BCE, è l'ora di ridurre gli stimoli monetari?
"Draghi: come e quando comunicherà al mercato la riduzione degli acquisti"

La banca centrale europea (BCE), si trova di fronte al dilemma di come rispondere alla crescita economica in via di consolidamento senza pressioni inflazionistiche, ed ha posticipato la decisione sulla riduzione del programma di allentamento monetario ad ottobre ed in molti vociferano che Draghi scoprirà le carte solo a dicembre.
Il programma attuale di acquisti di obbligazioni governative e "corporate" per 60 mld di euro mensili, scadrà a fine anno, ma la Bce ha dichiarato che è intenzionata ad estendere il programma, perchè l'economia dell'euro zona ha ancora bisogno di stimolo monetario per consolidare la ripresa in corso.
È molto probabile che il programma in corso venga invece ridimensionato. Tale futura riduzione è dovuta a ragioni economiche, ma anche tecniche, in quanto le regole auto imposte dalla Bce limitano gli acquisti ad un terzo del debito totale, per ogni nazione interessata al programma. Ed in Germania, per via del debito relativamente basso, questo limite verrà raggiunto fra pochi mesi.
Se la Bce dovesse decidere di non procedere con una riduzione, occorrerebbe comunque riformulare il programma. Uno dei cambiamenti che la Bce potrebbe apportare, sarebbe di ridurre la scadenza degli strumenti acquistabili ad un anno, questo comporterebbe che diventerebbero idonei agli acquisti circa 150 mld di titoli governativi tedeschi.
La possibilità che la riduzione del programma Bce subisca una accelerazione rimane limitato, il miglioramento della crescita economica e del mercato del lavoro, permetteranno alla Bce di fare l'annuncio della riduzione entro fine anno. Le opzioni percorribili potrebbero essere ad esempio di rallentare gli acquisti di 10 mld di euro al mese a partire dal gennaio 2018, questo potrebbe comportare un leggero rialzo dei tassi d'interesse europei riportando le scadenze più brevi in territorio positivo, iniziando così un percorso di normalizzazione.
Appena la banca centrale Europea scoprirà le carte, inizieremo a ragionare sulle possibili conseguenze di tali mosse sui prezzi dei bond, sul rapporto di cambio eur/usd, sull'impatto che tali manovre di riduzione di stimolo avranno sull'andamento della crescita economica e sulla correlata gestione dello stock di debito pubblico dei paesi più indebitati. Questi paesi si troveranno a fare i conti con tassi di interesse strutturalmente in rialzo, i quali faranno aumentare l'onere del debito a discapito degli investimenti per supportare la crescita economica.
Fortunatamente con i dati disponibili oggi, questo passaggio dovrebbe protrarsi per un periodo abbastanza lungo, ma occorrerà comunque operare scelte in tempi brevi, utilizzando un coraggio economico oggi decisamente scarso nell'ambito della classe dirigente attuale, le manovre delle banche centrali hanno "comprato tempo" che in molti casi è stato purtroppo sprecato.
In futuro quando i tassi torneranno a livelli normali molti paesi, fra cui l'Italia, potrebbero pentirsi di non aver messo in opera misure correttive riguardanti il controllo dello stock di debito e per non aver sfruttato quasi un lustro di tassi bassi come non si erano mai visti prima....
Il programma attuale di acquisti di obbligazioni governative e "corporate" per 60 mld di euro mensili, scadrà a fine anno, ma la Bce ha dichiarato che è intenzionata ad estendere il programma, perchè l'economia dell'euro zona ha ancora bisogno di stimolo monetario per consolidare la ripresa in corso.
È molto probabile che il programma in corso venga invece ridimensionato. Tale futura riduzione è dovuta a ragioni economiche, ma anche tecniche, in quanto le regole auto imposte dalla Bce limitano gli acquisti ad un terzo del debito totale, per ogni nazione interessata al programma. Ed in Germania, per via del debito relativamente basso, questo limite verrà raggiunto fra pochi mesi.
Se la Bce dovesse decidere di non procedere con una riduzione, occorrerebbe comunque riformulare il programma. Uno dei cambiamenti che la Bce potrebbe apportare, sarebbe di ridurre la scadenza degli strumenti acquistabili ad un anno, questo comporterebbe che diventerebbero idonei agli acquisti circa 150 mld di titoli governativi tedeschi.
La possibilità che la riduzione del programma Bce subisca una accelerazione rimane limitato, il miglioramento della crescita economica e del mercato del lavoro, permetteranno alla Bce di fare l'annuncio della riduzione entro fine anno. Le opzioni percorribili potrebbero essere ad esempio di rallentare gli acquisti di 10 mld di euro al mese a partire dal gennaio 2018, questo potrebbe comportare un leggero rialzo dei tassi d'interesse europei riportando le scadenze più brevi in territorio positivo, iniziando così un percorso di normalizzazione.
Appena la banca centrale Europea scoprirà le carte, inizieremo a ragionare sulle possibili conseguenze di tali mosse sui prezzi dei bond, sul rapporto di cambio eur/usd, sull'impatto che tali manovre di riduzione di stimolo avranno sull'andamento della crescita economica e sulla correlata gestione dello stock di debito pubblico dei paesi più indebitati. Questi paesi si troveranno a fare i conti con tassi di interesse strutturalmente in rialzo, i quali faranno aumentare l'onere del debito a discapito degli investimenti per supportare la crescita economica.
Fortunatamente con i dati disponibili oggi, questo passaggio dovrebbe protrarsi per un periodo abbastanza lungo, ma occorrerà comunque operare scelte in tempi brevi, utilizzando un coraggio economico oggi decisamente scarso nell'ambito della classe dirigente attuale, le manovre delle banche centrali hanno "comprato tempo" che in molti casi è stato purtroppo sprecato.
In futuro quando i tassi torneranno a livelli normali molti paesi, fra cui l'Italia, potrebbero pentirsi di non aver messo in opera misure correttive riguardanti il controllo dello stock di debito e per non aver sfruttato quasi un lustro di tassi bassi come non si erano mai visti prima....
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