Atmosfera di “casa”


Abitare e' vivere ogni ambiente della propria casa
Atmosfera di “casa”
Abitare, vivere, dimorare sono sinonimi essenziali per descrivere cio' che si vorrebbe sentire in casa propria. La propria abitazione non dovrebbe solo assolvere funzioni pratiche, ma essere soprattutto il luogo dove ci si "sente a casa".
Come esseri umani siamo la somma delle nostre esperienze, dei nostri ricordi, del nostro vissuto; perche' dovrebbe essere diverso per il luogo dove abitiamo?
Provate ad immaginare la vostra abitazione come il vostro corpo, il luogo dell'abitare come la somma delle vostre esperienze; a nessuno piacerebbe dimorare in un luogo "estraneo", senza personalita', un guscio vuoto che assolve solo funzioni pratiche.
In testa sicuramente avremo idee che ci permettono di personalizzare gli ambienti, ma all'atto pratico poi ci troviamo dubbiosi e impreparati.
L'architetto, il professionista, assolve proprio la funzione di novello Socrate che aiutandoci a estrapolare e chiarire la nostra idea di dimora, la rende realizzabile.
Come professionista il mio compito e' proprio quello di rendere tangibile e realizzabile la vostra idea di casa, la vostra idea di atmosfera che deve avvolgervi quando varcate la soglia.

Ma come si crea l'atmosfera? L'argomento e' certo complesso, ma anche in queste poche righe possiamo trovare dei piccoli spunti.
Innanzitutto si potrebbe partire dai singoli ambienti.
Ogni ambiente dovrebbe essere ricreato per una funzione specifica, non solo per utilita' pratica, ma proprio per quel senso di appartenenza a momenti diversi della giornata. Esattamente come nel nostro corpo, dove ogni organo svolge una funzione ben definita e tutti insieme creano l'armonia del tutto.
Cosa fa di ogni stanza un luogo perfetto per quello per cui e' stata pensata? Si potrebbe dire: l'arredamento, certo, ma si rischia di evidenziare solo la mera funzione pratica.

Un bell'esempio di ambiente-atmosfera-senso di appartenenza, ci viene dal passato.
Nelle antiche dimore c'era sempre una stanza definita "studiolo". Si potrebbe pensare ad uno spreco, in termini moderni, dove tutto lo spazio e' ottimizzato in funzione pratica. E allora perche' in passato si faceva? Perche' era cosi' importante avere uno spazio dedicato solo allo studio?
In effetti non e' proprio cosi', o meglio, non era solo questo.
Gli studioli erano camere molto piccole, ma, solitamente, molto preziose in termini di decori e raffinatezza degli arredi, con una cura particolare nella realizzazione dell'ambiente.
Perche' darsi tutto questo da fare per una "stanzetta" che serviva per la lettura?
Perche' quello era il nido, ove sentirsi protetti, al sicuro, ma soprattutto soli finalmente con se stessi, coi propri pensieri.
Erano cosi' ben curati perche' dovevano essere luoghi di piacere intellettuale e meditazione, ma anche di svago e di fantasticherie. Purtroppo abbiamo perso l'abitudine alla noia, intesa come capacita' di rilassare la mente, lasciar correre i pensieri, per concedersi il lusso di essere noi stessi.
La bellezza e preziosita' di questi "scrigni", faceva si' che la mente si concentrasse sulla bellezza, sia degli interni, sia di giardini, parchi e ambienti naturali su cui si affacciavano le finestre, solitamente nel punto della casa con la miglior vista.

Questi, ovviamente, sono solo spunti di riflessione, ma servono a far comprendere come spesso l'insieme dei dettagli faccia la differenza e l'insieme armonico dei dettagli faccia un'enorme differenza tra cio' che abbiamo in testa e vorremmo esprimere e come poi lo esprimiamo.

Articolo del:


di Arch. Francesco Antoniazza

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