Cittadini extra UE: come investire in Italia

L'idea di investire in Italia è senz'altro oggetto di interesse da parte di molti cittadini extra UE. Per quanto attiene gli investimenti in senso stretto, le opportunità si declinano sotto un duplice profilo.
Il primo profilo è, ovviamente, di carattere strettamente economico: se ben guidato ed assistito da un team competente di esperti, investire nel nostro Paese può rivelarsi un'avventura entusiasmante oltre che ampiamente remunerativa per l'investitore straniero.
Il secondo profilo, di carattere eventuale, è rappresentato dall'opportunità per l'investitore - a determinate condizioni - di ususfruire di un visto di ingresso nazionale (cioè di tipo "D") che consente, una volta fatto ingresso in Italia, di ottenere un permesso di soggiorno e quindi di stabilire la propria residenza.
A tal proposito, per gli investitori in senso stretto, l'opportunità più importante è rappresentata indubbiamente dall' "Investor Visa for Italy": un visto per attrarre investimenti strategici dall’estero grazie al quale a partire da dicembre 2017 i cittadini non UE che intendono investire in asset strategici per lo sviluppo e la competitività del Sistema Italia possono richiedere un visto speciale, di durata biennale, che prevede una procedura di rilascio digitale, semplice e veloce. Infatti tale visto viene rilasciato a seguito di nulla osta emesso dal Comitato Investor Visa for Italy (afferente al Ministero dello Sviluppo Economico).
Nello specifico, il nulla osta può essere rilasciato per:
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un investimento in titoli di Stato per almeno 2 milioni di euro;
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un investimento in una società di capitali italiana per almeno 1 milione di euro;
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un investimento in una startup innovativa, come definita dal dl 179/2012, per almeno 500mila euro;
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una donazione filantropica di almeno 1 milione di euro nei settori della cultura, dell’istruzione, della gestione dell’immigrazione, della ricerca scientifica, o della conservazione dei beni culturali e paesaggistici.
Una volta ottenuto il nulla osta dal Ministero dello Sviluppo Economico si procede con la richiesta di visto presso la Rappresentanza Diplomatico-Consolare nel Paese di provenienza e, all'arrivo in Italia, alla richiesta del Permesso di Soggiorno.
È importante comunque considerare che, a parte questa tipologia di visto, sicuramente allettante per investimenti di una certa portata, vi sono una serie di altre possibilità per chi intende investire con modalità diverse e - al tempo stesso - esercitare un'attività commerciale ovvero rivestire un ruolo come figura societaria (pensiamo, ad esempio, alle diverse tipolgie di visto pensate dal legislatore per l'esercizio del Lavoro Autonomo).
Senza poi dimenticare la ricorrente ipotesi di chi - avendo raggiunto l'età della pensione o in possesso di cospicue rendite che consentono di sostentarsi senza svolgere attività lavorativa - sarebbe motivato ad intraprendere un investimento di carattere immobiliare nel nostro Paese e, magari, soggiornare per gran parte dell'anno nell'immobile acquistato. In tal caso ben potrebbe configurarsi l'ipotesi - a determinate condizioni - per il rilascio di un visto per residenza elettiva.
In definitiva, se ben guidati, gli stranieri che intendano investire nel nostro Paese - anche se animati da idee, condizioni e ambizioni totalmente diverse tra loro - possono trovare possiblità ed opportunità adatte alle proprie esigenze.
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