Come curare l'ansia
Non si può decidere di avere l’ansia, ma si può scegliere di capirla meglio per predisporsi ad agire più efficacemente nei suoi confronti
L’ansia si può definire come un vissuto associato all’attesa, al presentimento o all’avvicinarsi di un pericolo.
L’ansia è una paura anticipata.
La causa dell’ansia è il confronto con uno degli eventi più stressanti della vita e quindi ecco che la persona impatta con quella specifica situazione che va ad alterare gli equilibri esistenti fino a quel momento.
Per esempio si può trattare di una separazione, un divorzio, la perdita del lavoro, l’insorgenza di una malattia propria o di un familiare.
Nelle persone che soffrono di ansia il ruolo delle aspettative e del senso di inadeguatezza hanno importanza poiché sentono di dover corrispondere ad aspettative molto elevate e di non dover mai sbagliare.
Può anche capitare che sono persone che non riescono ad equilibrare ciò che sono con ciò che vorrebbero essere o ad accettare i propri pensieri, a meno che non siano compatibili con quel modello di perfezione che, poi, va ad orientare i propri comportamenti, provocando la sensazione di incapacità.
Ma che cos’è che scatena l’ansia?
Ancor prima di sentire l’ansia, si prova paura e preoccupazione. Inoltre è determinante anche il pensiero negativo persistente fino a diventare ossessivo.
È vero anche che avere a che fare con un disturbo d’ansia quotidianamente è sfibrante e può condurre ad un notevole abbattimento del tono dell’umore, senza contare che ansia e depressione sono quasi sempre due facce della stessa medaglia.
Capire ed essere consapevoli che si soffre di ansia è fondamentale.
L’ansia non si risolve da sola, anzi tende ad autoalimentarsi e, se non curata, si cronicizza.
Meglio quindi agire il prima possibile e chiedere un parere ad uno specialista, uno psicoterapeuta, è il primo passo da fare. Con un colloquio orientativo si può avere più chiarezza riguardo la natura del sintomo e pensare ad un progetto di cura personalizzato anche multidisciplinare ove necessario.
Il primo obiettivo da raggiungere è finalizzato alla riduzione dei sintomi, che vanno ascoltati con attenzione in quanto sono indicatori di qualcosa che non va e che non funziona più come prima.
Quindi il sintomo tutto sommato è un nostro alleato: ci parla dei nostri bisogni inespressi che premono con forza per emergere e ricevere attenzione dando così luogo al turbamento.
Ascoltare il sintomo è quindi un’opportunità per accrescere la conoscenza di sé e ripristinare gli equilibri preesistenti.
L’ansia è una paura anticipata.
La causa dell’ansia è il confronto con uno degli eventi più stressanti della vita e quindi ecco che la persona impatta con quella specifica situazione che va ad alterare gli equilibri esistenti fino a quel momento.
Per esempio si può trattare di una separazione, un divorzio, la perdita del lavoro, l’insorgenza di una malattia propria o di un familiare.
Nelle persone che soffrono di ansia il ruolo delle aspettative e del senso di inadeguatezza hanno importanza poiché sentono di dover corrispondere ad aspettative molto elevate e di non dover mai sbagliare.
Può anche capitare che sono persone che non riescono ad equilibrare ciò che sono con ciò che vorrebbero essere o ad accettare i propri pensieri, a meno che non siano compatibili con quel modello di perfezione che, poi, va ad orientare i propri comportamenti, provocando la sensazione di incapacità.
Ma che cos’è che scatena l’ansia?
Ancor prima di sentire l’ansia, si prova paura e preoccupazione. Inoltre è determinante anche il pensiero negativo persistente fino a diventare ossessivo.
È vero anche che avere a che fare con un disturbo d’ansia quotidianamente è sfibrante e può condurre ad un notevole abbattimento del tono dell’umore, senza contare che ansia e depressione sono quasi sempre due facce della stessa medaglia.
Capire ed essere consapevoli che si soffre di ansia è fondamentale.
L’ansia non si risolve da sola, anzi tende ad autoalimentarsi e, se non curata, si cronicizza.
Meglio quindi agire il prima possibile e chiedere un parere ad uno specialista, uno psicoterapeuta, è il primo passo da fare. Con un colloquio orientativo si può avere più chiarezza riguardo la natura del sintomo e pensare ad un progetto di cura personalizzato anche multidisciplinare ove necessario.
Il primo obiettivo da raggiungere è finalizzato alla riduzione dei sintomi, che vanno ascoltati con attenzione in quanto sono indicatori di qualcosa che non va e che non funziona più come prima.
Quindi il sintomo tutto sommato è un nostro alleato: ci parla dei nostri bisogni inespressi che premono con forza per emergere e ricevere attenzione dando così luogo al turbamento.
Ascoltare il sintomo è quindi un’opportunità per accrescere la conoscenza di sé e ripristinare gli equilibri preesistenti.
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