Assegno unico universale: uno strumento di semplificazione?


Nuova riorganizzazioni delle prestazioni a carattere familiare, di sostegno al nucleo. Considerazione maggiore della situazione effettiva della famiglia
Assegno unico universale: uno strumento di semplificazione?

In questi giorni si parla ovviamente molto della nuova Legge di Bilancio 2021.

La situazione COVID sta provocando una rivoluzione di tutti gli ammortizzatori sociali a sostegno del reddito, per tutte le categorie di lavoratori e di cittadini.

In questa moltitudine di prestazioni, anche per le famiglie ci sono delle novità, che sono state previste tramite la legge delega, detta Family Act, che prevede di ordinare i vari sussidi previsti facendoli confluire in un unico Assegno universale.

Nella pratica, l’idea è quella di racchiudere tutti i vari bonus e le varie prestazioni come:
•    Bonus bebè
•    Assegno di natalità
•    Bonus asilo nido
•    Assegno per il nucleo familiare
•    Ecc…

In un unico assegno, a gestione dell’INPS che dovrebbe possedere nella propria banca dati, tutte le peculiarità dei soggetti beneficiari.

Quindi, una volta fatta la domanda per l’assegno, sarà l’INPS a valutare le diverse variabili che concorreranno a formare l’importo finale, come il reddito e il numero di figli.

Grande novità è data dall’aumento della soglia di età per i figli, per la fruizione dei bonus, dai 18 anni canonici, si arriva fino al 21esimo anno di età per le famiglie canoniche, e si potrebbe arrivare fino al 25esimo anno di età per le famiglie con redditi molto bassi, o con figli non lavoratori che frequentano l’università.

Come il precedente ANF, anche in questo assegno è prevista una maggiorazione per un’eventuale presenza di disabilità in famiglia, e l’incorporazione dei diversi sussidi spettanti per i portatori di handicap.

L’idea di base così esplicata sembra funzionale, sicuramente dovrebbe aiutare a ricevere il giusto senza perdersi nei meandri delle varie prestazioni, che a volte non si richiedono seppur spettanti, proprio per la difficoltà di richiesta o la non conoscenza.

Il decreto dovrebbe essere attuativo a partire da Gennaio 2021.

 

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di Elisabetta Giagnorio

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