Bilancio e derivati


Derivati: speculazione o copertura del rischio?
Bilancio e derivati
I più comuni derivati sono: i contratti a termine, gli swap, le opzioni e i futures.
Ognuna di queste forme ha delle sue caratteristiche, ma tutte possiedono la caratteristica comune di essere sottoscritte a fini speculativi o di copertura.

Le grandi imprese, soprattutto quelle fortemente internazionalizzate, hanno la necessità, in uno scenario economico, altamente mutevole, di limitare i propri rischi quali ad esempio la fluttuazione dei tassi di cambio e di interesse.
Alternativamente a questa prima ipotesi i derivati possono essere acquistati per delle finalità puramente speculative: pur tuttavia questa seconda opzione può avere effetti anche devastanti sulla redditività delle imprese.

Ma vediamo qual è la normativa contabile in sede di bilancio.
Per quelle società che applicano i principi contabili internazionali, i derivati sia di copertura che speculativi sono disciplinati dallo IAS 39.

Le imprese invece che applicano il codice civile, nella redazione del bilancio devono tener conto delle novità introdotte dal D.Lgs. n° 139/2015 che ha modificato l'art. 2426 del C.c. prevedendo precisi criteri per la valutazione di tutti i derivati.
Tale variazione indica che tutti gli strumenti finanziari devono essere iscritti al "Fair Value". Le variazioni del "fair value" sono imputate al Conto Economico.

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di Alessandra Felline

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