Come inserire un punto focale in un arredamento minimal


L'articolo affronta uno dei temi fondamentali dell'interior design, ovvero il punto focale coniugato nel linguaggio minimal
Come inserire un punto focale in un arredamento minimal

Ecco come inserire un punto focale in un arredamento minimal

Arredare una casa in stile minimal spesso fa nascere un dubbio: il risultato finale rifletterà davvero il carattere di coloro che vi abiteranno? Gli spazi creati sapranno essere accoglienti? O appariranno anonimi e spersonalizzati?

Alla base di una progettazione di interior design deve sempre porsi il rispetto dell’individualità e della storia personale di chi occuperà gli ambienti progettati e, seppure i fruitori si riconoscono in uno stile in cui “less is better”, realizzare uno spazio abitativo essenziale può risultare destabilizzante, restituendo una sensazione di vuoto privo di riferimenti vitali.

Come architetto e progettista di interni, prediligendo in assoluto un linguaggio minimal, provo a scongiurare il pericolo della spersonalizzazione attraverso l’inserimento di un “punto focale”.

Cos’è il punto focale in arredamento?

Sinteticamente, il punto focale è un elemento di spicco, un punto di riferimento visivo che ogni ambiente della casa dovrebbe possedere. Per fare un paragone, ha la stessa valenza di un monumento, di un parco o di un elemento architettonico che in una città aiuta a trovare la strada e rende gli spazi riconoscibili e familiari.

Tipicamente, il camino o il televisore concepito in una struttura che lo accoglie sono punti focali della zona giorno, così come può esserlo un centrotavola nella sala da pranzo. Anche i colori giocano un importante ruolo: in un ingresso, una parete tinteggiata con toni decisi o trattata con effetti materici attirerà lo sguardo e caratterizzerà lo spazio.

Questo principio va quindi declinato nel linguaggio minimal che si basa sul “togliere” fino a quando è possibile, per arrivare all’essenziale, concetto che può e deve variare a seconda del fruitore finale: ciò che è essenziale per un individuo non lo è per un altro.

Tenendo presente questo concetto, provo a conoscere, per quanto mi è concesso, i miei committenti, al di là di ciò che semplicemente mi viene richiesto, esplorando con discrezione nel loro vissuto attraverso gli oggetti o i libri che espongono nell’abitazione o tramite i racconti delle loro vite. Il quadro che ne scaturisce mi aiuta nella scelta del punto focale.

Punto focale e corto circuito

Stante il binomio individualità-punto focale, prediligo il corto circuito: un antico ritratto di famiglia diviene un punto focale di incomparabile impatto in un ambiente total white, dove pochi arredi svolgono le funzioni essenziali. Il verificarsi del corto circuito è ovvio: antico - decorativo, moderno - minimale.

Allo stesso modo, una specchiera ritrovata nella casa di famiglia, restaurata o reinventata,  poggiata sul pavimento, sarà fortemente caratterizzante e attirerà l’attenzione in maniera efficace. Risulta chiaro che basta anche un ricordo, una suggestione, che diano l’input per ricercare un oggetto, anziché un altro, nei mercatini piuttosto che da un antiquario.

Lo stesso ruolo può giocarlo un oggetto di design, una poltrona o una sedia cult, posti in punti strategici della casa (si immagini, tanto per fare un esempio, la storica poltroncina Barcelona o la sedia Panton dalle linee inconfondibili, a chiudere la prospettiva di un disimpegno attrezzato come libreria e, alle loro spalle, una parete con effetti materici che funge da fondale. Ovvio che la presenza di un tale elemento non sarà puramente scenografica ma avrà la funzione di un angolo lettura. La scelta dell’una o dell’altra soluzione sarà sapientemente modulata dal progettista, che avrà sempre un occhio attento al budget.

A volte basta poco, un gioco di luci, una sedia rosso lacca o un divano blu oltremare che fungano da “eccezione” al total white, una carta da parati personalizzata con un disegno o una foto dei committenti, la riproduzione di un dipinto famoso rimasto nel loro immaginario, reinventato come un Ready Made, al quale lo sguardo è accompagnato da un  led  continuo  sulle pareti.

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di Arch. Maria Teresa Di Marco

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