Che cosa sono i PAC: funzionamento e caratteristiche


Ecco quali sono le caratteristiche e il funzionamento dei PAC finanziari e quali sono gli elementi da valutare
Che cosa sono i PAC: funzionamento e caratteristiche

Che cosa sono i Pac

Sono i cosiddetti PAC, i Piani di Accumulo di Capitale, semplicemente una modalità di sottoscrizione di molti strumenti finanziari, anziché con un unico versamento, attraverso la pianificazione di una serie limitata di “rate” prestabilite. Si possono sottoscrivere in modalità PAC fondi comuni di investimento, gli ETF; sono da non confondere con i piani assicurativi che hanno tutt’altre caratteristiche, vincoli e soprattutto costi.

Quando al piano di accumulo viene abbinata un’assicurazione, lievitano i costi e molto spesso vengono inserite delle penali per l’uscita anticipata di modo che se non viene portato a termine il piano le penalizzazioni implicano di non rientrare in possesso nemmeno del capitale investito, per via di costi e penali, anche dopo molti anni di versamenti.

In questo post io mi sto riferendo ai PAC sui prodotti finanziari, in particolare modo su fondi comuni di investimento: l’investimento in modalità Piano di Accumulo permette all’investitore di accedere all’investimento partendo da cifre veramente alla portata di tutti.

 

Funzionamento dei Pac

Gli aspetti positivi sono veramente molteplici, a partire dal fatto che matematicamente il PAC riduce di molto gli effetti della volatilità, perché applica la media ponderata ai prezzi di ingresso degli acquisti delle quote; praticamente è come se comprassimo con i saldi, specialmente in caso di ribasso dei mercati nei primi periodi di accumulo!

Effettuando versamenti regolari predeterminati, a cadenze prestabilite, l’investitore si obbliga ad un risparmio forzato (ma volontario, in quanto non si perde nulla né si incorre in penali sospendendo il versamento delle rate), eliminando inoltre la componente legata all’emotività, che porterebbe ad investire di più in momenti di rialzi di mercato, nonché a vendere in momenti di crollo. Già con un versamento mensile di 100 euro si arriva ad accumulare una base di 12.000 euro in 10 anni, suscettibile di variazione, nella rivalutazione, più o meno alta a seconda del rischio che l’investitore sceglie, e beneficiando dell’effetto montante.

Questa modalità di investimento utilizza in proprio il modello Dollar Cost average di Benjamin Graham, che prevedeva l’investimento in azioni a intervalli regolari, ma ne rappresenta un’evoluzione! In meglio!

Acquistando i singoli titoli si spende molto di più in commissioni di sottoscrizione, invece nel caso del PAC vengono solitamente applicate esclusivamente una tantum (all’inizio del piano).

La pianificazione certamente deve essere sottoposta alla vigilanza di un buon Consulente Finanziario, in quanto la buona gestione di un piano di accumulo è tutto per ottenere dei buoni risultati. Il piano, infatti, può essere sospeso, ripreso, si può vendere o fare dei versamenti aggiuntivi, solitamente senza aggravio di costi.

Le cadenze dei versamenti possono essere mensili, trimestrali, semestrali o annuali a seconda delle case di investimento. Un ulteriore aspetto migliorativo rispetto al modello originario di Graham è la maggiore diversificazione rispetto a investire in uno o pochi singoli titoli.

Il versamento iniziale varia per ogni casa di investimento, talvolta può essere richiesta come prima rata un importo pari a 3/6 o 12 rate. Anche la durata è variabile, anche se predefinita, ma solitamente il PAC viene lanciato nel lungo periodo, per beneficiare al massimo delle sue caratteristiche, al minimo 60 mesi.

 

Costi dei Pac

Un aspetto da tenere sotto controllo sono i costi, che variano a seconda della casa di gestione, della banca che funge da intermediario e del consulente: il PAC può prevedere costi di gestione, di sottoscrizione e diritti fissi ad ogni rata: è importante valutare l’impatto di tali costi specialmente su rate di importo ridotto.

La valutazione nell’insieme deve considerare la convenienza di questo tipo di investimento rispetto ai suoi vantaggi e i costi. In molti casi, infine, anche se non sempre, i costi di sottoscrizione sono molto sbilanciati all’inizio, potendo prevedere di dover pagare da subito una percentuale importante delle commissioni totali (anche il 25%-30%).

Attenzione, infine, ad eventuali costi di uscita.

Tirando le somme: tenendo nella dovuta considerazione i costi, come in tutti gli investimenti, a mio avviso il bilancio su vantaggi /svantaggi del PAC è positivo: uno o più PAC non dovrebbe mancare in nessun portafoglio.

 

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di Orsola Rea

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