Chi trova la giusta pensione complementare trova un tesoro


Consigli per fare la scelta giusta: tempismo, giusti consulenti, conoscenza della legge
Chi trova la giusta pensione complementare trova un tesoro
Potevo intitolare il mio articolo anche così: ‘ALLA RICERCA DELLA PENSIONE PERDUTA’
Infatti non e’ un segreto per nessuno, che in questo momento, il nostro sistema pensionistico si trova in una bruttissima situazione.
Non si può più fare affidamento sulla pensione obbligatoria che ci verra’ assegnata (forse) un domani.
Il nostro sistema pensionistico prevede, infatti, che i contributi versati ogni mese dai lavoratori di oggi, vadano a sostenere già chi e’ in pensione ma, con la popolazione che invecchia e la vertiginosa diminuzione dei giovani in grado di versare contributi, questo modello non e’ più’ sostenibile.
Ecco perche’ bisogna correre subito ai ripari per mantenere un livello di tenore di vita decoroso anche dopo il collocamento a riposo.

FATTORE TEMPO
Aderire da giovani ad un fondo pensione consente di impegnare modeste risorse poco per volta e sfruttare la rivalutazione dei mercati finanziari, ottenendo cosi importi più elevati al termine della propria vita lavorativa.
Ma, visto l’allungamento dell’eta’ pensionabile, per ‘giovani’ intendo anche i lavoratori di eta’ massima di 50-55 anni che, quindi, hanno ancora almeno 10-15 anni di lavoro per poter integrare la pensione pubblica.

SGRAVIO FISCALE E TIPOLOGIE DI FONDI COMPLEMENTARI
Il risparmiatore ha un’altra opportunità: lo Stato favorisce l’adesione a programmi di previdenza complementare, attraverso la progressiva riduzione della pressione fiscale sulle prestazioni finali.
Le aliquote applicate sono inversamente proporzionali agli anni di partecipazione al fondo pensione, passando da un massimo del 15% ad un minimo del 9%.
Insomma, più anni ti rimangono, meno paghi tasse.

LE TRE OPZIONI
1) FONDI PENSIONI NEGOZIALI (FPN)
Tali fondi sono sottoscrivibili dai lavoratori dipendenti di aziende private o pubbliche che abbiano accettato il Contratto collettivo di lavoro contenente la proposta di un fondo di categoria, dedicato agli addetti di quel settore.
A questi fondi si aderisce con due modalità: con il conferimento alla sola quota del TFR, oppure anche con il contributo dell’azienda, frutto di accordo negoziale con le rappresentanze sindacali, cui si aggiunge il contributo del lavoratore che non può essere mai inferiore a quello dell’impresa.
In molti casi, e’ prevista la possibilità per il dipendente di contribuire con un importo fino al doppio di quello versato dal datore di lavoro.
2) FONDI PENSIONI APERTI (FPA)
Tali fondi si propongono, invece, sia ai lavoratori dipendenti sia agli autonomi con la doppia possibilità di adesione: individuale e collettiva.
Nel primo caso i lavoratori dipendenti, una volta scelto autonomamente il fondo, possono chiedere alla propria azienda di trasferire sia il TFR maturato sia il maturando e di aggiungere a esso contributi volontari deducibili dal reddito.
Con l’adesione individuale, il lavoratore dipendente perde il contributo aziendale, ma decide in autonomia a quale interlocutore affidarsi, soprattutto se si tratta di un Professionista di fiducia.
3) PIANI INDIVIDUALI PENSIONISTICI (PIP)
I PIP sono un’altra soluzione possibile a disposizione dei lavoratori dipendenti e autonomi che vogliano solo conferire contributi volontari.
La principale caratteristica di questo fondo e’ che i costi di gestione sono più’ elevati ma, a fronte di questo, nella maggioranza dei casi, dispongono di un’universo più’ ampio.
Molti PIP infatti consentono addirittura di investire contemporaneamente in più comparti, possibilità reclusa per molti altri fondi pensione.

LA SCELTA DEL CONSULENTE
Di sicuro affidarsi al Professionista giusto in questo momento non e’ affatto facile: le Banche tendono a fare da Assicurazioni e le Assicurazioni da Banche.
Inoltre, ci sono degli accorgimenti da non sottovalutare perché l’adesione e’ volontaria ma, una volta sottoscritto il Contratto, le possibilità’ di uscirne sono rigidamente normate.
Bisogna per questo, affidarsi a Professionisti seri, di provata esperienza, che rappresentano società storiche, che aiutino a ridurre gli errori, che verifichino costantemente l’adeguatezza tra profilo di rischio del cliente e portafoglio d’investimento.
Insomma deve essere un Professionista che ha un’unica vocazione: la gestione professionale del risparmio per garantirvi il meritato tenore di vita dopo tanti anni di lavoro.

Articolo del:


di Dott.ssa Lara Bagnaresi

L'autore dell'articolo non è nella tua città?

Cerca un professionista con le stesse caratteristiche a te più vicino.

Cerca nella tua città o in una città di tuo interesse