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Autismo: ”campanelli d’allarme” in mio figlio


Può capitare di notare qualcosa di anomalo nello sviluppo del bambino: non occorre allarmarsi ma è fondamentale agire piuttosto che aspettare
Autismo: ”campanelli d’allarme” in mio figlio
"In cuor mio sapevo che c’era qualcosa che non andava, lo vedevo diverso, ma molti mi dicevano di aspettare...". Questa è la frase che sento quasi sempre ogni volta che incontro una mamma per la prima volta. I suoi timori, i suoi dubbi e le sue paure nei confronti del figlio.
Nello sviluppo, sin dai primi mesi, è possibile cogliere dei "campanelli di allarme" di qualcosa che non va come dovrebbe. Purtroppo molto spesso viene volutamente negata l’evidenza sia dall’ambiente familiare che da altre persone di riferimento, per evitare di allarmare e di allarmarsi, per cercare di autoconvincersi che non è niente di rilevante e che col tempo sparirà. Tutto ciò comporta un’inutile e dannosa perdita di tempo. Ad oggi è possibile utilizzare strumenti diagnostici già con bambini piccolissimi, (12-18 mesi), per poter interpretare correttamente quei preoccupanti "campanelli d’allarme". Si può valutare subito un quadro diagnostico ed eventualmente elaborare un piano di trattamento per il bene del bambino. E’ di fondamentale importanza ricordarsi che con un professionista si possono confermare i propri timori o anche escluderli!
E’ sempre auspicabile iniziare un iter diagnostico precoce ed attivare un intervento immediato che possa, con una dolce forzatura, plasmare la vita del minore e dell’ambiente circostante.
Bisogna intervenire nel modo giusto, con le coordinate giuste ma soprattutto il prima possibile. Diagnosi precoce significa fare dei test all’età di 12-18 mesi del bambino. Intervenire precocemente permette di approfittare della "plasticità cerebrale infantile", offrendo il meglio al bambino nel momento in cui è più sensibile e suscettibile al cambiamento. Significa trovare un territorio in cui il disagio non è nella sua pienezza ed in cui si può evitare che si strutturi in maniera fortemente rigida e pervasiva.
Inoltre un intervento può essere pienamente efficace solo se fatto a 360° nella vita del bambino, non solo con ore di terapia ma anche con il lavoro nella scuola, nelle attività sportive e nella quotidianità dell’ambiente familiare. Costruire una "rete" di amici e professionisti intorno al bambino riduce il rischio che alcuni problemi nell’età infantile si trasformino in gravi disagi nell’età adolescenziale e adulta.
Se ci sono dei dubbi, la cosa migliore è AGIRE: CONSULTARE uno psicologo specializzato sullo sviluppo infantile e INTERVENIRE nella quotidianità. Solo un esperto qualificato può aiutarti a:
- capire di cosa si tratta;
- capire come intervenire: che tipologia di trattamento portare avanti e come interagire con il bambino;
Se hai dei dubbi, se hai sentito quei "campanelli di allarme", non perdere tempo: fissa un appuntamento chiamando al 320-3161748.
Potrò fare una valutazione, magari darti la buona notizia che si tratta di un falso allarme o, in caso contrario, elaborare insieme un percorso di trattamento. Se non ci saranno le condizioni per seguirlo direttamente, sarò contenta di darti dei buoni consigli su professionisti, strutture o istituti che lavorano in altre città.
www.diagnosi-autismo.it
www.rosariaferrarapsicologa.it

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