Attività produttive: il controllo delle acque
Il controllo delle acque sottostà a normative complesse, tra cui è difficile destreggiarsi

Il controllo delle acque è una parte fondamentale dei monitoraggi ambientali. Tutte le opere che infatti in qualche modo impattano con la matrice acqua, sia essa sotterranea o superficiale non devono, secondo la legge 156/06, modificarne le caratteristiche.
Nello specifico le acque sotterranee possono essere inquinate non solo da discariche, ma anche dalla costruzione di grandi opere, come ad esempio ferrovie, autostrade o complessi residenziali. Il terreno infatti è una grande membrana che assorbe gli inquinanti finché non raggiungono la falda che potrebbe quindi essere contaminata da lavori di superficie.
Un’opera inoltre potrebbe non solo inquinare la falda sotterranea ma modificarne i livelli. Immaginiamo ad esempio la costruzione di un’opera come una metropolitana. I tunnel sotterranei, adeguatamente impermeabilizzati, creano delle vere e proprie barriere che modificano in maniera sostanziale quello che era il fisiologico percorso delle acque. L’acqua trova sempre una strada, ricorda un noto adagio, dovrà quindi in qualche modo evitare il nuovo ostacolo per proseguire il suo percorso. Spesso avviene che quindi nei siti di costruzione di gallerie sotterranee il livello di falda si alzi, fino ad impattare decisamente sulle fondamenta delle costruzioni preesistenti. In questo modo, a lungo andare può deteriorare la statica degli edifici, causando, e non è raro leggerlo nelle cronache, crolli di fabbricati, con conseguenze collaterali assolutamente drammatiche.
Sia per i controlli di livello, sia per l’analisi della chimica delle acque sotterranee, si adoperano i piezometri: piccoli pozzi di ispezione che, scavati nel terreno, consentono agli operatori l’accesso diretto alla falda per effettuare i dovuti controlli e quindi analizzare in tempo reale l’effettivo impatto della costruzione dell’infrastruttura sulla falda sottostante. Un mancato controllo in tal senso non solo potrebbe pregiudicare seriamente la pubblica incolumità ma fa incorrere certamente in gravi sanzioni penali.
Oltre le acque sotterranee sono da monitorare, secondo la 156/06, anche le superficiali, ossia quelle che scorrono alla luce del sole. Si tratta di fiumi, torrenti, laghi, ma anche aree marine. In questi casi il controllo è più articolato. Ai parametri analizzati e precedentemente descritti (meccanici e chimici) si sommano anche i controlli biologici. Le attività che scaricano in acqua devono sottostare a rigidissimi protocolli, volti a ridurre a zero i probabili inquinanti immessi. Ed allora sono d’obbligo filtri ed impianti cha abbattano anche le temperature per non immettere nel corso, acque con temperature tali da modificarne flora e fauna. In questi casi i controlli devono essere compiuti a monte e a valle dell’impianto per avere una piena corrispondenza di quelle che erano le caratteristiche idriche e quelle che sono dopo l’immissione degli scarichi. E’ però necessario un controllo anche nel caso in cui impianti prelevino acqua dal fiume. Immaginiamo ad esempio un’attività che incanala acqua da un fiume per azionare turbine per la produzione di energia.
Anche in questo caso saranno necessarie delle analisi. Non solo chimiche o biologiche ma anche di portata. Si dovrà valutare che l’acqua sottratta non riduca oltre alcuni parametri la portata fisiologica del fiume, per non comprometterne la biosfera. Si attuerà inoltre anche un’analisi della macrofauna (pesci, gamberi etc) e della microfauna (insetti, larve...), sia a monte che a valle. I valori restituiti da questi controlli - si analizza sia la varietà delle specie presenti, sia la consistenza delle popolazioni - consentiranno di conoscere se, e in che modo, l’opera dell’uomo impatterà non solo sulle caratteristiche dell’acqua ma anche sugli organismi che vivono nell’ambiente e contribuiscono in maniera efficace all’equilibrio biologico.
Sempre legato alle acque superficiali un’altra analisi spesso necessaria è quella della portata dei corsi d’acqua a scopo idrogeologico. Per scongiurare infatti esondazioni con conseguenti danni a ponti o a costruzioni poste in prossimità degli argini (l’Italia è un Paese ad altissimo rischio) sarebbe buona norma effettuare costantemente delle misurazioni di portata onde avere sempre chiara la situazione del fiume e gli eventuali rischi.
L’analisi dell’acqua, spesso valutata solo come controllo contro l’inquinamento, è in realtà una branca dei monitoraggi ambientali molto più ampia. L’acqua in genere è elemento in grado di raccontare molto del territorio che attraversa; è quindi necessaria una maggiore consapevolezza da parte dei soggetti che ne vengono a contatto e che devono conoscere con attenzione le norme per non incorrere in reati, ma soprattutto delle autorità di controllo che con la loro azione preventiva e sanzionatoria tutelano l’interesse diffuso legato al buon uso di una risorsa tanto preziosa.
Nello specifico le acque sotterranee possono essere inquinate non solo da discariche, ma anche dalla costruzione di grandi opere, come ad esempio ferrovie, autostrade o complessi residenziali. Il terreno infatti è una grande membrana che assorbe gli inquinanti finché non raggiungono la falda che potrebbe quindi essere contaminata da lavori di superficie.
Un’opera inoltre potrebbe non solo inquinare la falda sotterranea ma modificarne i livelli. Immaginiamo ad esempio la costruzione di un’opera come una metropolitana. I tunnel sotterranei, adeguatamente impermeabilizzati, creano delle vere e proprie barriere che modificano in maniera sostanziale quello che era il fisiologico percorso delle acque. L’acqua trova sempre una strada, ricorda un noto adagio, dovrà quindi in qualche modo evitare il nuovo ostacolo per proseguire il suo percorso. Spesso avviene che quindi nei siti di costruzione di gallerie sotterranee il livello di falda si alzi, fino ad impattare decisamente sulle fondamenta delle costruzioni preesistenti. In questo modo, a lungo andare può deteriorare la statica degli edifici, causando, e non è raro leggerlo nelle cronache, crolli di fabbricati, con conseguenze collaterali assolutamente drammatiche.
Sia per i controlli di livello, sia per l’analisi della chimica delle acque sotterranee, si adoperano i piezometri: piccoli pozzi di ispezione che, scavati nel terreno, consentono agli operatori l’accesso diretto alla falda per effettuare i dovuti controlli e quindi analizzare in tempo reale l’effettivo impatto della costruzione dell’infrastruttura sulla falda sottostante. Un mancato controllo in tal senso non solo potrebbe pregiudicare seriamente la pubblica incolumità ma fa incorrere certamente in gravi sanzioni penali.
Oltre le acque sotterranee sono da monitorare, secondo la 156/06, anche le superficiali, ossia quelle che scorrono alla luce del sole. Si tratta di fiumi, torrenti, laghi, ma anche aree marine. In questi casi il controllo è più articolato. Ai parametri analizzati e precedentemente descritti (meccanici e chimici) si sommano anche i controlli biologici. Le attività che scaricano in acqua devono sottostare a rigidissimi protocolli, volti a ridurre a zero i probabili inquinanti immessi. Ed allora sono d’obbligo filtri ed impianti cha abbattano anche le temperature per non immettere nel corso, acque con temperature tali da modificarne flora e fauna. In questi casi i controlli devono essere compiuti a monte e a valle dell’impianto per avere una piena corrispondenza di quelle che erano le caratteristiche idriche e quelle che sono dopo l’immissione degli scarichi. E’ però necessario un controllo anche nel caso in cui impianti prelevino acqua dal fiume. Immaginiamo ad esempio un’attività che incanala acqua da un fiume per azionare turbine per la produzione di energia.
Anche in questo caso saranno necessarie delle analisi. Non solo chimiche o biologiche ma anche di portata. Si dovrà valutare che l’acqua sottratta non riduca oltre alcuni parametri la portata fisiologica del fiume, per non comprometterne la biosfera. Si attuerà inoltre anche un’analisi della macrofauna (pesci, gamberi etc) e della microfauna (insetti, larve...), sia a monte che a valle. I valori restituiti da questi controlli - si analizza sia la varietà delle specie presenti, sia la consistenza delle popolazioni - consentiranno di conoscere se, e in che modo, l’opera dell’uomo impatterà non solo sulle caratteristiche dell’acqua ma anche sugli organismi che vivono nell’ambiente e contribuiscono in maniera efficace all’equilibrio biologico.
Sempre legato alle acque superficiali un’altra analisi spesso necessaria è quella della portata dei corsi d’acqua a scopo idrogeologico. Per scongiurare infatti esondazioni con conseguenti danni a ponti o a costruzioni poste in prossimità degli argini (l’Italia è un Paese ad altissimo rischio) sarebbe buona norma effettuare costantemente delle misurazioni di portata onde avere sempre chiara la situazione del fiume e gli eventuali rischi.
L’analisi dell’acqua, spesso valutata solo come controllo contro l’inquinamento, è in realtà una branca dei monitoraggi ambientali molto più ampia. L’acqua in genere è elemento in grado di raccontare molto del territorio che attraversa; è quindi necessaria una maggiore consapevolezza da parte dei soggetti che ne vengono a contatto e che devono conoscere con attenzione le norme per non incorrere in reati, ma soprattutto delle autorità di controllo che con la loro azione preventiva e sanzionatoria tutelano l’interesse diffuso legato al buon uso di una risorsa tanto preziosa.
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