Bitcoin meglio starne fuori o meglio partecipare?
Se ne parla al bar, in fila al supermercato, nelle sale di attesa di dentisti. Tutti ne parlano ma in quanti sanno veramente cosa sono i Bitcoin?
Cominciamo dall’inizio: il Bitcoin è una cryptovaluta digitale, il che significa che viene creata attraverso i canoni della crittografia digitale il che la rende sicura per le transazioni online. Il suo inventore (o i suoi inventori), è anonimo e lo si conosce solo con lo pseudonimo di "Satoshi Nakamoto", è nata da un’esigenza già esistente, quella di creare una moneta digitale che non fosse manipolabile, in quanto prima del 2009, data in cui è nato l’algoritmo del Bitcoin, le monete digitali erano facilmente duplicabili e con una singola moneta digitale si potevano fare contemporaneamente più transazioni. Quindi il Bitcoin è nato come soluzione di un problema preesistente, ma ora, perché sta avendo questo incredibile successo? La risposta è figlia della crisi finanziaria da cui a fatica stiamo uscendo, della sfiducia nel sistema finanziario che non è mai stata così elevata e percepibile. Il Bitcoin è visto come una rivincita verso il sistema finanziario, una moneta che non appartiene a nessuno stato, che non è controllata da alcuna Banca Centrale che appartiene al WEB e che quindi è di tutti e di nessuno. Inoltre ora vista l’impennata del suo valore in un lasso di tempo molto breve, viene considerata come alla stregua di un nuovo asset finanziario, per questo motivo attualmente non viene utilizzata molto come moneta, perché chi la possiede la tiene nella speranza di un ulteriore rialzo del prezzo. Un altro motivo è dato dal fatto che la sua quantità totale è, come per l’oro, limitata. Già al momento della sua nascita, è stata fissata la sua quantità massima, che non potrà superare i 21 milioni di pezzi. Attualmente in circolazione ci sono circa 17 milioni di Bitcoin e ogni 10 minuti vengono create altre 25 unità che si ridurranno della metà ogni 4 anni e raggiungeranno la quota prestabilita già nel 2020. Queste unità vengono rintracciate attraverso l’attività dei cosiddetti "miners", che hanno il compito di minare (trovare) le nuove emissioni di cryptovalute nel web, questo grazie all’ausilio di computer estremamente potenti. Inoltre si stima che circa 3-4 milioni di questi pezzi verrà perduta, perché mal custodita o non trovata, nei meandri della rete, quindi la quantità che rimarrà in circolazione sarà inferiore ai 20 milioni. Per questo motivo molti la chiamano "Oro digitale". E’ bene sottolineare che questa valuta, vista la sua non tracciabilità, è stata già utilizzata per scopi illegali quali la compravendita di droghe on-line, e vi è più di un semplice sospetto, che venga utilizzata da organizzazioni criminali in vari paesi del mondo. Il mio approccio iniziale al settore è stato scettico, ma la mia opinione ora è che questa moneta sia nata con intenzioni nobili, e con grandi potenzialità di crescita, ma per la sua natura, rischia di non arrivare alla maturità, se male utilizzata dagli uomini. Questo non solo per l’utilizzo sbagliato che se ne potrebbe fare ma anche perché, la completa mancanza di regolamentazione di questo nuovo settore sta favorendo la nascita di nuove cryptovalute (al momento sono circa 1300 le nuove monete digitali) che penso contribuiranno a creare una bolla di importanti dimensioni, questa a un certo punto esploderà e lascerà sul campo, come sempre, vincitori e vinti. I vincitori e i vinti non saranno solo gli investitori che hanno creduto o meno in questo settore, ma saranno le valute stesse, e non è detto che tra i vincitori troveremo il Bitcoin. Seppure molti pensano che una regolamentazione del settore ne comprometterebbe il significato attribuitale dai suoi creatori, ritengo che se fatta per includere le cryptovalute nel sistema e non per espellerle o cancellarle, non possa che essere positiva. Fino ad ora alcuni passi che sono stati fatti, come la creazione di future e certificati sulle nuove valute vanno già in questa direzione, e se tutti parteciperanno attivamente a questo processo di regolamentazione, Banche comprese, potrebbe essere nato un nuovo se Asset, anche se per ora ne siamo ancora lontani. Per questi motivi rispondo alla domanda principale di questo articolo, senza darvi alcun consiglio, ma rivelandovi quello che ho fatto io stesso. Ho deciso di partecipare. Ho aperto un paio di account su altrettanti siti di scambio per cryptovalute (Cercate sul web quelli più consigliati), ne comprerò alcune tra cui forse non ci sarà il Bitcoin, ma vi dedicherò una quantità di denaro che io considero "sacrificabile", perché attualmente, penso lo si possa considerare poco più di una scommessa.
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