Business Judgment rule


Rappresenta il principio dell’insindacabilità del merito delle scelte gestionali assunte dagli amministratori di società negli USA
Business Judgment rule
BUSINESS JUDGMENT RULE
La BJR rappresenta il principio dell’insindacabilità del merito delle scelte gestionali assunte dagli amministratori di società negli USA. Viene creata dalla giurisprudenza di detto paese, ove si rileva un particolare equilibrio tra discrezionalità manageriale e responsabilità degli amministratori; il paragone appare opportuno, in quanto la disciplina italiana è ispirata all’esperienza americana.
Negli USA la possibilità di esaminare l’operato e le decisioni dell’organo che amministra una società è disciplinata da una regola che stabilisce che l’agire dei membri del board si presume corretto e non criticabile fino a quando non sia raggiunta la prova che sia stato violato un duty of care (in punto si è espressa anche la Cass. Civ. n. 16166/2016).
La presunzione in favore del board è molto forte ed è orientata al principio di buona fede ed al bene della società.
La responsabilità dei membri del board si concretizza solo quando vi sia stata una violazione delle norme di diligenza che avrebbero dovuto essere seguite durante il loro operato.
La BJR, dal punto di vista giudiziale, consente un controllo esclusivamente procedurale, volto a valutare se gli amministratori abbiano agito correttamente e diligentemente (buon padre di famiglia).
In nessun caso sarà consentito riesaminare nel merito le decisioni del board identificabili in quell’insieme di valutazioni di opportunità e di carattere meramente tecnico.
La disciplina prevede la sanzionabilità di quegli abusi più significativi, senza limitare eccessivamente la discrezionalità dei gestori, la BJR non sia applica, infatti, per esempio qualora gli amministratori abbiano agito in conflitto di interessi (in detta ipotesi dovranno essere loro a dimostrare l’assenza di responsabilità), oppure nel caso in cui venga accertato che la decisione criticata sia inadeguata in quanto assunta senza aver raccolto sufficienti informazioni.
Ergo non si andrà a giudicare il contenuto della decisione bensì il rispetto delle regole di diligenza nell’assumere e nel perseguire il bene della società.
Nel nostro paese si è percepita l’esigenza di capire sino a che punto gli amministratori di realtà economiche fossero responsabili dell’insuccesso di queste. L’ordinamento italiano esige un livello di diligenza qualificata a carico degli amministratori nelle azioni di responsabilità.
La BJR va coordinata con la normativa interna, che disciplina la responsabilità degli amministratori in termini colposi, distinguendo gli obblighi generali e speciali e regolando la distribuzione dell’onere della prova. Il C.C. disciplina un’azione sociale di responsabilità contro gli amministratori di spa che violino i loro doveri a seguito di:
- delibera assembleare con approvazione di 1/5 del capitale,
- delibera sindacale con maggioranza dei 2/3,
- dei soci che rappresentino 1/5 del capitale sociale o 1/46 in caso di società che facciano ricorso al capitale di rischio.
Con la riforma del 2003, agli amministratori viene aggiunto l’obbligo di operare secondo una diligenza calibrata e parametrata alla natura dell’attività da svolgersi e dall’esperienza e competenza professionale nel settore in cui operano.
Anche nella legislazione italiana è escluso il potere da parte del Giudice di valutare ad operazione conclusa la ragionevolezza e la convenienza della decisione assunta dagli amministratori, in quanto non si può pretendere da parte degli stessi, un risultato positivo, incerto in quanto esso è determinato da molteplici fattori aleatori.
L’insindacabilità nel merito delle scelte di gestione dell’amministrazione di una S.p.a. trova un limite nella valutazione di ragionevolezza delle stesse e non vale ad escludere la sussistenza della responsabilità (Cass. 15470/2017).
Per concludere, in Italia è consolidata l’applicazione di un parametro di giudizio che si potrebbe accostare al BJR ma, negli USA lo standard per la responsabilità degli amministratori è più protettiva rispetto a quella applicata nel nostro ordinamento.

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di Tagliaferri Avv. Vanilla

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