Capitali pazienti


Il giusto rapporto tra cliente e consulente finanziario deve essere contenuto in un patto
Capitali pazienti

Alla base del rapporto tra promotore e investitore ci deve essere un patto, un accordo preciso. Quali sono le caratteristiche di questo patto?

 

Al primo posto sta la durata dell'investimento: il risparmiatore deve essere paziente; a parte situazioni di emergenza, i capitali investiti devono avere un periodo congruo per sviluppare il loro potenziale di crescita. Anche il miglior asset del mondo non può assicurare un rendimento importante immediato, continuo e costante. Per questo il cliente deve essere paziente, il superamento delle crisi renderà la crescita più solida. Purtroppo il cliente valuta il suo investimento come fosse un prodotto finanziario a reddito fisso...per capirci tanto il tempo tanto il rendimento; per fortuna non è così,  è nella volatilità che l'investimento trova l'energia per crescere. Specialmente  in un'epoca storica di tassi negativi, ma anche in tempi con tassi più realistici, un rendimento certo porterà certamente ad una perdita di potere d'acquisto: si è cacolato che in 20 anni un capitale  perde, con una inflazione media  del 1,92% per anno, il 30% del suo potere d'acquisto; il tasso medio conta relativamente poco in questa equazione perchè esso è sempre in rapporto con l'inflazione.

 

Una buona diversificazione attentamente dosata e decorrelata può riparare in tempi di storni anche importanti, per poi cogliere le opportunità quando esse si ripresentano. Il consulente deve assicurare, in questo tempo,  una assistenza importante e continua, anche psicologica per evitare scelte impulsive e di cui il cliente può pentirsi amaramente; il cliente, a sua volta, non deve pressare continuamente il consulente se in quell'anno mancano i risultati, ma deve essere paziente; storni o rialzi non sono prevedibili; il consulente deve solo essere pronto ad intervenire con freddezza e, una volta che è diventata chiara la direzione dei mercati, fare aggiustamenti limitati e frequenti nell'asset in modo coerente con la strategia che si è scelta all'inizio della collaborazione.

 

Non penso nemmeno che si debba essere ossessionati dalle spese; scegliere un prodotto finanziario solo perchè costa poco è come scegliere un paio di scarpe solo perchè costano poco; si deve privilegiare la qualità (rapporto rischio rendimento) e l'attinenza alla strategie che si sono  concordate con il cliente.

 

Per concludere posso dire, alla luce della mia esperienza trentennale, che il cliente che non rispetta il patto, sull'orizzonte temporale, e che interferisce continuamente con il suo consulente non ottiene MAI risultati soddisfacienti; questo non vuol dire che il consulente sia infallibile, anzi, e non siamo nemmeno profeti, ma se sbagliamo poi sappiamo come rimediare.

INVESTITORE FAI DA TE AHI AHI AHI!

Articolo del:


di Luciano Bertolini

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