Black Friday: la cartina tornasole dell'economia americana


Il black friday rappresenta da sempre il termometro dello stato di salute dell'economia americana
Black Friday: la cartina tornasole dell'economia americana

 

Il mese scorso mi ero fatto l’idea che il bimestre Novembre/Dicembre sarebbe stato molto positivo, perché la tradizione della Borsa da sempre configura gli ultimi due mesi dell’anno come i migliori dell’annata.

C’erano, inoltre, tutte le condizioni per vedere un rialzo dei mercati sia perché erano stati sostanzialmente fermi da luglio in poi, sia perché in settembre sono state prese delle decisioni molto espansive da parte delle banche centrali e questo non poteva che portare ad un miglioramento delle quotazioni azionarie.

Non immaginavo, invece, che sarebbe stato davvero un mese così positivo come si sta rivelando.

I mercati come sempre si muovono sulle aspettative e questi “germogli” di accordo tra USA e Cina per una graduale rimozione dei dazi ha spinto i mercati più su di quanto io stesso immaginassi.

Come dovrebbe chiudersi l’anno quindi?
In realtà lo scopriremo nel weekend.

Sembrerà strano e particolare, ma ogni anno si attende il giorno del “Black Friday” per capire lo stato di salute dell’economia reale americana.

Gli acquisti scontatissimi della nottata daranno la misura della voglia dei consumatori di spendere e questo, in genere, provoca nei mercati un rialzo finale nei listini che in gergo viene chiamato Rally di Natale.

Ovviamente se non ci fosse un supporto dato dai dati fondamentali dell’economia, il rialzo avrebbe le gambe di argilla e sarebbe destinato a sgonfiarsi in fretta, ma allo stato attuale nulla è cambiato per pensare di cambiare idea.

Le condizioni che fanno pensare ad un mercato che prosegua nella sua rincorsa restano le seguenti:

- Tassi d’interesse particolarmente bassi se non negativi, da una parte inducono a espandere gli investimenti e dall’altra inducono i risparmiatori a cercare forme di remunerazione del risparmio più soddisfacenti;

- Economia reale che dovrebbe ulteriormente rimandare l’arrivo della recessione viste le politiche espansive delle banche centrali;

- Potenziale accordo USA/Cina sulla graduale rimozione dei dazi imposti negli ultimi due anni e che tanto hanno bloccato le economie;

- Programmi di spesa infrastrutturali che vanno dagli USA alla UE per centinaia di miliardi;

- Ultimo, ma non in ordine di importanza, la voglia di Trump di essere rieletto nel novembre 2020 che lo dovrebbe indurre a potenziare ulteriormente la crescita economica con conseguente riflesso positivo sui mercati.

 

Articolo del:


di Roberto Galasso

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