Banche italiane in fuga dai BTP


Vendite record sui titoli di Stato italiani degli Istituti tricolori, quali problemi possono sorgere con la fine del QE? Interverranno le famiglie?
Banche italiane in fuga dai BTP
Un report stilato dalla Banca d'affari Jefferies delinea una marcata tendenza da parte degli istituti bancari Italiani nel vendere i Btp detenuti nei propri portafogli; entrando nello specifico le vendite superano i 40 miliardi nell'ultimo anno con la sorprendente punta nel mese di dicembre dove sono state calcolate vendite per 12,6 miliardi.
Da un analisi sommaria sembrerebbe una vera e propria fuga dal debito sovrano nazionale; tuttavia è bene ricordare come gli istituti tricolori avevano fatto incetta di acquisti nel 2011 (quando erano crollati i prezzi e, quindi, aumentati i rendimenti) sfruttando la liquidità che era stata prestata dalla Bce e stanno, ora, traendo profitto dalle vendite. Unico acquirente in questa fase è proprio la Bce che con il piano di acquisti firmato da Mario Draghi è l'interlocutore principale. Il contesto generale del mondo obbligazionario con il rialzo dei tassi Usa (oggi un treasury rende più di un btp quindi il rischio paese Italia viene considerato inferiore al rischio paese statunitense: un assurdità) e le imminenti elezioni italiane giustificano qualche timore sul corso dei nostri titoli di stato.
La domanda più interessante da porsi è, però, la seguente: quando il piano di acquisti della Bce rallenterà chi subentrerà negli acquisti? Saranno le famiglie italiane che hanno ancora liquidità sui conti corrente o sui conti deposito ad acquistare il nostro debito? Oppure assisteremo ad un crollo dei prezzi e ad un successivo aumento dei rendimenti che attrarrano i più attenti speculatori di tutto il mondo?

Articolo del:


di Dott. Losco Luca

L'autore dell'articolo non è nella tua città?

Cerca un professionista con le stesse caratteristiche a te più vicino.

Cerca nella tua città o in una città di tuo interesse