Che cosa sono i BES?


Spesso si fa confusione con questa sigla, BES (Bisogni educativi Speciali) non è un disturbo ma uno strumento a disposizione della scuola
Che cosa sono i BES?
La sigla BES è l’acronimo di "Bisogni Educativi Speciali". E’ importante chiarire che "BES" non è una categoria diagnostica, ma una categoria creata dalla legge italiana per riconoscere gli alunni con bisogni educativi speciali e fornire alla scuola qualche strumento, almeno legislativo, per intervenire con adeguata efficacia in situazioni che richiedono attenzioni particolari, avvalendosi di strumenti didattici personalizzati o individualizzati, che la scuola può utilizzare per far fronte a condizioni di bisogno speciale negli studenti. Dunque il BES non si certifica: la diagnosi di "Bisogno Educativo Speciale" non esiste.
Rientrano in questa categoria tutti i bambini e ragazzi che, a scuola, hanno necessità speciali di educazione, ovvero studenti con disabilità, con disturbi evolutivi (come ad esempio DSA, ADHD eccetera) e con svantaggio socio-economico, linguistico e culturale.

I BES sono temporanei?
Sì. Soprattutto nei casi di svantaggio socio-economico, linguistico e culturale, i BES hanno carattere temporaneo, cioè vengono previsti interventi da verificare nel tempo e da attuare solo fino a quando serve.

Chi decide se un alunno rientra nei BES oppure no?
Nella maggior parte dei casi lo decide la scuola, mentre per le disabilità e i DSA esistono apposite leggi e la certificazione/diagnosi.
Ci si può trovare di fronte a tre diverse situazioni:
1. se lo studente ha diagnosi di Disabilità: si fa riferimento alla legge 104/92 e si elabora un Piano Educativo Individualizzato (PEI). La scuola, in presenza di certificazione (nella maggior parte delle Regioni è l’ASL che se ne occupa), ha l’obbligo di formulare un PEI.

2. se lo studente ha diagnosi di DSA: si fa riferimento alla legge 170/10 e si elabora un Piano Didattico Personalizzato (PDP). La scuola, in presenza di certificazione (nella maggior parte delle Regioni è l’ASL che se ne occupa), ha l’obbligo di formulare il PDP.

3. se lo studente ha altre diagnosi, quali: ADHD, Disturbo del Linguaggio, Disturbi della coordinazione motoria e non verbali, o qualsiasi altra diagnosi che accertano svantaggio socio-economico, linguistico e culturale (ad esempio alunni stranieri) tali da necessitare di bisogni educativi speciali, in virtù della normativa sui BES, è la scuola che decide in maniera del tutto autonoma se utilizzare o meno lo strumento del PDP, ovvero se adottare o meno misure didattiche particolari per sostenere il percorso didattico ed educativo dello studente. La scuola, di fronte a queste situazioni, non è obbligata ad utilizzare il PDP, e se la scuola decide di non utilizzare un Piano Didattico Personalizzato, bisogna che ne scriva le motivazioni. In quest’ultimo punto rientrano anche le diagnosi di Disabilità e DSA non certificate, ovvero diagnosi effettuate da privati o enti non convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale.

Chi elabora i PDP e PEI?
La redazione dei PDP e PEI è di competenza della scuola. Tuttavia è auspicabile la collaborazione con gli specialisti (Psicologi, Neuropsichiatri Infantili, Logopedisti, Neuropsicomotricisti).

Cosa possono fare i genitori?
Per prima cosa è importante capire per poter intervenire al meglio. Prima di tutto ci si deve accertare di quali siano le difficoltà del bambino, non per avere una etichetta, ma per aiutare davvero il bambino.
In caso di diagnosi, invece, i genitori richiederanno alla scuola di elaborare un Piano Didattico Personalizzato. Sconsiglio ai genitori di richiedere l’applicazione della normativa sui BES senza una diagnosi: se ci sono difficoltà di apprendimento o psicologiche, nella maggior parte dei casi, gli insegnanti sono molto attenti e riescono ad individuarle.
In caso di certificazione dell’ASL, i genitori possono portare tale certificazione a scuola, la quale poi deciderà se è opportuno redigere un PDP o PEI. In ogni caso, quando la scuola avrà redatto il PDP, i genitori dovranno firmarlo.
E’ molto importante, per l’interesse del bambino, creare una rete tra scuola, famiglia e specialista.

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https://giacomolippolis.wordpress.com/bes/che-cosa-sono-i-bes/

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di Dott. Giacomo Lippolis

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