ASSISTENZA PSICOLOGICA DOMICILIARE
Interventi Psicologici Domiciliari rivolti ai malati e alle loro famiglie

Da più di un decennio ormai, il SSN garantisce alle persone malate, dimesse con diagnosi di patologia cronica, percorsi assistenziali domiciliari (home care).
Tutto questo per venire incontro ai bisogni del malato messo al centro come persona, visto nei suoi aspetti fisici e psicologici.
E' stato osservato infatti che il malato nella propria casa si sente più sicuro e protetto anche della presenza del familiare che funge da rinforzo all'adattamento alla patologia.
Tali cure domiciliari purtuttavia coinvolgono molte volete professionalità mediche, infermieristiche e della riabilitazione.
L'aspetto psicologico è stato sempre delegato al mondo del volontario sopratutto per quanto riguarda la sfera dei malati oncologici e i loro familiari.
In realtà vi sono moltissime altre situazioni cliniche ove il supporto psicologico avrebbe ragione di essere in modo massiccio:
disabili
malati affetti da malattie croniche la cui patologia crea una interruzione del progetto di vita fino a quel momento immaginato fatto di aspettative e di obiettivi
i familiari i così detti caregivers la cui presenza aiuta l'adattamento alla patologia del parente malato, destinati però a vivere un'esperienza molto faticosa se la rete di supporto è fragile e/o inesistente.
Mancando questi, si assiste spesso ad una chiusura della e nella famiglia con una riduzione drastica di investimento su i diversi contesti di vita propri della persona (la vita intima, quella sociale, quella lavorativa...).
Alla luce di tutto questo si auspicherebbe sempre la necessità di integrare l'equipe medico- infermieristico alla figura dello psicologo nella realizzazione di un progetto assistenziale domiciliare rivolto al malato e alla sua famiglia.
Per i malati specie quelli cronici ad esempio il supporto psicologico potrebbe mirare:
all'elaborazione della malattia e delle emozioni ad essa correlate, sopratutto quando questa attiva una crisi di riconoscimento di se stessi.
ad uno specifico lavoro di potenziamento delle capacità personali di continuo adattamento alla malattia e di riprogettazione di se stessi nei diversi contesti di vita.
Per i caregivers, ossia i familiari che si occupano del congiunto malato (il coniuge e/0 i figli) potrebbe essere utile per:
elaborare gli aspetti emotivi legati al lavoro di cura
elaborare la malattia del congiunto ed in alcuni casi la prospettiva della perdita
lavorare su una riprogrammazione di investimento nei vari ambiti di vita (sociale, lavorativa, intima)
Tutto questo per venire incontro ai bisogni del malato messo al centro come persona, visto nei suoi aspetti fisici e psicologici.
E' stato osservato infatti che il malato nella propria casa si sente più sicuro e protetto anche della presenza del familiare che funge da rinforzo all'adattamento alla patologia.
Tali cure domiciliari purtuttavia coinvolgono molte volete professionalità mediche, infermieristiche e della riabilitazione.
L'aspetto psicologico è stato sempre delegato al mondo del volontario sopratutto per quanto riguarda la sfera dei malati oncologici e i loro familiari.
In realtà vi sono moltissime altre situazioni cliniche ove il supporto psicologico avrebbe ragione di essere in modo massiccio:
disabili
malati affetti da malattie croniche la cui patologia crea una interruzione del progetto di vita fino a quel momento immaginato fatto di aspettative e di obiettivi
i familiari i così detti caregivers la cui presenza aiuta l'adattamento alla patologia del parente malato, destinati però a vivere un'esperienza molto faticosa se la rete di supporto è fragile e/o inesistente.
Mancando questi, si assiste spesso ad una chiusura della e nella famiglia con una riduzione drastica di investimento su i diversi contesti di vita propri della persona (la vita intima, quella sociale, quella lavorativa...).
Alla luce di tutto questo si auspicherebbe sempre la necessità di integrare l'equipe medico- infermieristico alla figura dello psicologo nella realizzazione di un progetto assistenziale domiciliare rivolto al malato e alla sua famiglia.
Per i malati specie quelli cronici ad esempio il supporto psicologico potrebbe mirare:
all'elaborazione della malattia e delle emozioni ad essa correlate, sopratutto quando questa attiva una crisi di riconoscimento di se stessi.
ad uno specifico lavoro di potenziamento delle capacità personali di continuo adattamento alla malattia e di riprogettazione di se stessi nei diversi contesti di vita.
Per i caregivers, ossia i familiari che si occupano del congiunto malato (il coniuge e/0 i figli) potrebbe essere utile per:
elaborare gli aspetti emotivi legati al lavoro di cura
elaborare la malattia del congiunto ed in alcuni casi la prospettiva della perdita
lavorare su una riprogrammazione di investimento nei vari ambiti di vita (sociale, lavorativa, intima)
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