritto all’assegno supererà questo esame si passerà alla quantificazione del versamento, che avrà come principo guida quello della solidarietà economica: sull’importo peserà dunque il contributo di ciascuno alla conduzione familiare e al patrimonio, il reddito di entrambi e la durata del matrimonio.

Di certo, fare dell’autonomia economica l’elemento cardine da cui dipende la concessione dell’assegno, a prescindere dal tenore di vita coniugale, potrebbe incidere fortemente sul numero di contributi.

Per i figli, invece, continuerà a valere il diritto a essere mantenuti secondo le effettive possibilità reddituali e patrimoniali dei genitori fino al raggiungimento dell’indipendenza economica.
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di Avv. Sara Laurino

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